Un plauso a mister Ferrara che è riuscito a premere i tasti giusti per far tirar fuori ai giocatori la grinta e le ultime gocce di energia per riportare dopo due mesi 3 punti a casa. La sostituzione di Ranieri ha così sortito il suo effetto. C'è chi sostiene maliziosamente che alcuni giocatori abbiano remato contro quest'ultimo, ma io sono del parere che sia stato il tecnico di Testaccio a remare contro se stesso imbrigliandosi in prese di posizione assurde e cervellotiche e operando spesso e volentieri scelte incomprensibili che spiegherà però fortunatamente non seduto sulla panchina della Juve ma su quella dello psicanalista. Vero anche che per l'incapacità manifesta di questa dirigenza è diventato un capro espiatorio a tutto tondo, perché a ben guardare sopra di Lui c'era chi doveva precederlo sulla via dell'epurazione, coloro che lo avevano inopinatamente scelto. Perché per capacità e curriculum, Lui su quella panchina non avrebbe mai dovuto sedersi.
La verità però è che non l'ha fatto fuori nessuno. Claudio Ranieri è rimasto vittima dei suoi tanti errori, non ultimo quello di essersi fidato e di aver avallato la volontà di Blanc, nel mercato e nella strategia societaria. Ha parato il sedere fino all'ultimo a chi l'ha buttato per nascondere la propria incompetenza che lui aveva aiutato a celare. Un suicidio in piena regola che quest'anno e quello precedente aveva già provato innumerevoli volte per farla finita con la Juventus, sfiorando l' autolesionismo più masochistico.
Il mio più fervido saluto. Addio.
Certamente non è tutto a posto, anzi il più deve essere sistemato, ma intanto lo sfacelo del quarto posto è scongiurato. Cade quindi ogni alibi per la banda di dirigenti sghignazzanti di corso Galfer, raggiunto il minimo sindacale, svolto il compitino prendere valigie, suppelletili personali e lasciare il posto a gente competente che rifondi la squadra. Certo non basterà il cambio dell'ennesimo allenatore (siamo al quarto in tre anni) per giustificare altro tempo da dare a questa mini c.i.a..
No non CIA (Central Intelligence Agency), c.i.a. (consiglio interisti allegri) la sigla sotto cui si celano i dirigenti marchiati Elkann. Poi bisognerà intervenire con investimenti pesanti visto lo scempio tecnico che si è fatto in questi tre anni. Non parliamo di quello in termini di valori sportivi e di attaccamento al sentimento Juventino, su quello stendiamo un velo pietoso. Con un briciolo di sensibilità chi si presentò come seguace dei valori di Giacinto doveva essere messo alla porta senza se e senza ma già da quell'estate maledetta di tre anni fa. Fosse stato fatto subito magari non avremmo dovuto assistere a tutto quello cui abbiamo assistito. Ma il piano Elkaniano prevedeva altro. Non lo dimenticheremo e non lo perdoneremo mai.
La partita vera e propria dura 37 minuti ossia fino al goal del raddoppio Juventino di Marchisio. Dopo il Siena si spegne e la Goeba amministra con disinvoltura.
Bisogna dire che il Siena, ben disposto in campo ma sofferente della mancanza di Kharja, l'unico insieme a Galloppa ad avere la qualità per innescare le punte, ha un buon avvio.
I bianconeri senza strafare sono messi in campo con un 4-4-2 intelligente. Intelligente perché tiene conto della situazione fisica non ottimale della squadra, quindi guardingo e basso. Alla faccia dei rischi della difesa alta o dei cervellotici schieramenti a tre punte non supportati da una condizione fisica adeguata o di linee di centrocampo schierate senza equilibrio.
Dopo qualche incursione sulla nostra destra del duo Galloppa e Rossi ed un'occasionissima buttata alle ortiche da Iaquinta, la Juventus si assesta e va in vantaggio con una splendida punizione di Del Piero. Il Siena cerca di schiacciare gli avversari nel tentativo di raggiungere il pareggio ma il contropiede bianconero punge e fa male. Dopo aver sciupato un paio di ghiotte occasioni con Alex e Camoranesi, i bianconeri di Torino trovano il raddoppio con una bella azione Del Piero-Marchisio, con quest’ultimo bravo ad infilare Curci in uscita. Succede poco altro e si va al secondo tempo. In pratica il punteggio, il caldo e la tranquillità della classifica tolgono ai senesi ogni velleità. Qui la Juve è brava a decidere di tenere i ritmi bassi non rischiando mai di subire il goal che potrebbe riaprire i giochi. Anzi in paio di azioni di rimessa con Del Piero e Nedved ha le occasioni migliori per arrotondare ancora il risultato.
C’è spazio nel finale anche per Poulsen, Mellberg e Trezeguet, ma a firmare il definitivo 3-0 ci pensa sempre Del Piero che, ricevuta palla da Marchisio, dribbla Curci e infila da due passi. Ottime notizie dagli altri campi: la Roma vince a Milano per 3-2, mentre la Fiorentina pareggia soltanto contro il Lecce. Quindi la Juve torna seconda (a pari merito col Milan) e spera di mantenere tale posizione in quanto la squadra di Ancelotti deve giocare a Firenze nell’ultima di campionato.
Comunque battendo in casa la Lazio, in virtù della classifica avulsa negli scontri diretti, la Juventus sarebbe matematicamente al secondo posto, padrona del proprio destino senza dover dipendere da altri.
Nessun trionfalismo ma di più non si poteva sperare solo 7 giorni fa, anzi.......
Queste le mie personali valutazioni:
Gigi Buffon:
Gli capitano solo interventi di normale amministrazione, che comunque sbriga con sicurezza, tranquillità e allegria. Uscito dal tunnel della sindrome da Dida? Speriamo di sì. Probabilmente l'avvento di qualche correzione difensiva di Ferrara, che io dall'esterno non ho avvertito, ha fatto da antidepressivo. Smile.
Jonathan Zebina:
Se assicurasse continuità ne chiederei la conferma, perché, checché se ne dica e se non pensa troppo alla galleria d'arte e sta bene fisicamente vale almeno due o tre Grygera. Sia dal punto di vista della fisicità che della capacità difensiva che della qualità tecnica. Oggi comincia arrancando, gli manca il minutaggio e quindi l'abitudine alla partita e alla marcatura ma una volta presa confidenza argina bene. Finisce in preda ai crampi. Adeguato ma con riserve su interessi extra calcistici e problemi fisici. Incognita.
Nicola Legrottaglie:
Nonostante la difesa sia schierata in modo meno cervellotico e più scolastico rispetto al recentissimo passato, Nicola mi pare ancora l'ultimo ad essere disorientato.
E' quello che comanda il reparto difensivo e deve istituzionalmente essere sempre il più lucido. Oggi si è molto aiutato col mestiere e una volta anche col braccino. Con gente come Calaiò e Maccarone non dovrebbe sentirne la necessità. Che abbia smesso con l'astinenza? Mettetegli una cintura di castità o mandatelo a Casablanca. Gigolette.
Giorgio Chiellini:
Partita gagliarda e sicura è uno dei migliori centrali Europei ma ha bisogno di uno al fianco che lo guidi e ne freni l'istinto arrembante. Insomma ha bisogno vicino a Lui del Legrottaglie devoto folgorato e pieno di fede della prima parte del campionato. Argine Maestro.
Paolo De Ceglie:
Torna in una città dove lo scorso anno ha fatto vedere cose egregie. Da esterno alto però. Fare il terzino per lui è ancora materia di apprendistato soprattutto in fase difensiva. Le potenzialità però ci sono e si vedono. Si becca un’ ammonizione per fallo da ultimo uomo al 13' del primo tempo e questo probabilmente ne condiziona l'affondo. Secchione.
Mauro Camoranesi:
Gioca con spirito di sacrificio, nel primo tempo gode di una inaspettata libertà offensiva che non sfrutta. Utilissimo comunque in fase di copertura. Stagione sfortunata, speriamo di rivedere in futuro il fuoriclasse funambolo che ci ha abituato da sempre scardinare l'ordine tattico altrui. Reminescenza.
Cristiano Zanetti:
Col suo innato senso della posizione recupera decine di palloni lì. Lì nel mezzo. Con la sua capacità geometrica riesce a razionalizzare la manovra e a tenere (finalmente) per lunghi tratti la palla a terra. Cosa che pareva ormai vietata da tempo immemore. Si giova e molto del dinamismo di Marchisio. Geometra.
Claudio Marchisio:
Prestazione eccellente. Corre, spinge, suggerisce e realizza un bel goal su assist del Capitano. La cosa più bella è proprio l'inserimento alle spalle della difesa senese in occasione del goal. Mi ripeto, pietra d'angolo per la Juventus che verrà. Gerrardinho.
Pavel Nedved:
E' sempre lui, con il suo dinamismo, l'ultimo smettere e il primo a ripartire. Qualità e quantità. Esempio inarrivabile. Clonatelo. Ma soprattutto non fatelo smettere. Ineguagliabile.
Alex Del Piero:
La condizione fisica è quella che è. La classe anche. Con una manovra più palla a terra e meno casuale, la sua qualità sicuramente ne beneficia. Così come ne beneficiano i compagni serviti con regolarità e precisione negli spazi. Marchisio ringrazia e timbra. Nedved e Iaquinta dicono solo grazie. Doppietta, il primo con una punizione delle sue, quest'anno fanno otto, il secondo con dribbling al portiere. Nel mezzo potrebbe farne altri due e con la birra dell'andata magari faceva poker. Santo subito o sontuoso, sono indeciso.
Vincenzo Iaquinta:
Corre al solito e si impegna se possibile ancora di più. Anche perché deve supplire in parte alla minor dinamicità di Del Piero. In fase conclusiva è ancora più impreciso del solito e a volte riesce a confondersi da solo. Avercene comunque di combattenti di questo calibro. Kamikaze.
Christian Poulsen:
Gioca un quarto d'ora al posto di Zanetti. Quando il match è già finito da una mezzoretta. A guardarlo in un centrocampo ordinato e in linea come quello odierno sembra persino meno brutto di quello che sappiamo essere. Saluti e baci torna al Siviglia e stacci (eeeeeh, li mortacci...).
Olof Mellberg:
Entra al posto di Deceglie nel finale, in tempo anche lui per i saluti. Addio.
David Trezeguet:
Altri 15 minuti senza toccar palla. Che sia diventato allergico? Sta facendo le valigie. Purtroppo.
Ciro Ferrara:
Anzitutto non fa il fenomeno e non cerca soluzioni strampalate alla Ranieri, per intenderci, cioè né carne né pesce o sia carne che pesce.
4-4-2 scolastico, prudente e vivaddio palla a terra quando possibile. Ha anche dalla sua la fortuna del principiante, Milan, Fiorentina e Siena hanno lavorato per Lui. Anche questo è un merito. Non ne potevo più di vedere quell'uomo vestito di nero e con le braccia perennemente conserte. Vedo molte sue vedove interiste e antiJuventine in giro, lo assumano loro e gli facciano fare qualche bel gorgheggio in La. La. La Là. Laggiù. Molto lontano dalla Juve.
Ferrara almeno si è tolto la giacca nera. Se butta anche quella orribile cravatta, diventa quasi juventino. Forza Ciro.
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