Gli incubi che da tre anni a questa parte agitiamo sotto gli occhi di chi non ha mai voluto vedere una realtà drammatica, si sono improvvisamente materializzati questa sera all'Olimpico. Ranieri presenta in campo una formazione senza capo nè coda sotto il profilo delle scelte. Peggio dal punto di vista atletico. Ancora un gradino sotto nell'aspetto motivazionale e caratteriale. E' impossibile continuare e dare sempre fondo a tutte le energie caratteriali, quando finiscono poi non ne hai più. E' impossibile essere continuamente demotivati dalle continue dichiarazioni e manifestazioni di inadeguatezza di una dirigenza e una proprietà che non capiscono che non basta fare gite spot a Vinovo per scimmiottare in modo improbabile chi nel passato seguiva costantemente con passione e competenza l'evoluzione giornaliera anche degli allenamenti. Ad un certo punto i nodi vengono al pettine, lo diciamo da tre anni quasi: il tempo è galantuomo. E' impossibile vedere per quasi due anni consecutivi una confusione tattica completa, una totale assenza del benché minimo schema offensivo, una continua ricerca del portar palla, mai due passaggi di prima, dall'infortunio di Zanetti nessuno in grado di dettare i tempi di gioco, un'organizzazione difensiva che sarebbe meglio chiamare disorganizzazione per amore della verità. Anche se ai quadri societari e proprietari verità è una parola sconosciuta. Alla fine dello scorso campionato i giocatori lo hanno fatto capire chiaramente che con "il vocalist" non si sarebbe vinto nulla. Guai a dirlo a proprietà, società e tifosi filosocietari, costui era un mago. Un mago che nella prima campagna acquisti voleva si vendessero Chiellini e Legrottaglie perchè Lui oltre ad Andrade voleva Fernando Meira per formare una coppia di centrali della nazionale portoghese. Nella seconda invece è stato costretto a dire che lui Xabi Alonso non lo voleva e che la dirigenza acquistando Poulsen aveva realizzato il suo sogno. Un mago che lancia i giovani come Criscito, Giovinco, Palladino e Deceglie. Li lancia su un falò di incompetenza. Bruciandoli. Un mago che si esalta ai microfoni, scusandosi di esistere ed ammettendo ciò che non esiste. Sto sparando sulla Crocerossa? Probabile. Dico cose trite e ritrite? Altrettanto probabile. Speriamo però che dopo questa esibizione di sfacelo totale qualcuno ascolti e dopo i dovuti ringraziamenti dia, finalmente, il benservito a quest'uomo. Non se ne può più. La partita? Il primo tempo è stato disarmante senza qualità e senza capacità di costruire la minima trama di gioco. La Juventus è stata a guardare la ragnatela di passaggi con cui la Lazio la ha irretita. Dall'alto di una superiorità tecnica e atletica nella coppia centrale Matuzalem e Ledesma (che non sono propriamente Xabi Alonso e Mascherano e neppure Lampard ed Essien) ha nascosto il pallone ai nostri, che non sono mai riusciti a creare una trama offensiva degna di nota. Giovinco, l'unico in grado di dare del tu al pallone era costantemente preda del pressing laziale, Marchionni e Iaquinta scappavano lontano da Lui alla ricerca di spazi improbabili, Trezeguet si beveva una birra sornione, Tiago non c'era o se c'era dormiva. Marchisio in preda al delirio tremens. Sugli esterni Grygera gettava palloni verso la tribuna di sinistra e Deceglie verso quella di destra. Al 38' Zarate con uno splendido tiro a giro sul palo sinistro di Buffon mette quasi fine alla contesa. Bellissima esecuzione, ma riceve il passaggio sulla lunetta dall'esterno, un passaggio di 25 metri. Possibile che il centrale difensivo lo lasci stoppare girare e tirare senza opposizione? Possibile che il centrale di centrocampo non sia davanti a Lui per coprire? La risposta è, se i due soggetti preposti si chiamano Mellberg e Tiago, sì. Non c'è limite alle loro non capacità. Nel secondo tempo Ranieri cambia: fuori Giovinco e Marchionni, dentro Nedved e Camoranesi. Togliere Tiago neanche a parlarne. La manovra sugli esterni pare almeno trovare qualche sbocco. Ma è ancora la Lazio a passare. Un tiraccio da fuori di Kolarov deviato dal tacco di Grygera assume un parabola beffarda che si infila alla sinistra di Buffon. E' finita.Lo sanno tutti anche se mancano 40 minuti. Questo è il nono goal subito nelle ultime quattro partite. Non è che il problema principale è lì nei pressi? Finalmente dopo il secondo sberlone i bianconeri tentano un arrembaggio disperato, più con la forza della disperazione che altro. Bel riflesso di Muslera su incornata di Trezeguet, sul corner successivo altro colpo di testa di Camoranesi respinto da un difensore a pochi centimetri dalla porta. Ancora Iaquinta pochi minuti più tardi sempre di testa, fuori di nulla. Altra sostituzione esce Iaquinta entra il capitano. Vincenzone si arrabbia, ormai si arrabbiano tutti, sabato era capitato anche con Marchionni. Siamo ormai ai livelli dell'Inter. Merito del carisma di Ranieri. Merito della serietà e del polso fermo di una dirigenza di Ridolini. Merito dell'autorevolezza di una proprietà che poggia la propria esistenza sulla devastazione della nostra dignità di Tifosi e sullo scempio dell'onore della nostra bandiera. Merito dei Farsopolisti tutti. Stop di petto e palla sopra l'uscita del portiere fanno parte del repertorio di Alex ed al 65' consegna così alla cronaca la rete della bandiera Juventina. Nedved si danna l'anima ma il palo al 74' e Muslera all' 87' gli negano il pareggio. In mezzo, tanto per non farci mancare niente, l'espulsione di routine. Il cappello dell'asino ancora una volta sulla zucca di Camoranesi, evidentemente troppo nervoso ed incredulo nel sopportare ancora di stare in campo in questa falsa imitazione della Juventus che fu. Mi rimane da rimarcare la partita di Ariaudo che in un reparto allo sbaraglio risulta diligente e concentrato. Su Buffon non mi esprimo purtroppo per lui parlano da soli i numeri e non sono propriamente a suo favore. Nel secondo tempo sono, per la prima volta, partiti cori contro la dirigenza, non basta bisogna iniziare a contestare ferocemente anche la proprietà. Dal punto di vista sportivo non abbiamo ancora toccato il fondo, secondo me. Dal punto di vista della legittimità di questa dirigenza e proprietà sono tre anni che tra corso Galfer e corso Matteotti si scava. Sempre più freneticamente. Ma per ritrovare l'onore svenduto nell'estate del 2006, non resta loro che lasciare la mano a chi ama veramente la Juventus prima che sia troppo tardi e dopo aver confessato il tradimento perpetrato. Noi saremo sempre qui, fermi nei nostri principi, inesorabili censori dell'antiJuventinità, instancabili corridori nella strada della legalità e della passione bianconera, estasiati da tutta la nostra Storia, della gloria senza tempo, cultori della tradizione e di uno stile inarrivabile, dei trionfi che sono stati. Fino a quello più grande che ci riporterà indietro il tempo, l'onore e i titoli e cancellerà i sorrisi beffardi dei cinici burattinai di Farsopoli. |