Come si può scrivere un pezzo di commiato a Boniperti senza averlo mai visto giocare? Perché Boniperti è un'icona bianconera per tutti coloro che hanno cominciato a tifare per la Juve anche dopo la sua carriera da giocatore. Per chi è cresciuto con la Juve di Bettega o quella di Zoff, Scirea e Platinì è normale riferirsi a Boniperti come figura centrale.
L'immortalità del giocatore rimane scolpita nelle statistiche e nei palmarès, quella del dirigente sarà tramandata anche banalmente attraverso la citazione delle sue frasi celebri, una delle quali è diventata un manifesto di juventintà.
Alla Juventus ha dato una vita, ha portato trofei sia da giocatore che da dirigente, l'evolvere del calcio lo ha escluso dai ruoli dirigenziali, ma ne è rimasto esempio cui attingere soprattutto in termini di disciplina per i più giovani. Oggi sarebbe anacronistica e poco gradita la sua regola di curare i capelli ed evitare orecchini, eppure, siamo sicuri, troverebbe il modo di imporsi. Forse avrebbe avuto la lungimiranza di regolamentare persino l'uso dei social.
Crediamo che da juventino ed ex dirigente abbia avuto un cedimento nella stagione di calciopoli quando non ha saputo respingere il sentimento popolare contro i dirigenti dell'epoca, ma forse subì anche quel forte condizionamento mediatico che ben conosciamo.
Giampiero Boniperti è stato dapprima attore protagonista e poi abile regista della Storia bianconera, col ricordo il minimo che si può fare è ringraziarlo perché con lui «la Juventus ha vinto tutto».
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