Parliamo ancora dei dati auditel relativi degli ultimi tre mesi. Oggi abbiamo un quadro più completo, proprio perché molte disdette sono diventate effettive. La media di ascolti della Serie A è passata dai 6,302 milioni di gennaio ai 5,703 milioni di marzo,
ben 600.000 spettatori in meno (non 6.000!).
La situazione dovrebbe anche peggiorare ad aprile, quando scadranno gli abbonamenti trimestrali. Si possono tener riservati i dati degli abbonati, non quelli auditel. È anche chiaro che chi ha optato per l’abbonamento annuale avrà la visione fino al termine della stagione e quindi pur avendo dato disdetta non viene ancora conteggiato tra gli eroici partecipanti alla legittima ritorsione commerciale.
Segnaliamo inoltre che, sia che giochi con la Sampdoria, sia che giochi con l’Inter,
la partita più vista della settimana resta sempre quella della Juventus. La Serie A, penalizzando la Vecchia Signora nel modo che sappiamo, si sta dando la zappa sui piedi. Perdita di ascolti che corrisponde ad una perdita dei diritti tv e quindi meno soldi per tutto il movimento. La stessa pratica autolesionista delle TV, che trasmettendo antijuventinismo perdono gli spettatori juventini e una significativa leva di persuasione per gli inserzionisti a cui vendere spot pubblicitari.
A cascata, rinunciando all’appeal che società di un certo blasone portano nel mondo, viene inevitabilmente a mancare l'appetibilità della Serie A sui mercati esteri.
Un interesse che ad oggi non possono riscuotere società, dal bacino provinciale/regionale, che pur giocando un bel calcio e vincendo uno scudetto ogni cinquant'anni non potranno sostituire in nessun modo la Juventus.
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