È tempo di pronostici sulle penalizzazioni per la Juventus. Ancora non c’è nessun deferimento per la manovra stipendi, ma da tempo si parla di venti punti di penalizzazione per i bianconeri con pena irrogata a fine campionato.
Per presunti accordi non depositati la pena prevista è un’ammenda, mentre la penalizzazione in classifica dovrebbe essere solo accessoria. Le violazioni (tutte da dimostrare) ascrivibili ai bilanci dovrebbero prevedere solo ammende. Anche se al momento non sappiamo cosa formalmente sarà contestato alla Juve perché, con la giustizia sportiva, si apre sempre un mondo ricco di sorprese.
Non solo indiscrezioni prima che si arrivi in dibattimento, qui si cerca di far sedimentare come un fatto ormai certo l’irrogazione di sanzioni per un filone su cui ancora non sono finite le indagini (quindi neanche c’è l’accusa).
Un po’ come successo per le plusvalenze: le indiscrezioni, la pena afflittiva senza rispetto delle basilari norme della giurisprudenza, il ricorso al Tar, quello successivo al Consiglio di Stato per la carta (le carte) segreta e la nuova consapevolezza che forse i 15 punti dati a caso potrebbero essere restituiti alla Juventus.
Mentre Gravina si duole per la mancanza di appeal del nostro campionato, della perdita di valore dei diritti tv, delle disdette alle pay tv dei tifosi delusi, vengono diffuse anticipazioni su un processo che sembra predisposto a tavolino, un procedimento di cui si conosce la condanna ancor prima che inizi il dibattimento. E tra una doglianza e l’altra si propugna la pena afflittiva da decidere a fine campionato, con conseguente spostamento degli equilibri formati sul campo per l’accesso alle competizioni europee. La giusta ciliegina sulla torta del pasticciere Gravina.
È chiaro, visto quanto vissuto negli ultimi mesi, che il calcio italiano non punta ad essere credibile.
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