"Babbo, chi è stato il più grande giocatore del mondo? Pelè. È stato Pelè"
Basterebbe l'incipit sopra per descrivere Pelè, Edson Arantes Do Nascimento. Ero un bambino quando iniziai ad affacciarmi curioso e affascinato sul mondo del calcio, sui suoi mille colori, sulle sue mille bandiere, su quei personaggi tutti diversi, ma meravigliosamente tutti uguali su un campo da calcio: biondi, mori, coi capelli lunghi o corti, coi baffi o senza, con la barba, con la pelle chiara, con la pelle scura. I mondiali di Spagna erano appena terminati con la vittoria probabilmente più bella nella storia della nostra nazionale e la mia sete di notizie, la mia voracità onnivora nell'apprendere storie, dati, immagini un giorno mi fece porre a mio padre una domanda tanto semplice quanto enorme: "babbo, chi è stato il più grande giocatore del mondo?"
Oggi quel giocatore ha ottant'anni. È del tutto inutile descriverne le gesta; tutti le conoscono. È del tutto inutile elencarne i record; tutti li conoscono. È persino inutile fare confronti con altri fenomeni, passati ed attuali, per mille e mille motivi; che tutti conoscono. Quello che è interessante di Pelè è il perdurare del suo mito, del suo fascino, della straordinaria equazione: il più grande di tutti uguale: Pelè. Capace di ogni cosa a livello tecnico, fu grandissimo colpitore di destro, il suo piede naturale, di sinistro e persino di testa, lui che un gigante non è. Fu velocissimo nello stretto, come sull'allungo. Fu rapidissimo di testa prima che di piedi. Fu straordinario realizzatore, rifinitore, accentratore e dispensatore di palloni e di idee. Fu qualcosa di talmente straordinario per la completezza del proprio repertorio che mai più nessuno è stato a lui paragonabile. Forse solo Cristiano Ronaldo possiede oggi questa completezza di mezzi straordinari. Ma Pelè era forse qualcosa di ancora di più a livello tecnico, palla al piede. Un dribbling unico, irripetibile, massima esaltazione di una cultura popolare calcistica che fonda e si fonde con mille cose diverse, con mille tradizioni che derivano quasi tutte dall'Africa; come la Ginga, elemento filosofico base della capoeira che sta alla base anche del Futebol Bailado. Una cultura che, come molto spesso succede a chi devia da tradizioni e riti consolidati, veniva considerata inadatta al risultato. Lui e chi come lui fu capace di esaltarne le qualità oltre i limiti la elevò, invece, a mito invincibile. Il bello che diventa utile. L'utile che si raggiunge attraverso il bello. Una cosa meravigliosa, ad oggi ancora ammirata e studiata.
Due giorni fa è stato il tuo compleanno O Rei; O Rei do Futebol, A Peròla Negra. Edson, Arantes, Do Nascimento. Seppur con due giorni di ritardo: Buon compleanno Pelè.
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