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Attualità di A. ROSSETTO del 10/02/2009 22:45:37
BUFFON, BUFFONI E BUFFONATE

 

Gianluigi Buffon sarà anche il miglior portiere del mondo ma ogni volta che rilascia un'intervista dimostra di non possedere la stessa abilità che sciorina sul campo. In una delle sue ultime dichiarazioni, rilasciate a Juve Channel e riportate da diversi organi di stampa, afferma che senza la (auto)retrocessione in serie B, avrebbe sicuramente abbandonato la Juve perché "c'erano cose che non gli tornavano". A fronte di questa dichiarazione vorremmo suggerire al portierone alcune modalità di comportamento affinché dimostri tutta la sua coerenza: la prima, impraticabile, è che egli restituisca gli stipendi introitati durante i due anni che furono motivo di indagine nell'ambito di farsopoli; la seconda, un pò meno impraticabile, è che egli corrisponda l'importo dell'abbonamento a quei tifosi che nei due anni in questione si recavano puntualmente allo stadio ad applaudire e sostenere la squadra di cui Buffon è tuttora portiere (e magari applaudivano pure lui); la terza, la più percorribile, è chiedere alla società F.C.Juventus di essere ceduto ad una compagine che milita in serie B, senza escludere serie ancora inferiori se ciò può appagare maggiormente il suo senso di purificazione (e magari ci spiega anche meglio quali colpe dovrebbe espiare).
Altrimenti taccia (per sempre), pensi a godersi il cospicuo conto in banca, curi gli interessi immobiliari nella sua Toscana, stia bene al calduccio per guarire dal mal di schiena e soprattutto non cerchi di imitare quelle voluttuose pin-up tutte curve che non appena aprono bocca fanno immediatamente svanire ogni pensiero libidinoso.

Pur praticando un ferreo e rigoroso boicottaggio verso ogni organo di stampa, devo confessare che durante la nobile arte dello zapping mi capita di soffermarmi a volte su qualche trasmissione calcistica in onda sulle televisioni commerciali. Il canovaccio è sempre identico: un groppuscolo di pseudo commentatori, sempre gli stessi, si dividono le aree del tifo e fingono di azzuffarsi tra loro per sostenere le tesi più disparate, chi “brogiessa”, chi crede di svelare lo scoop del secolo, chi cerca di tirare a campare sfruttando il cognome di qualche congiunto.
Questi teatrini personalmente mi ricordano tanto le corti medievali, quando i giullari cercavano di far divertire il signorotto di turno per guadagnarsi il diritto di gironzolare poi intorno alla tavola imbanchettata e raccogliere qualche briciola da terra.
Come nel Medioevo anche oggi tutti "teniamo famiglia", ma almeno a livello di condizione umana qualcosa dovrebbe pur essere cambiato, le persone dovrebbero aver interiorizzato un certo senso di dignità e di autostima per non cadere in simili atteggiamenti. E sorvoliamo sui comportamenti tenuti dai commentatori ai quali è toccata la parte del tifoso juventino.
Mi domando anche quale logica stia alle spalle di quel telespettatore che invece riesce a stare incollato allo schermo per tutta la durata di una trasmissione per assistere a strane danze di gnomi e puffetti o vedere moviole che analizzano anche il movimento del pomo di Adamo dei giocatori.
Saltando invece di categoria (si fa per dire) e citando personaggi noti al vastissimo pubblico, mi sovviene quell'italo-americano che fino al 2006 non perdeva occasione di citare la sua fede juventina e che ora si limita a fare pubblicità per un operatore telefonico. E che dire di quel
conduttore televisivo, in passato assiduo frequentatore di “Brogiessi”, che una volta abiurata la propria fede calcistica (guarda caso juventina) è tornato in auge alla grande presso l'azienda pubblica?
E, ahimè, aggiungiamo alla lista anche il conduttore di uno dei rari programmi di intrattenimento culturale in onda nell'etere nostrano, "Per un pugno di libri", anch'egli dimessosi da tifoso bianconero?
Boicottate gente, boicottate.

La questione Amauri con il relativo diniego della società Juventus alla federcalcio brasiliana circa la disponibilità del giocatore. Per i bene informati pare che il presidente Cobolli fosse favorevole, ma Gigli, l'altro presidente, ha optato per il no. A parte il fatto che Amauri è brasiliano, ha la cittadinanza brasiliana ed il passaporto brasiliano, non si vede la ragione di concedere un così forte attaccante alla nazionale di un Paese che ha sempre incolpato la Juventus di rubare, tanto che il "sentimento popolare" ha costretto in prima istanza i giudici della CAF (Commissione d'APPELLO Federale) a decretare la retrocessione della Juventus ed inventarsi lo strumento dell'illecito strutturato, termine mai apparso in precedenza nella giurisprudenza italiana.
Per dirla alla Battisti, Lucio si badi bene e non Cesare, tu chiamale se vuoi, Buffonate.


La vittoria di Catania, una sorta di "clamoroso al Cibali" visto che nell'Italian Virtual Soccer Championship la Juventus non era ancora riuscita a battere gli etnei, farà gongolare i numerosi pennivendoli che affollano televisioni e quotidiani sportivi.
A fronte di un torneo aziendale già chiuso prima ancora di iniziare, la categoria dei pennivendoli deve fare i salti mortali per giustificare la propria presenza nel mondo e le proprie guarentigie. Traditi (apposta?) dai Governativi che non vanno oltre l'1-1 interno con la Reggina, allora quale migliore occasione di una pseudo inseguitrice a ben sette punti di distanza dalla vetta per battere la grancassa su un torneo ancora ben lungi dall'essere concluso?
Una volta, quando valori, ideologie, compiti e ruoli erano ben definiti, toccava ai comici far ridere il popolo, oggi, in tempi di globalizzazione e confusione, questo compito molto spesso tocca a politici e giornalisti.
D'altro canto ad onor del vero, per la serie tutti teniamo famiglia, non possiamo neanche colpevolizzare più di tanto la categoria degli scribacchini illusionisti, perché quando un tifoso acquista un quotidiano sportivo di cosa va in cerca se non di illusioni?
Attraverso le pagine dei quotidiani sportivi (comprendendo anche le trasmissioni giornaliere in tv), il tifoso deluso vuole sentirsi dire che dalla prossima partita cambierà tutto, vuole sentirsi snocciolare una sfilza di improbabili acquisti per la stagione futura, vuole trovare
pericolose crepe nelle squadre avversarie e soprattutto in questo modo vuole essere completamente anestetizzato cerebralmente, in modo da non doversi sforzare a pensare e ragionare più di tanto.
La polemica paga, eccome, tanto che l'ha capito addirittura anche Ranieri che occupa il posto di allenatore della Juventus, ma quello che ancora non ha capito è che la sua levata di scudi contro i pennivendoli antijuventini (di ruolo o di fatto) non gli sortirà alcun beneficio in società. Un simile atteggiamento, contestare l'operato di arbitri e pennivendoli, contrasta con i programmi societari di corso Ferraris e soprattutto contrasta con gli accordi stabiliti nell'estate del 2006. Passata l'operazione smile di cui non si sente più parlare (e di cui nessuno ha nostalgia), Ranieri pensi piuttosto ad essere soddisfatto della stagione della squadra ed a godersi la seconda piazza: l'obiettivo stagionale non era quello di migliorare il terzo posto passato?

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