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Attualità di M. LANCIERI del 07/02/2011 17:56:51
Scelte di vita arbitrale

 

Qualcuno dice che la vera cupola agisca adesso, sicura che non verranno mai condotte indagini per colpire corruttori e corrotti. Qualcuno, anche in virtù delle indecenti direzioni di gara degli ultimi tempi, sostiene che ci sia una volontà ben precisa, da parte dei palazzi del potere, di colpire la Juve. Il motivo? È un’avversaria sempre pericolosa, ha un presidente che pretende rispetto, è “antipatica”.

Personalmente, non ci credo. Non riesco ad immaginare un “grande vecchio” che orchestri gli arbitri, chiedendo loro di mantenere una linea anti-Juve. Non penso che qualcuno, prima della partita contro il Palermo, abbia telefonato a Morganti, imponendogli di “non vedere” quei rigori.

Perché non ci credo? Semplicemente, perché non serve. Ad un arbitro è sufficiente guardare gli esempi che gli hanno fornito i predecessori, per comportarsi di conseguenza. Tanto più se questo arbitro è un mediocre.

Prendiamo due casi.
Primo caso: De Santis. Quando arbitrava, sembrava costantemente preoccupato di dimostrare di non essere amico della Juve. E infatti ogni juventino, quando se lo ritrovava designato a dirigere una partita dei bianconeri, si riduceva a fare scongiuri. Qualcuno ricorda come De Santis e i suoi assistenti si comportarono in una gara di Supercoppa contro l’Inter? Eppure, il suo impegno non fu sufficiente. Quel gol annullato a Cannavaro, in seguito ad un corner inventato (particolare che molti fingono di avere dimenticato), valse all’arbitro l’etichetta di “amico della Juve”. Risultato? Doveva andare ad arbitrare i Mondiali, ma fu cacciato in malo modo. E ora ci manca poco che il povero De Santis finisca in galera, accusato di fare parte di un’associazione a delinquere!

Secondo caso: Collina. Il “più grande arbitro di tutti i tempi” è sempre stato attento a fischiare in maniera quasi scientifica contro la Juve. Ha combinato disastri dentro e fuori Italia, ma le sue direzioni di gara ai danni dei bianconeri hanno fatto di lui un esempio di come dovrebbe essere l’arbitro nel mondo dei sogni (rossonerazzurri). La partita nell’acquitrino di Perugia rappresenta il massimo esempio della sua struttura morale, ma non si possono dimenticare tanti altri begli episodi, come il gol di Toldo, in cui Buffon venne malmenato, mentre il pelato direttore di gara fingeva di non vedere. Il commento dei cronisti? Sì, c’era fallo, ma è giusto così: in fondo l’Inter meritava il pareggio. Collina non era un bravo arbitro, ma certamente era il più furbo di tutti, perché dava al popolo ciò che desiderava. E la sua carriera è lì a dimostrarlo.

Veniamo al presente ed immaginiamo di essere in campo, ad arbitrare la Juve. Krasic cade in area: sembra rigore, ma un minimo di incertezza, in questi casi, c’è sempre. Possiamo decidere di fischiare il rigore, rischiando di sbagliare e di finire come De Santis, oppure teniamo il fischietto in tasca (o addirittura ammoniamo il "serbo poco serio"), emulando Collina: anche se sbagliassimo, tutti direbbero che è comunque giusto così. E allora torno a chiedermi: c’è davvero bisogno che qualcuno telefoni ad un arbitro, per spiegargli come va la vita?


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