La notizia di ieri non è il possibile arrivo di Totò Di Natale, la risposta seccata di Andrea Agnelli al presidente squalificato o la solita gaffe di Elkann che si vanta di aver conquistato una «coppa» (il Berlusconi o quella - tutta sua - della B?), senza dimenticare il motto «bisogna guardare avanti».
È la presenza di Giraudo, Michele Giraudo, figlio di Antonio, a fare notizia. Andrea Agnelli, accusato di essere un burattino, uno “poco coraggioso”, già macchiato dell'onta di volersi lasciare alle spalle i torti che la Juventus ha subìto, l'ha voluto in quella che non è una semplice partitella ma la vetrina attraverso cui la famiglia osserva e vive il motivo della propria passione.
La distaccata stretta di mano tra Giraudo e Elkann, poi l'abbraccio di Andrea e Michele, a favor di fotografi e pennivendoli. Non è il semplice saluto ad un amico di famiglia ma il segnale che nulla è mutato da quando Agnelli stava vicino ai suoi uomini - sul campo - mentre un tale li scaricava davanti alle telecamere.
Senza alcun “forse”, oggi qualcuno dovrebbe raccogliere quel poco di dignità che gli resta e chiedere scusa per i dubbi sollevati sull'integrità del Presidente della Juventus.
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