Nel campionato 1959/60, dopo l’inopinato black-out durato una stagione, con la squadra affidata a Carlo Parola (allenatore confermato) e al redivivo “Cè”, il grande Cesarini (Direttore Sportivo), la nostra Juventus rimette in fila le avversarie con un campionato sontuoso.
E dire che il girone di andata stava per compromettersi: la sconfitta di Bologna ci vedeva raggiunti dalla squadra di Pivatelli e di Pascutti, che per fortuna tornavano a due punti al turno seguente, per la nostra vittoria in casa col Genoa e la loro sconfitta con la Sampdoria. La domenica seguente, a Napoli perdiamo di nuovo, e l’Inter, superando il Bologna, si porta al secondo posto in classifica, a un solo punto da noi. Come in un film giallo, è quindi il turno proprio di Juventus - Inter, la gara di cui abbiamo parlato recentemente, quella della “fischiettata” di Lo Bello a Locatelli: la vittoria sui nerazzurri determina l’aumento a tre punti del nostro vantaggio in classifica, poiché il Bologna perde in casa col Vicenza e il Milan fa zero a zero a Palermo. Nella penultima gara del 1959, facciamo uno a uno a Udine per finire l’anno in bellezza col quattro a zero alla Roma di Losi, Ghiggia e “Piedone” Manfredini: sul tabellino, spiccano i nomi di Boniperti, Stacchini e due volte quello di Sivori.
Gli anni ’60, che il due gennaio si aprono con la morte di Fausto Coppi, un caso di malasanità ante - litteram, calcisticamente iniziano il dieci gennaio con la quattordicesima di andata. A Milano, contro i rossoneri di Ghezzi, Liedholm, Maldini, Schiaffino e Altafini, i nostri scendono in campo con: Mattrel, Castano e Benito Sarti; Leoncini, Cervato e Umberto Colombo; Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori e Stacchini.
La novità di quella quart’ultima giornata del girone di andata è il battesimo di “Tutto il calcio minuto per minuto”: è proprio la Juventus - Milan a inaugurare la storica trasmissione come campo principale, con Niccolò Carosio in cabina radio, con Enrico Ameri collegato per Bologna - Napoli, mentre per Alessandria - Padova la cronaca è affidata ad Andrea Boscione. Anche il primo gol della trasmissione è firmato da un bianconero, raccontato in diretta dal grande Carosio: è il sesto minuto del secondo tempo e l’autore è Gino Stacchini; Cervato segnerà poi, al settantaquattresimo, il gol del due a zero finale che proietta la Juve verso lo scudetto.
Se, negli anni, “Tutto il calcio” diverrà una trasmissione culto, espandendo le radiocronache dei secondi tempi a tutti i campi della Serie A (e al principale della Serie B), la Juventus, che “cult” lo era già, se ne andava a vincere il suo Scudetto numero undici con ben otto punti di vantaggio sui viola di Giuliano Sarti, Hamrin e Gratton, col “Trio delle Meraviglie” a fare sfracelli, con Sivori e Charles autori, rispettivamente, di ventotto e ventitré reti. Quella “macchina da calcio”, mi perdoneranno i puristi per la citazione “argentina”, quell’anno conquistava anche la Coppa Italia, la quarta per i nostri colori, inaugurando anche la serie delle “doppiette”. In finale chi facemmo fuori? La solita, tenace, Fiorentina.
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