Chiariamo subito un dubbio: questa non è una notizia dell'ultima ora, anzi, risale a circa diciotto mesi or sono, dunque appena calmatisi la tempesta mediatica che governava (e indirizzava forse?) la farsa messa in atto nella primavera-estate del 2006, con tema calciopoli. Come tutti sanno lo sponsor unico dei campionati di calcio professionisti di serie A e B e della Coppa Italia è un'azienda di telecomunicazioni, con tanti complimenti ai vertici federali per un simile accostamento dopo la bufera delle intercettazioni. Ebbene, questa azienda di telecomunicazioni che, ripetiamo è sponsor unico dei campionati, a rigor di logica (e non solo, se si pensa alla tutela della concorrenza) dovrebbe tenere un comportamento "commerciale" improntato alla neutralità. Invece, scorrendo i prodotti offerti dalla stessa nel proprio sito web, ci si imbatte in un cordless tutto dedicato ad una squadra milanese, che non è quella di proprietà dell'attuale Presidente del Consiglio. Ora, lo sponsor unico di ben compagini calcistiche dovrebbe offrire ai consumatori o un'intera gamma di prodotti che riproducono i colori sociali di tutte le squadre, oppure, buon gusto vorrebbe, che si limitasse a reclamizzare ed accoppiare il proprio marchio in qualunque collegamento radiotelevisivo inerente al campionato. Un vecchio adagio recita che a pensare male si fa peccato ma si indovina sempre e non vorremmo che anche stavolta la saggezza popolare avesse la meglio sulla razionalità e legalità umana. Infatti, è quantomeno curioso che questo cordless tutto dedicato alla seconda squadra di calcio milanese sia stato messo in commercio dopo il 2006, è quantomeno sospetto che ai vertici della suddetta azienda di telecomunicazioni sedevano persone che occupavano posizioni di vertice nel CdA della squadra in oggetto, è quantomeno sospetto il fatto che un futuro presidente dell'azienda nei giorni bollenti di calciopoli ricopriva l'incarico di commissario straordinario in seno alla Figc, è quantomeno sospetto che le intercettazioni telefoniche date illegalmente in pasto all'opinione pubblica attraverso la stampa non riguardassero minimamente la seconda squadra di calcio milanese. E, si badi bene, queste cose non le scrive un semplice cittadino (e nonsolo tifoso), ma sono facilmente reperibili anche in rete; ecco, ad esempio quanto riporta Wikipedia, la libera enciclopedia del web: "dal 15 settembre 2006, dopo un delicato periodo legato all'inizio di un processo riorganizzativo, alla presidenza della società torna il prof.Guido Rossi, che succede al dimissionario Marco Tronchetti Provera, già presidente di Pirelli e altre società. Vice presidente è Gilberto Benetton, che è anche presidente della finanziaria Edizione Holding e di Autogrill. Vice presidente esecutivo è Carlo Buora, l'amministratore delegato è Riccardo Ruggiero. Tra i consiglieri spiccano Massimo Moratti, Carlo Alessandro Puri Negri (di Pirelli), Gianni Mion (di Benetton), nonché Giovanni Consorte (di Unipol), quest'ultimo tra gli indagati per lo scandalo Bancopoli (poi dimessosi). Alcuni mesi dopo, Rossi si dimetterà e sarà sostituito da Pasquale Pistorio, che a sua volta rassegnerà le proprie dimissioni lasciando la presidenza a Gabriele Galateri di Genola, in carica dal 3 dicembre 2007. Inoltre, non volendo e non potendo entrare nel merito delle inchieste giudiziarie in corso e che riguardano in tutto o in parte l'azienda in questione, ci limitiamo a riportare una rapida cronologia inerente al cosiddetto scandalo delle intercettazioni illegali:[.....] è stata coinvolta, insieme al Sismi, nello scandalo delle intercettazioni abusive legato a varie vicende del 2005-2006, tra cui il caso Abu Omar e lo spionaggio di Alessandra Mussolini prima delle elezioni regionali nel Lazio, nel 2005. Secondo la procura di Milano, gli intercettati erano giudici, giornalisti, politici e uomini di altri servizi (l'indagine peraltro è correlata al suicidio, avvenuto nel 2006, di Adamo Bove, manager di Telecom avente incarichi nel campo della sicurezza). Il 20 settembre 2006 Giuliano Tavaroli, l'ex capo della Sicurezza di Pirelli e Telecom, viene arrestato insieme ad altre 20 persone. L'accusa è quella di spionaggio e corruzione. Lo scandalo è partito da un'inchiesta compiuta dai giornalisti del quotidiano "La Repubblica" Giuseppe D'Avanzo e Carlo Bonini. Il 13 dicembre 2006 Marco Mancini (ex numero due del Sismi) è stato inoltre arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni illegali Telecom, insieme a Giuliano Tavaroli (già in carcere) ed Emanuele Cipriani, investigatore privato fiorentino. L'accusa per tutti è quella di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla rivelazione del segreto d'ufficio. Cipriani avrebbe realizzato oltre 30 tra fascicoli e pratiche illegali con il contributo di "dati segreti" procacciati illecitamente da Mancini, che avrebbe ricevuto da Cipriani e Tavaroli somme di denaro indeterminate. Nel Maggio 2007 Telecom vince il Premio Big Brothers Award per Peggiore Azienda Privata in fatto di riservatezza dei dati. Il 14 luglio 2008 la Procura della Repubblica di Milano deposita le 350 pagine dell'avviso di chiusura delle indagini dopo aver convocati in Procura, come ultimo atto investigativo, i vertici Telecom di allora, Marco Tronchetti Provera (ex presidente) e Carlo Buora (ex amministratore delegato) in quanto persone informate sui fatti. Per non aver vigilato sulla propria security e sui metodi usati per avere le informazioni, il gruppo Telecom (unitamente al gruppo Pirelli) risulta indagato in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società, pur non essendo stati mossi addebiti contro l'ex presidente e l'ex amministratore delegato Telecom. Una lunga serie di reati sono stati invece contestati a 34 persone, accusate a vario titolo di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere al cui vertice c'era l'ex capo della security Giuliano Tavaroli. Nelle interviste rilasciate nei giorni successivi alla chiusura delle indagini, Tavaroli si difende dando la propria versione dei fatti e scaricando le responsabilità sui suoi superiori, che gli avrebbero commissionate le indagini poi risultate illecite." Illecite, aggiungiamo noi, furono invece le pubblicazioni su giornali e televisioni con l'inchiesta in corso. Alla luce di quanto esposto appare chiaro che i problemi del calcio italico sono ben poca cosa rispetto a tanti altri guai che affliggono la Penisola, ma, tuttavia, interpretando il calcio (o lo sport in generale) come metafora della vita, occorrerebbe che i tifosi-consumatori siano ben coscienti del fatto che i soldi spesi per una partita di calcio(direttamente allo stadio o via etere) in realtà sono destinati ad una sorta di wrestling dove i contendenti sono due sportivi (in questo caso squadre) che si preoccupano di intrattenere il pubblico offrendo agli spettatori una vasta gamma di azioni spettacolari, spesso oltre il limite del lecito; inoltre il risultato di ogni match è predeterminato:falso, autenticamente falso. Questa disciplina, derivata (solo dal punto di vista storico) dal catch, si è sviluppata in Gran Bretagna e da una nazione all'altra è possibile riscontrare differenze più o meno significative nella struttura e nella tipologia dello spettacolo, oltre che nelle regole e nella cultura sportiva locale: per questo motivo in Italia si parla ancora di calcio. |