In questi giorni il Presidente dell’AIA ha lanciato un accorato appello a “tutte le componenti del calcio” per proteggere la classe arbitrale italiana, vittima di minacce ed atti intimidatori. Cesare Gussoni, quindi, nel suddetto appello ha considerato fuori luogo e deprecabili le esternazioni di alcune società di serie A riguardo gli errori arbitrali : Considerazioni che creano un clima pesante e fomentano la violenza. Le Tv ed i giornali , infine, a suo dire, dovrebbero evitare di infierire sugli arbitri e, la stessa LEGA CALCIO , nel vendere i diritti televisivi, dovrebbe inserire una clausola apposita a tutela della classe arbitrale. Noi tifosi ed azionisti Juventini consideriamo le parole di Cesare Gussoni degne di nota ed, assolutamente, condivisibili in linea di principio in quanto la violenza va combattuta senza distinguo. Preme sottolineare, però, che la deprecabile situazione attuale italiana non è figlia delle lamentele societarie degli ultimi tempi ma il frutto di anni di tambureggiante campagna mediatica condotta dalle principali testate giornalistiche italiane ed avallata dai vertici della FIGC. Noi, purtroppo, non abbiamo la memoria corta e vorremmo ricordare a Gussoni ed a tutte le componenti del calcio italiano che, negli ultimi 20 anni , sui giornali ed in Tv si è scritto e detto di tutto contro gli arbitri e contro la JUVENTUS. Tale tambureggiante e ventennale campagna denigratoria ha portato nel 2006 ad un processo lampo, discutibile sotto il profilo sostanziale e formale,e violativo delle elementari regole democratiche ( diritto alla difesa, diritto alla privacy, presunzione di innocenza). Il suddetto processo domestico, inoltre, ha portato alcune importanti firme del panorama giornalistico italiano ad utilizzare termini che definire inappropriati è al quanto riduttivo: Si è letto che un associazione di stampo mafioso gestiva il calcio italiano; Si è letto che i dirigenti juventini andavano assimilati ai peggiori esponenti delle cupole mafiose; Si legge, in questi giorni, che una banda di truffatori impediva ad un Onesto industriale di vincere scudetti e coppe. Il tutto, ovviamente, scritto prima che i Tribunali Ordinari si esprimano . Il signor Gussoni, che vive in Italia, non dovrebbe meravigliarsi, pertanto, del clima intimidatorio che si respira in questi giorni e dovrebbe sapere chi sono i principali fautori di tutto ciò: I giornalisti. I signori dell’informazione, pur di vendere e pur di soddisfare le pruriginose voglie dei moralisti, creano i MOSTRI DA SBATTERE IN PRIMA PAGINA , SENZA PREOCCUPARSI DEGLI EFFETTI CHE PROCURANO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO E DELLA CONSEGUENTE ONDATA DI VIOLENZA : IL TIFOSO , DA SEMPRE ED IN MODO GOLIARDICO, HA RIVOLTO INSULTI AI DIRETTORI DI GARA . OGGI , INVECE, QUELLO CHE ERA UN INNOCENTE SFOTTÒ SI È TRASFORMATO IN VIOLENZA PERCHÉ L’ITALIA È AGLI ULTIMI POSTI PER QUANTO RIGUARDA LA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE. Fino a quando taluni giornalisti italiani utilizzeranno il loro potere per denigrare il nemico di turno e fare opera gradita al padrone nessun appello potrà sortire effetti. Fino a quando taluni giornalisti italiani continueranno a considerare un avviso di garanzia un arma di sterminio delle masse risulterà inutile qualunque battaglia per la pace ed il rispetto dei ruoli. Noi, rifiutando il ricorso alla violenza, abbiamo scelto di ribellarci alle ingiuste accuse piovuteci addosso, utilizzando gli strumenti che l’ordinamento giuridico italiano ed europeo mettono a disposizione per la tutela degli interessi e dei diritti: Non abbiamo distrutto negozi o sfasciato vetrine ma abbiamo preferito rivolgerci ai Tribunali per chiedere l’annullamento delle decisioni della Giustizia Sportiva Proprio perché ci consideriamo cittadini rispettosi delle leggi e consideriamo la violenza un ‘arma da trogloditi’ , vorremmo consigliare, sommessamente, a Cesare GUSSONI di rivolgere i propri rimproveri e le proprie richieste verso i reali responsabili del clima intimidatorio che si respira oggi in Italia. La Federazione Italiana Giuoco Calcio , comunque , non è immune da colpe perché , invece di instaurare , nel 2006 , un processo serio, rispettoso delle regole democratiche e dei tempi processuali, ha preferito risolvere il problema in una ventina di giorni , in assenza di prove certe , dando credito solo ed esclusivamente a quanto riportato faziosamente dalla carta stampata e dalle TV. Sono gli stessi rappresentanti della FIGC che hanno avallato il teorema secondo il quale la classe arbitrale era piena di corrotti, permettendone il linciaggio mediatico. Ma vi è di più: I processi sommari non hanno portato all’esclusione di tutti gli arbitri coinvolti (due o tre sono quelli che non arbitrano più) ed alcuni di loro, attualmente sotto processo penale , continuano ad arbitrare con un evidente carenza di serenità d’animo.
Un popolo si educa alla pace ed al rispetto delle regole dando il buon esempio e grazie alla rigorosa osservanza del precetto contenuto nell’art 21 della Costituzione. Si è gridato, purtroppo, per anni, “al lupo al lupo” ed oggi se ne pagano le conseguenze. |