Sono passate tre settimane, ormai, dalla
presunta simulazione -in Bologna-Juventus- dell'esterno destro juventino, Milos Krasic, squalificato poi per due giornate di campionato per aver assunto, secondo la
giustizia sportiva, "una condotta gravemente antisportiva" costituita da un
"abile tuffo" che ha indotto l'arbitro in errore.
Bene, in questo lasso di tempo, dalla
manata "in faccia" (sì, come no...) a Robinho in Napoli-Milan, al calcetto di Borriello a Chiellini in Juventus-Roma, ce ne sono stati di episodi "dubbi", passibili di squalifica secondo i medesimi (o quasi) criteri del "caso Krasic".
Riviviamone alcuni:
Partiamo da
Inter-Brescia del 6 novembre.
Sono due gli episodi che lasciano perplessi:
1) il rigore che si procura Eto'o è inesistente in quanto,
anche per sua stessa ammissione -a fine partita-, scivola sul pallone nel tentativo di controllarlo.
Ma perché questa ammissione è arrivata solo al termine della partita? Non poteva dirlo subito all'arbitro che non era rigore? Perché, invece, ha esultato per la sua illegittima conquista? Perché in questo caso la
giustizia sportiva non ha ritenuto opportuno squalificare Eto'o che, simulazione o no, ha antisportivamente indotto l'arbitro all'errore senza correggerne la decisione pur avendone la possibilità?
2) Nel finale, a cercare di conquistare il rigore della vittoria, ci prova Milito con un salto in avanti degno dei migliori tuffatori cinesi. L'arbitro vede tutto, non ci casca. La solita
giustizia sportiva ignora l'episodio. Da questo ne deduciamo che se l'arbitro è abbastanza sveglio da non cadere nel tranello, i giocatori non rischiano niente. Quindi la
"condotta gravemente antisportiva", non è grave in sè, ma solo se l'arbitro viene tratto in inganno. Se l'arbitro "non vede l'inganno", il giocatore che "ci prova" si prende 2 giornate di squalifica; se l'arbitro "vede", il giocatore resta impunito.
Forse c'è davvero qualcosa che non funziona in questo sistema.
Analizziamo ora un episodio di
Milan-Palermo del 10 novembre.
In questo caso, è Ambrosini ad assumere
"una condotta gravemente antisportiva". Infatti, quando si accorge di non riuscire più a raggiungere il pallone dopo una percussione in area, si esibisce in un
"abile tuffo". In questo caso trae anche in inganno l'arbitro che assegna il tiro dal dischetto a favore della formazione milanista. Le analogie con il "caso Krasic" sono molteplici (quasi totali, se non fosse per il fatto che Ambrosini non è stato trattato come un criminale dai vari media italiani); "sicuramente verrà squalificato anche lui", ho pensato io una volta vista la netta simulazione. Invece niente, la
giustizia sportiva ignora l'episodio, nessuna squalifica ai danni di Ambrosini.
A questo punto mi sorge un dubbio. Per essere penalizzati dalla
giustizia sportiva, è forse necessario indossare una maglia con le strisce bianche e nere, nella fattispecie quella della Juventus? Stando a quanto è stato fatto (o meglio, non fatto) nell'ultimo mese, ahinoi, sembra proprio di si.
Ah, dimenticavo...
In Juventus-Roma, scrivevo qualche riga più in su, Borriello si è reso protagonista di un comportamento antisportivo, avendo
sgambettato da dietro , a palla lontana, Chiellini.
Chissà perché, ho come l'impressione che questo episodio passerà inosservato negli uffici di Palazzi. Evviva l'equità di giudizio, evviva la
giustizia sportiva. Preziosi parla… Palazzi non senteL'uguaglianza della giustizia sportivaPalazzi, il palazzo e la prova tvCommenta l'articolo sul nostro forum!