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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. ROCCA del 09/02/2009 10:34:00
Il freddo Delle Alpi

 

L'inverno volta le sue pagine, stretto nella mia giubba pesante sono comunque preso da un brivido di gelo.
Sono qui fermo sull'orlo del ricordo a guardare l'interno demolito dello stadio delle Alpi.
Mi scopro con sorpresa consumare, col sapore della sigaretta accesa, il ritorno al passato e gettarne col mozzicone, una strana delusione nelle aspettative.
Immobile ascolto un riflesso di luce, tra un alito di cori antichi e di urla vittoriose.
Lì proprio lì dove era la curva Scirea.
Una lacrima di brina mi sposta indietro nel tempo.
Questo stadio nacque per i mondiali '90, ma non è mai entrato nel cuore della mia città, Torino.
Anzi data la solvibilità della ditta appaltatrice che ha messo in ginocchio parecchie imprese subconcessionarie dell'hinterland, è sempre stato detestato.
Costò esattamente il doppio di quanto preventivato. Preciso preciso, neanche a farlo apposta.
Visto come il simbolo degli sprechi e dei vizi di quella "combriccola", tutt'oggi ancora con le "mani in pasta" nonostante quello sperpero, di cattedrali nel deserto, di ciclopiche incompiute e che oggi, a 18 anni di distanza, sono da rifare. Curioso che ce lo dicano loro stessi.
Sto scrivendo di potenti veri, mica semplici furbetti, leggete bene, sto scrivendo di farsopolisti della prima ora mica di bau-bau micio-micio? neh!
Gente che è già lì pronta a riapparecchiare la tavola ma soprattutto gente con una fame da lupi.
Hanno già trovato lo slogan per la campagna elettorale alla presidenza del CONI: gli stadi sono vecchi
(nel manifesto ci sarà anche don Tonino che fa l'occhiolino a Petrucci, sullo sfondo lo sponsor Ferrari, o qualche suo alto dirigente).
Una fredda folata mi scuote, qui non dovrebbero far danni. Si è partiti.
E' stato propagandato il progetto, J.Elkann in persona ha gettato il simbolico pallone, anche se le autorizzazioni ufficiali per ora sono solo a demolire una parte.
D'accordo formalità, ma non capisco questa continua rincorsa ad anticipare la certezza.
Sono cose che a noi piemontesi non appartengono. Siamo gente di fatti e non di fuochi d'artificio.
Cammino, altrimenti congelo.
Mi immagino l'opera ultimata, architettonicamente elegante e funzionale. L'esterno è di Giugiaro, indiscutibile. L'interno di Pininfarina, altro big del design, un grande a cui hanno messo però troppi paletti. Palchi. Business. Ma anche se imbruttisce un pò, pecunia non olet.
Nulla di aberrante.
La gestione dell'impianto in sé diviene un must imprescindibile su cui fare affidamento per sviluppare programmi a lunga scadenza in grado di rispondere a principi di solidità patrimoniale e di profitti gestionali.
"Sarà uno stadio perfetto per il calcio – rileva l'architetto Gino Zavanella – ma anche un punto di incontro quotidiano aperto a tutti. Famiglie, bambini, giovani, anziani".
Dovrà diventare una importante fonte di redditività per la società bianconera. Per questo all'esterno sarà integrato con un'area commerciale di 34mila mq. Gli introiti arriveranno anche dai naming rights (75 mln in dodici anni).
Non avendo però previsto catalizzatori alternativi all'evento sportivo e sue collaterazioni, queste aree saranno vendute a terzi e gli introiti inghiottiti dai costi di costruzione, con la conclusione che l'indipendenza economica è nel medio termine improbabile e nel lungo una chimera.
Forse ai futuri acquirenti di tali aree per dare certezza di afflusso, il Sig. Blanc prometterà l'arrivo della Parigi-Dakar o di una tappa del Tuor de France o una semifinale del Roland Garros.
Nella gestione precedente si puntava più concretamente su attività alberghiere, cinema multisala, palestre o aree ludiche. Potenza del nuovo corso, cui saremmo grati se riuscisse almeno a chiudere una trimestrale in pareggio.
Il tifoso che già prima era considerato un cliente oggi è diventato una vacca da mungere e ingrassare di fandonie.
La passione non è riconosciuta anzi si gioca a dividerla, per avere gioco facile, in scellerate categorie di contiguità.
Il gioco economico della capienza del costruendo impianto è in funzione dell'utilità e del prezzo elevato, che conviene mantenere alto con un'offerta inadeguata.
Alcuni amici, a ragione, perorano la causa dell'ulteriore ampliamento a 50.000 posti.
In un preciso studio dimostrano che negli anni passati la media abbonati è sempre stata oltre i 40.000, e questo nonostante la scomodità, la viabilità disastrata e l'uso del cannocchiale obbligatorio.
La Juventus è la Juventus, ha tradizione, storia, numeri.
Uno stadio sotto i 50.000 posti sarebbe un ulteriore schiaffo alla sua dimensione.
Il primo anno di apertura se si volesse, potrebbe essere fondamentale per riportare i tifosi allo stadio e per costruirsi un futuro di abbonati, specie con un impianto confortevole e dall’ elevata qualità visiva, l'atmosfera ed il fascino di un catino tutto Juventino farebbero il resto.
Ma ho l'impressione che si dovrebbe allargare la capienza e ridurre il costo del biglietto, lo si vuole?
O si preferisce puntare sul tifoso d'elite allo stadio, quello che bada poco al badget personale e si preferisce lasciare a casa il tifoso con poca disponibilità in modo da tenere alta, dall'altra, anche la domanda di abbonamenti per la payperview che garantisce ritorni di diritti televisivi?
Già tifosi di seria A,B,C. Questo è il concetto.
Non riuscirò mai a capire perché in un mondo come quello del calcio dove i tifosi Juventini vengono sempre più aggrediti da ogni parte essi non trovino di meglio che dividersi in fazioni sempre più piccole, anzi si frantumino in posizioni sempre più di nicchia e solitarie invece di unirsi e combattere veramente per i loro diritti.
Come anche per un'informazione corretta, l'onore della propria bandiera o il ripristino della verità storica.
Per lo stadio sono partite le ruspe qualche settimana fa e qualcuno in mezzo alle macerie del vecchio vuole seppellire anche la nostra dignità di tifosi. Facciamogli capire una volta per tutte che hanno fatto male i conti.

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