Avevamo, purtroppo, ragione. Il sapere che questa squadra non aveva i mezzi per proseguire una stagione fin qui splendida, condita da piccole e grandi soddisfazioni: la doppia sfida con il Real su tutte, viene confermato
dall’unico giudice oggettivo: il campo. Le due sconfitte consecutive in campionato, che hanno permesso all’Inter di allungare in classifica e al Milan di posizionarsi al secondo posto, vanno analizzate valutando due scenari: un incidente di percorso, dovuto ad un periodo di appannamento fisico (il crollo fisico negli ultimi 15 minuti di gara contro il Cagliari ne è l’emblema) oppure sono state figlie della mancanza di alternative valide per supplire ad un momento poco felice sotto l’aspetto atletico degli attuali componenti della rosa.
Premettendo che non si vuole fare i romantici e pensare alla Juventus di Cannavaro, Zambrotta e Ibrahimovic, e stabilito che non si era dei visionari, prendiamo atto dell’attuale situazione. La squadra non è all’altezza.
Dalla ripresa del torneo, dopo le feste natalizie, si è assistito ad una vera e propria involuzione della bella squadra osservata fino allo stop di fine anno: lo score parla di due vittorie (sofferte con il Siena e con la Fiorentina), un pareggio (dopo aver patito in maniera imbarazzante il primo tempo dell’Olimpico contro una Lazio che ha subito negli ultimi tre turni altrettante sconfitte e dieci gol), e due sconfitte (figlie, entrambe, di cinque gol subiti in contropiede).
Sotto l’aspetto mentale la squadra sembra esserci, denotando un continuo e ammirevole impegno in ogni partita, ma la condizione fisica, legata alla poca qualità dell’intera rosa, fanno sì che la mancanza di gioco e soprattutto di risultati cancelli, da un’ipotetica lavagna, l’obiettivo che una società come la Juventus deve perseguire in ogni stagione: vincere, o quantomeno essere competitiva.
Lo scorso anno la squadra dopo l’eliminazione in coppa Italia per mano del Napoli, costruì, nonostante il numero imbarazzante di errori arbitrali, una stagione ottima, avendo la meglio contro le grandi del torneo, sia in casa che in trasferta, e offrendo ad ogni prestazione una condizione fisica eccellente, dimostrata dall’elevato numero di gol segnati negli ultimi minuti. Rispetto alla scorsa stagione sono notevolmente cambiati gli impegni: la Champions League non si giocava e oggi si, le aspettative nel massimo torneo nazionale, rispetto al terzo posto della scorsa stagione, sono aumentate, e la sempre presente coppa Italia, dovevano essere dei parametri che inevitabilmente avrebbero dovuto spingere la società ad investire in maniera diversa, puntando più sulla qualità e non sulla quantità.
Invece l’arrivo di un numero di discreti giocatori non poteva, e non ha, cambiato il valore qualitativo della squadra, anche condizionato dal numero di infortuni che hanno dovuto patire i “senatori” (da Camoranesi a Trezeguet da Buffon a Chiellini), e nonostante l’ottima prima fase della stagione, che ha portato alla qualificazione agli ottavi di Champions e il secondo posto in campionato conquistato prima dei doni di Natale, i nodi stanno venendo al pettine proprio nel momento più importante della stagione.
Tra meno di venti giorni riprenderanno gli impegni continentali, con la squadra che affronterà, nel doppio turno degli ottavi di finale di Champions League, i londinesi del Chelsea, sul fronte campionato lo svantaggio dall’Inter prima in classifica, dilatato a sette punti, non permetterà più svarioni e la mancanza di risultati positivi. Tutto questo renderà nell’immediato futuro il crocevia ultimo dell’intera stagione.
La speranza da tifoso è quella di vedere la squadra arrivare in fondo a tutte le competizioni, trascinata dal carattere che solo queste maglie riescono a trasmettere (mentre scrivo la Juventus si è appena qualificata, battendo il Napoli ai rigori, con grinta e determinazione, alla semifinale di coppa Italia), ma rimanendo con i piedi per terra bisogna anche ammettere che sarà durissima, con l’attuale rosa, mantenere ad ogni gara un rendimento di un certo livello.
Se a tutto questo si aggiunge il tramontare di una carriera che ha visto i vari Del Piero, Camoranesi, Nedved protagonisti assoluti della Juventus che fu, e la mancanza sia di degni sostituti che di programmazione, la somma di entrambe le cose fa ottenere un risultato poco rassicurante: lottare per traguardi marginali.
La Juventus dovrebbe funzionare esattamente all’opposto: lottare ogni anno per i traguardi più prestigiosi, programmare il futuro, acquistare talenti e campioni che possano aprire un nuovo ciclo.
La morale è semplice: cari juventini, così facendo, si spendono inutilmente un sacco di soldi senza investire nel futuro, con il rischio di ritrovarsi da qui a tre anni (la distanza di tempo che intercorrerebbe – secondo Cobolli Gigli – per riassaporare il profumo della vittoria) senza i campioni che oggi continuano a tirare avanti dopo la deflagrazione di “Farsopoli”, e senza una nuova ossatura che possa permettere ad eventuali nuovi acquisti di ritrovarsi in un gruppo già collaudato, con il risultato di perseguire obbiettivi non all’altezza della storia della società..
L’interagire tra quella che è stata la storia bianconera e l’attuale dirigenza, rischia di far scambiare al tifoso il levante per il ponente, ma senza la fortuna del genovese, che sbagliò strada e scoprì l’America. Commenta l'articolo sul nostro forum!