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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Attualità di N. REDAZIONE del 16/02/2023 07:46:50
Il prisma avvelenato

 

di Crazeology

“Molti giudici sono incorruttibili, nulla può indurli a fare giustizia”
(Bertolt Brecht, drammaturgo, poeta e saggista tedesco -1898-1956)


Oggi, vorrei dedicare un pensiero, l’ennesimo, allo stato di decadenza complessiva del paese pallonaro, ma a forma di banana, in cui viviamo. Come tutti sanno, Juventini e non, in questi giorni stanno venendo fuori tutte le sfumature antiJuventine di molti professionisti della giustizia ordinaria e sportiva. Vecchi post, vecchie foto, vecchie conferenze, vecchie e nuove dichiarazioni, ecc, che ben descrivono le basse potenzialità di una equa e distaccata giustizia in divenire. Ovviamente ognuno di noi vorrebbe potersi stupire presto dell’imparzialità delle prossime decisioni, ed essere smentito, ma le prospettive, almeno per ora, non sono buone. E comunque a pensarci bene non è che cambierebbe granché lo stato dell’arte.

Oggi riflettevo infatti anche su un altro paio di aspetti/questioni abbastanza raccapriccianti. Da sempre siamo tutti abituati al fatto che il calcio in Italia è una sorta di religione che porta contrasti e attriti nelle tifoserie da Aosta o Bolzano giù fino a Lampedusa o Taranto. È così da sempre. Però si spera sempre che un medico, un maestro di scuola, un prete, un magistrato, un grosso imprenditore, un ministro o un politico importante, sappia tenere a bada molto bene il cerbero calcistico che gli si agita dentro. Vi sono posizioni nella nostra società dove non si può permettere ad una questione sciocca come il calcio di prendere il sopravvento sulla realtà delle persone e delle cose, altrimenti una passione diventa una cieca e bieca ossessione.

E invece ancora una volta il dato empirico attuale ci dimostra che il veleno sparso dai media lungo i decenni è arrivato praticamente ovunque. Attenzione, non parlo solo ed esclusivamente di quello che sta accadendo nel caso della Juve. Vi sono altre tifoserie, dalla A ai semidilettanti, che si odiano a morte e si incontrano negli autogrill per suonarsele di santa ragione. Capita spesso, ma non sempre fa notizia. Direi però che con la Juve, la squadra più vincente e più odiata, si è fatto un salto definitivo verso la meta più lugubre mai vista in un paese civile, anche in considerazione del fatto che stiamo parlando solo di una squadra di calcio. Il veleno è arrivato ed è stato metabolizzato anche ai piani più alti della società.

Diciamolo chiaro, è ovvio che se davvero la vecchia dirigenza pasticciona della Juve ha commesso dei reati questa deve essere punita nei singoli soggetti interessati, ma suona davvero stonato e stridente che solo la Juventus riceva delle attenzioni costanti su eventuali violazioni di legge per decenni. Purtroppo molte vicende di altri club sono note a tutti, non si capisce perché la magistratura italiana faccia sempre figli e figliastri. Qualcosa non torna. Anzi, ben più di qualcosa.

Ma c’è di più. Non solo la giustizia ordinaria non è uguale per tutti (quella sportiva è una barzelletta sporca, quindi manco la considero), ma con la Juve è arrivata a dei livelli imbarazzanti. In base alla legislazione vigente, non si sa ancora con precisione se le intercettazioni telefoniche e ambientali fossero del tutto legali. In base alla legislazione vigente, non si sa ancora con precisione se la diffusione ai media dei dialoghi sia del tutto legale. In base alla legislazione vigente, ci sono seri dubbi anche sulla interpretazione delle norme, tali che i comportamenti tenuti dai dirigenti del club possano essere sconsiderati, ma perfettamente legali. Si tratta di tanti dubbi, troppi, molto seri, che devono essere assolutamente chiariti al più presto.

Inoltre vorrei far notare che molto di quanto è successo ha avuto a che fare con la vicenda Covid19. Una pandemia che ha sconvolto il pianeta per mesi e dove l’economia in generale ha subito danni economici di portata epocale, del tutto simili a quelli di una guerra. Chi vi scrive cordialmente da questa sperduta pagina web, nel periodo clou, è rimasto a casa per circa 3 mesi senza lavoro, inoltre, avendo rispettato in modo assoluto tutti i dettami imposti dallo Stato (lockdown, permessi cartacei per gli spostamenti, mascherine, vaccini, ecc) ha aumentato di parecchio il suo peso corporeo e messo conseguentemente a rischio anche un po’ della propria salute. Lungi da me difendere l’operato di Agnelli e soci, ma la faccenda bilancio della Juve, oltre ad una gestione farfallona, bisogna riconoscere che era anche perfettamente e tragicamente incastonata in un momento mondiale tremendo.

Ora, venire a sapere tempo dopo che; mentre l’economia andava in pezzi, mentre si chiudevano le piccole attività, mentre le persone non potevano incontrare parenti anziani, mentre a Bergamo i mezzi militari di notte portavano via le bare dei morti, mentre ogni singolo individuo ha avuto paura per sé stesso e per i propri cari, mentre quasi ogni cittadino ha dovuto fare i salti mortali rintanato in casa come un topo, la magistratura non aspettava altro che un qualunque passo falso che da lì a breve l'avrebbe portata ad occuparsi della possibilità di eventuali bilanci falsi della Juventus, credo sia una vergogna senza tanti precedenti. Forse solo a Napoli nel 2006 si è raggiunto un livello simile. Come tutti ricorderete, invece di rincorrere i camorristi, o arrestare tutti i responsabili del disastro della “Terra dei Fuochi” (il fascicolo, se esiste ancora, con tutte le informazioni necessarie dorme in chissà quale cassetto della procura [1] ), i magistrati ascoltavano Moggi al telefono. Ovviamente ogni reato va punito, sia ben chiaro, mi sembra però che ci siano diversi problemi dal punto di vista delle priorità.

La magistratura svolge un lavoro quotidiano difficilissimo, tra mille difficoltà, e spesso ha pagato un conto elevatissimo perdendo tragicamente alcuni elementi di conclamato grande valore morale e intellettuale. Veri eroi dello Stato. Ora, sarebbe il caso che tanti colleghi di questi eroi, sparsi nelle procure italiane, si guardassero dentro, e si facessero ognuno nel proprio intimo, qualche piccola domanda semplice-semplice. Oltre alla morte prematura, cosa distingue me da uno di questi eroi? Che differenza c’è tra i miei valori e i suoi? Che differenza c’è tra il mio modo di operare e il suo? Posso considerarmi un piccolo eroe anche io? I soldi pubblici che il contribuente mi fornisce pagando le tasse, e che io spendo per svolgere ogni giorno il mio difficilissimo lavoro, sono ben spesi o forse dovrei rivedere qualcosa?

Bene. Fine del mio piccolo e personalissimo comizio. Chiudiamo con una barzelletta, tanto per sdrammatizzare. Tribunale del profondo sud americano. Il giudice, un uomo bianco, sta interrogando un uomo bianco che ha investito tre uomini di colore sulle strisce pedonali, mentre andava con la sua auto a 140 km all'ora, in pieno centro abitato:
"Allora, prima di qualunque sentenza, voglio sapere esattamente a quanto andavano i negri..." . E così ci siamo capiti. Vero?

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