E' stato il mio calcio, tutto il mio calcio, quello che ancora oggi mi porto dietro e che mai dimenticherò. In quell'Italia che stava venendo fuori da un decennio di piombo e morti ammazzati fu la luce che illuminò il mio essere bambino, ancora estraneo al mondo che mi circondava. Erano gli anni di una Nazionale di calcio che si portava dietro gli eroi (anche se perdenti) del mondiale argentino, composto dal blocco Juventus che dominava il calcio italiano. Nacque lì il mio mondo fatto di figurine Panini, delle sfide infinite al Subbuteo, del "calcio minuto per minuto" ascoltato alla radio, di quella "Domenica Sportiva" che mi fece vedere il gioco più bello del mondo, di quel "90° minuto" atteso come un regalo di Natale.
Ricorderò per sempre quell'estate, l'estate del 1982. Di quel primo televisore a colori che prendeva il posto del valvolare in bianco e nero, della nazionale neozelandese presa a pallonate da Zico e compagni, di quella semi-finale che non voleva finire mai tra Germania dell'Ovest e Francia, dello sceicco del Kuwait che fece annullare un gol a Giresse, del "biscotto" tra tedeschi e austriaci, dell'Argentina campione in carica e della sua star Diego Armando Maradona. Un'estate che ricorderò per sempre per la gioia che mi diedero Rossi, Tardelli, Scirea e Bruno Conti, che divisi con mio cugino e i suoi amici, con mia madre, con mio padre che ogni volta che inquadravano il "Vecio" impazziva dalle risate.
E poi ancora Sandro Pertini, "il Presidente", che in quella notte di Madrid si alzò in piedi ed esclamò: "non ci prendono più!!".
Sono passati tanti anni da allora, tante cose sono successe, sia nel calcio che nella vita di tutti i giorni, ma quell'estate rimarrà per sempre nei miei ricordi di bambino, di quanto bello era il calcio e di quanto ho imparato dai suoi interpreti. La morte di Enzo scandisce il tempo, rende tutto razionale, crudo e vero. Ma quell'Italia-Brasile resterà la partita che mi ha fatto amare questo sport, quella partita a "scopone" sull'aereo che riportava gli azzurri a Roma mai potrà andare via dai miei ricordi.
A quell'uomo con la pipa in bocca dirò per sempre grazie per avermi regalato tutto questo. Ciao "Vecio".
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