Evidentemente spedire la Juve in Serie B, scippandole due scudetti e devastandole la rosa, non è stato sufficiente.

La festa per la vittoria contro l’Inter è appena finita e già bisogna fare i conti con le recriminazioni preventive dei prossimi avversari. Cambiano gli orchestrali, ma la musica è sempre quella. Il vecchio capo della cupola De Santis è stato sostituito dal fresco “padrino” Romeo; anziché il Bologna, ad essere danneggiati sono quelli del Lecce; i campionissimi fermati dai cartellini non sono Petruzzi e Nastase, ma Gustavo, Jeda, Olivera e Giacomazzi. Nomi diversi, ma stesso senso di déjà-vu. A questo proposito, è evidente che i nuovi dirigenti juventini sanno già lavorare meglio di Moggi e Giraudo: prima del 2006, i bianconeri erano riusciti al massimo a fare fermare un paio di giocatori, adesso invece il numero di esclusi è addirittura raddoppiato.

Ma De Canio non ci sta: «Una squadra la si può favorire non solo con rigori assegnati o meno, ma anche con altre decisioni, come le ammonizioni ingiustificate, ad esempio quelle di Olivera e Gustavo». Come nella funesta era pre-calciopoli, quando i ladri juventini non erano ancora stati messi alla sbarra, il dubbio dell’allenatore è di quelli gravi: «Spero che la classifica così com'è nel nostro campionato sia determinata solo dal gioco in campo delle squadre, perché se così non fosse sarebbe veramente spiacevole».

Cosa aspetta Palazzi ad aprire una nuova inchiesta? La vogliamo chiamare Calciopoli 3? Intanto che ci siamo, occorre fare un’altra domanda al super-mega-giga-procuratore: e con Calciopoli 2 a che punto siamo? Dottor Palazzi: stia attento a non lavorare troppo, ché poi non le restano le forze per dedicarsi alle indagini su Gustavo e Olivera!

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