Il calcio è uno sport episodico, nel senso che spesso il risultato è legato non già ai reali valori delle forze in campo ma ad accadimenti causali o a errori della terna arbitrale. Faccio alcuni esempi. Se un tiro colpisce la parte interna di un palo, di solito rimbalza oltre la linea della porta e quindi in gol. Qualche volta, invece, ritorna in gioco verso il campo. Mi sembra evidente che questa eventualità dipenda dal caso e non è detto che ad avvantaggiarsene sia la squadra più forte o più meritevole. Lo stesso si può dire se un arbitro o un assistente interpretano male un’azione favorendo una squadra e danneggiando di conseguenza l’altra, con la differenza che in questa circostanza non si può parlare di casualità ma di un comportamento volontario (l’arbitro ha o non ha fischiato per sua espressa volontà) che condiziona il risultato. Queste casualità e questi errori, secondo me, costituiscono “il bello del calcio” perché fanno in modo che una squadra più debole riesca a battere una più forte e che si rinnovi il mito di David e Golia. Con ciò avrete capito che sono contrario all’uso indiscriminato della moviola in campo e perché. Per interpretare questi fatti e giustificarli si fa spesso ricorso alla statistica che dicono essere una scienza esatta, ma sarà davvero così? Facendo ricorso alla statistica si sostiene che, alla fine di ogni campionato, le causalità o gli errori arbitrali si compensano per cui tutti dovrebbero accettarne le conseguenze e vivere felici e contenti. Però qualche volta succede che gli episodi a favore di una squadra si discostino considerevolmente da quelli sfavorevoli e a quel punto neanche la statistica riesce a fornire spiegazioni plausibili. Per gli episodi causali (il palo per intenderci) ci si appella alla fortuna o, a seconda del punto di vista, alla sfortuna che, come è noto, è cieca. Se invece sono i favori (o i torti) arbitrali a discostarsi considerevolmente, ci si appella alla fallibilità del genere umano. Sempre che a trarne profitto non sia la squadra avversaria, nel qual caso si grida allo scandalo in quanto gli svantaggi subiti vengono attribuiti a comportamenti intenzionali sollecitati o quanto meno inconsciamente attuati (sudditanza psicologica). Ma certi episodi, oltre al loro valore contingente ed intrinseco, hanno anche un altro effetto sullo svolgimento della singola partita e dell’intero campionato: quello psicologico. Infatti è innegabile che gli episodi favorevoli aumentino l’autostima, la determinazione, la concentrazione, il morale, la lucidità di chi ne fruisce mentre fanno diminuire soprattutto la voglia di lottare e il morale di chi li subisce. Non è raro, infatti, il caso di una squadra che dopo aver resistito per 70 minuti agli attacchi preponderanti di quella avversaria, subito il primo gol, ne incassa altri 4 o 5, uno dietro l’altro. Se poi il primo gol scaturisce da un rigore inesistente il danno psicologico è ancora maggiore e alla fine la squadra che risulterà vincitrice avrà conseguito un risultato roboante che va, obiettivamente, oltre i suoi meriti. Quindi, anche se gli episodi a favore o contrari numericamente si compensano, non sempre, anzi quasi mai, hanno la stessa valenza psicologica ai fini del risultato. Infatti un conto è fruire di un episodio favorevole mentre vinci tre a zero e un conto è fruirne sullo zero a zero mentre stai trovando una resistenza accanita da parte del tuo avversario. Tutto questo discorso per dimostrare cosa? A me fanno ridere quelli che si affannano per dimostrare che l’inter è la squadra più forte del campionato e che la sua supremazia in classifica è legittimata dal suo strapotere tecnico. In pratica, a chi sbandiera classifiche virtuali per dimostrare che l’inter non sta demeritando un campionato falsato, si oppone una valutazione della superiorità tecnica della squadra che più virtuale non si può. E il tutto crea una delle tante leggende metropolitane che aleggiano intorno a questa squadra di "onesti" per abbellirne l’immagine. L’inter è la squadra che, probabilmente, ha la rosa più importante di tutta la serie A. Ma siccome in campo vanno solo 11 giocatori alla volta, ogni partita ha una propia storia e dipende non solo dalle interpretazioni che questi giocatori sanno dare alla partita stessa ma anche dagli avversari e, soprattutto, dagli episodi che accadono e che spesso non guardano in faccia nessuno. Nulla questio per gli episodi casuali, per quelli è solo questione di…fortuna. Ma quando una serie di episodi, di quelli che scaturiscono da una volontà male espressa della terna arbitrale, capitano alla stessa squadra proprio nei momenti topici della partita e consentono di trarne un tangibile vantaggio, ove non si sottovaluti soprattutto il risvolto psicologico che producono sui giocatori, allora mi sembra che non si possa sorvolare sugli stessi con uno sbrigativo: ”tanto avrebbe vinto lo stesso perché è la più forte”. Ecco perché io sostengo che le classifiche virtuali, soprattutto se non differiscono molto le une dalle altre e quindi assumono un valore statistico, non possono essere ignorate. Anche quando certe errate valutazioni arbitrali dovessero essere attribuite all'umana fallibilità. Per questo motivo ritengo sia innegabile che l’attuale campionato risulti palesemente falsato, in quanto sta premiando una squadra che non merita l’attuale posizione in classifica. Trovo vergognoso che la FIGC e l’AIA respingano con fastidio quelle che definiscono semplici "esercitazioni giornalistiche", quando invece dovrebbero prendere atto della loro incapacità di assicurare il regolare svolgimento del campionato stesso e dovrebbero trarne le logiche conseguenze dimettendosi in blocco. Trovo altrettanto vergognoso che i mezzi d’informazione continuino a sostenere la regolarità del campionato solo perché, a loro dire, l’inter è sulla carta la squadra più forte. Se così fosse mi chiedo perché si continui a disputare questo campionato anzichè assegnare direttamente lo scudetto all'inter. Inoltre mi chiedo perché, mutata mutandis, non si possa sostenere che questa tanto sbandierata superiorità tecnica sia solo virtuale, cioè tutta da dimostrare se è vero, come è vero, che poi si conferma sul campo solo fruendo di pacchiani errori arbitrali. A chi bisogna dar credito? Alle classifiche virtuali, che hanno almeno una valenza statistica indiscussa, o alla supremazia virtuale tecnica dell’inter, decretata magari in malafede o per piaggeria da qualche "pennivendolo"? Comunque, cari amici juventini e appassionati di calcio, un grosso passo avanti è stato fatto se una squadra abituata a vincere gli scudetti a tavolino adesso può appuntarseli sul petto solo per qualche colpo di fortuna o per gli errori unidirezionali degli arbitri. Il campionato è salvo, almeno per i gonzi! |