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Eventi di N. REDAZIONE del 06/12/2018 08:00:53
Ceccarini e il caso Iuliano-Ronaldo

 

Di Crazeology

Mercoledì 5 dicembre del 2018 è una data da appuntarsi e da ricordare. Ora vi spiego il perché.
E' successo infatti che l'arbitro che scese in campo il 26 aprile del 1998 per quel celebre Juventus-Inter allo Stadio Delle Alpi di Torino, è intervenuto telefonicamente in un programma televisivo di una nota emittente lombarda (Telelombardia). Il suo nome lo conoscono tutti gli amanti del calcio Italiano, è Piero Ceccarini (di Livorno).
Va detto che è stato spesso intervistato sul famoso fallo non-fallo, rigore-non rigore, di Iuliano-Ronaldo, perché quell'episodio fa discutere da 20 anni, e lui ha sempre rivendicato con precisione la sua decisione dell'epoca. Questa volta però le sue dichiarazioni sono passate in video e non dal filtro dei giornali (spesso giornalai, - con tutto il rispetto per tutti gli edicolanti d'Italia, s'intende), e sono state rilasciate mentre le immagini del fallo scorrevano in loop sullo schermo. Egli ha avuto modo di spiegarsi bene, con calma, finalmente, e far notare, con tanto di opinionisti antijuventini a far domande, che per lui quello è sfondamento di Ronaldo più che fallo di Iuliano. Inoltre, ha spiegato che egli sul campo aveva l'occhio anche proiettato su Birindelli che rovinosamente stava per abbattere Zamorano in area, (quello si rigore netto se lo avesse colpito). Tutto in effetti è avvenuto in pochi secondi e in un fazzoletto di terreno.

Il suo punto di vista è che Ronaldo in velocità ha spostato, sì, la palla alla sua destra per dribblare l'accorrente Iuliano, ma invece di cambiare direzione con il corpo e seguirla, ha proseguito dritto sul difensore che infatti dopo lo scontro cade all'indietro. Nei fatti di campo, in sostanza Iuliano aveva tutto il diritto di frapporsi tra Ronaldo e la porta e di ostacolare un qualunque tipo di conclusione, l'importante era non colpirlo, ossia non farlo in modo illecito. Un difensore non deve far passare un avversario in scioltezza senza opporre resistenza. E così è stato, perché Iuliano si precipita semplicemente verso la palla, a braccia larghe, ed è Ronaldo che colpisce Iuliano e non il contrario. Vero è che quel Ronaldo era velocissimo e potentissimo, e probabilmente dopo aver spostato la palla verso destra, non è riuscito a fermarsi o a sgusciare via in modo repentino con un cambio di direzione. Questo però non vuol dire nulla, ovviamente non si tratta di un fallo voluto, ma di certo non è colpa di Iuliano se a colui che in quel preciso momento storico era l'attaccante più forte e temibile del mondo (seguito a ruota da un Del Piero straordinario) non è riuscita una magia che in altre occasioni simili invece gli è riuscita.

Ceccarini infatti ha messo l'accento anche su un'altra questione che è sempre passata un po' sottotraccia. Ha spiegato che in effetti se un errore c'è stato in quella decisione, è stato proprio quello di lasciar correre e giocare, perché se avesse dato il fallo alla Juve, non sarebbe nata la ripartenza (nel salotto di casa mia una volta io li chiamavo, e li chiamo ancora oggi "contropiedi") che poi ha determinato le polemiche successive, ossia l'azione del rigore dato alla Juve. Gli interisti in particolare (ma non solo loro, pure tutti gli altri pagani antiJuventini d'Italia), hanno metabolizzato le due vicine e consecutive decisioni arbitrali, come due imbrogli proJuve volte a portare lo scudetto a Torino. E poco importa se poi Del Piero ha sbagliato il rigore assegnato. Il clima ormai si era invelenito e la partita, che nel primo tempo era stata abbastanza tranquilla, nel secondo ha portato nervosismi e proteste a non finire.

Ma ci sono altri tre aspetti che ha sottolineato l'ex Arbitro Ceccarini e che vale la pena riportare e mettere a fuoco.
Il primo è che anche i telecronisti (Chiesa e Collovati) durante il match dissero che il fallo non c'era e che non era rigore.
Il secondo aspetto è legato in parte al primo. Tutta la vicenda ebbe un clamore mediatico enorme fin dalle prime ore del post partita, anche per via di una campagna stampa di quelle come non se ne erano mai viste fino a quel momento. Successivamente diventò difficile per chiunque affermare che non era rigore, perché troppo era stato il clamore mediatico.
La terza questione messa a fuoco dall'arbitro di quella celebre partita, è che se avesse avuto a disposizione il VAR, la decisione sarebbe stata la stessa. Del resto anche lui, come noi tifosi, ha rivisto migliaia di volte l'episodio dalle immagini dell'epoca in tutti questi anni, e la sua opinione non è affatto cambiata. Resta il fatto che proprio per questi motivi quell'episodio alterò anche la sua immagine professionale di arbitro per i 20 anni successivi.

Questo il succo del suo lungo discorso.
Ora vale la pena fare qualche nostra considerazione.
La campagna stampa di cui parla Ceccarini, per quelli che hanno scandagliato calciopoli in tutti i suoi meandri come me, non solo la si ricorda bene, ma fu la prima grossa avvisaglia che qualcosa di molto pericoloso e ostile si stava muovendo attorno alla Juventus. Siamo in molti a ricordarla...

Campagna stampa che per settimane ha buttato benzina sul fuoco quasi più degli stessi protagonisti.
Campagna stampa che si è scordata di mettere in rilievo il furto subito dalla Juve all'andata a Milano, che gli avrebbe permesso di fare punti (in realtà fu quasi un bene quella sconfitta, perché proprio da quella partita in poi la Juve prese coscienza delle proprie forze e cominciò a macinare punti su punti e lottare per il titolo).
Campagna stampa che si è dimenticata di mettere in rilievo che se Ceccarini avesse dato il rigore bisognava prima segnarlo (e questo non è mai scontato), e in caso di gol sarebbe stato solo il pareggio, non la vittoria, per cui ne serviva almeno un altro (e che ci si riesca non è affatto scontato).
Campagna stampa che si è dimenticata di far presente punti e posizione di classifica, prima e dopo la partita. Campagna stampa che, non solo durò fino all'estate inoltrata, ma si dimenticò di mettere in rilievo che la settimana successiva la Juve fece un passo falso col Vicenza fuori casa, e l'Inter invece di rifarsi con gli interessi per la supposta ingiustizia e vincere, andò ad impattare col Piacenza (non proprio una corazzata) nel beneamato San Siro.
Campagna stampa che si dimenticò, manco a dirlo, che alla penultima giornata, il 10 maggio, proprio come all'andata, gli uomini di Simoni (che ancora oggi piagniucola volentieri su quell'episodio e non solo), caddero contro il Bari (non proprio una corazzata) mentre contemporaneamente al Delle Alpi, grazie a una tripletta di Inzaghi, la Juventus vinse non senza difficoltà il Bologna per 3-2 (25° scudetto).
Insomma, la campagna stampa si dimentica sempre le cose più elementari... Tipo che l'Inter vuole vincere facile, e vuole che la si faccia vincere. Così come i suoi tifosi gneeee-gneeee col fazzoletto sempre pronto anche se sporco di muco. Il fatto che ci siano anche gli avversari è un qualcosa che storicamente li infastidisce. Tra le altre cose quella stagione l'Inter ebbe tanti aiuti arbitrali su tanti campi.

Ora, detto questo, ognuno può pensarla come vuole su quell'episodio ormai storico, ma c'è un però.
Ogni individuo che pensa sia rigore o che pensa che non lo sia, deve avere l'onestà intellettuale di riconoscere (e magari non condividere) le ragioni dell'altro. Fino ad oggi invece, sono stati molto più disposti ad ascoltare coloro che ritengono non sia rigore, rispetto a quelli che ritengono che lo sia. Questi ultimi non vogliono sentire nulla, per loro è rigore e basta, solo perché l'azione è bella e pericolosa, e lo scontro è un po' plateale e fa effetto. Ruba l'occhio, quindi è rigore.
Non è così che si ragiona. Ragionare così è da invasati rosiconi invidiosi piagniucoloni.
E chi vuole capire capisce....



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