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Attualità di F. ZAGARI del 18/02/2009 14:53:56
Pugni, mani e colpi di reni

 

Un altro campionato se n’è andato; a quattordici giornate dalla fine il distacco tra la prima - l’Inter - e le inseguitrici - Juventus e Milan - si è ulteriormente dilatato - rispettivamente a +9 e +11 - .
Il pareggio interno dei bianconeri contro la Sampdoria e la conseguente vittoria, nel derby, da parte degli indossatori di scudetti altrui contro i “cugini” meneghini, è stato più che un segnale, osiamo dire che è stata la pietra che ha definitivamente infranto i sogni di gloria di chi, con coraggio ed abnegazione, ha provato a seguire la corrazzata neroazzurra, salvo perdere per strada, anche per proprie colpe, i punti necessari per rimanere agganciati al treno scudetto.
Il Milan dei quattro/cinque - ho perso il conto - palloni d’oro, non è riuscito a trovare la giusta continuità per dare forza ad una squadra obiettivamente forte, anzi fortissima, ma che ha avuto nella forma alterna dei singoli la spada di Damocle per non riuscire a vincere partite alla sua portata (Reggina su tutte). Nonostante l’assenza dalla Champions League la banda di Ancelotti si ritrova, dopo la sconfitta nella stracittadina, a ben undici punti di distacco dalla testa, e a parte svarioni modello campionato 2007/08, non sembra più in grado di recuperare quattro partite ai “cugini”.
L’Inter da par suo sta facendo, punto più punto meno, quello che ha fatto lo scorso anno. Il team dello “special one” è la squadra più attrezzata (nella somma tra tecnica e fisicità) del torneo.
Al tecnico portoghese – che in un primo momento vendeva zucchero e fumo negli occhi, esaltandosi con un modulo tutto attacco e spinta sulle fasce – è bastato mettere in campo un modulo all’italiana, e giocando all’italiana – difesa e contropiede – ha infilato una serie di vittorie che sono risultate decisive ai fini dell’attuale classifica. Come nello scorso campionato gli “aiuti” non sono mancati, spesso determinati. In ordine cronologico l’ultimo è avvenuto nel posticipo della ventiquattresima giornata, con il gol di mano di Adriano che ha sbloccato il risultato nel derby.
Alberto Cerruti scrive: “…e allora non è il caso di prendersela con l'arbitro, perché al di là degli episodi da moviola, l'Inter si è dimostrata complessivamente superiore…” . Nessuno mette in dubbio la forza e la solidità della squadra di Mourinho, ma se un episodio viene valutato pro e non contro (ricordo che in 24 giornate la squadra neroazzurra non ha ancora avuto contro un calcio di rigore), l’inerzia della gara cambia. Se poi questo si ripete in più gare il vantaggio è inequivocabile, e per una squadra che fa della difesa e delle ripartenze il proprio credo, sottolineare “…al di là degli episodi…” tende a non rispecchiare i vantaggi di cui hanno potuto usufruire gli uomini di Mourinho.
Sulla sponda del Po le cose invece vanno in maniera completamente diversa. Come già accennato poco tempo fa, la Juventus non è attrezzata per vincere lo scudetto. Sarebbe stato come chiedere a Mario Cipollini di vincere il Giro d’Italia: devastante in una corsa in linea, ma senza i mezzi per reggere, ad un certo livello, per le tre settimane di una corsa a tappe. Se si esclude il reparto offensivo – molto forte e completo – e qualche pedina del centrocampo, il resto della squadra fa una fatica immensa a proporre gioco – dopo due stagioni Ranieri non è ancora riuscito a dare un’impronta alla squadra –. Se a questo si include l’assenza di Chiellini, anche il reparto difensivo non si è dimostrato all’altezza delle aspettative. Dalla ripresa del torneo, dopo le vacanze natalizie, il reparto arretrato ha fatto acqua da tutte le parti, avendo subito nelle ultime quattro giornate – paradossalmente dal rientro di Buffon - sette reti – quasi due a gara – e i soli sei gol segnati hanno fruttato ai bianconeri la pochezza di 4 punti, frutto di 2 sconfitte, un pareggio e la sofferta vittoria, in 10, a Catania con un gol nei minuti di recupero.
Gigi Buffon ha dichiarato che nove punti di distacco dall'Inter sono tanti, “ma noi siamo una squadra di combattenti” ha aggiunto il numero uno della nazionale, sperando in una (im)possibile rimonta. “Non cerco mai alibi – ha aggiunto - ma domenica siamo stati veramente sfortunati” . Si è vero, la Juventus contro la Sampdoria è stata anche sfortunata; ma vuoi che una volta non giochi bene, vuoi che una volta i vecchi – come normale che sia – hanno un calo di rendimento, vuoi un episodio a sfavore, vuoi una giornata storta, i punti di distacco sono diventati nove, con la consapevolezza che almeno 4/5 undicesimi della squadra titolare non è da Juventus.
In settimana il presidente dell'Aia, Cesare Gussoni, intervenuto telefonicamente a Radio Anch'io lo Sport, ha replicato alle dichiarazioni del tecnico dell'Inter, Josè Mourinho, che si era detto dubbioso su alcune decisioni arbitrali – pure - nei confronti dei nerazzurri nella gara di sabato 6 febbraio a Lecce: "Mourinho ha una sua visione del campionato italiano che gli lascio volentieri, non spetta a me giudicarlo, sarà qualcun altro eventualmente a farlo. Io però insisto nel dire che, facendo la somma algebrica, dopo la grossa crisi di Calciopoli mediamente la classe arbitrale sta migliorando. L'arbitro è vaccinato alla critica e si tratta di un fenomeno che si ripete quando la stagione sportiva va accentuando la rivalità fra le squadre" .
La metodologia della somma algebrica di Gussoni onestamente non la conosco, e nemmeno la voglio conoscere, sta di fatto che dalle ceneri di “Farsopoli” abbiamo assistito – statistiche alla mano – ad un numero impressionante di errori, con una percentuale che, sia nel campionato passato che in quello corrente, si è assestata intorno al 50% delle partite giocate: in pratica un errore determinate ogni due gare.
Intanto in queste ore si è accesso il dibattito sul gol di mano di Adriano, che nella giornata di lunedì è stato segnalato dalla Figc al giudice sportivo Gianpaolo Tosel. A prescindere dall’eventuale squalifica, – si parla di due turni, identica sanzione che colpì Gilardino dopo il match tra Palermo e Fiorentina – sia contro la Sampdoria, in cui la punta neroazzurra fu determinate per il risultato, nonostante fosse rimasto in campo dopo aver sferrato un pugno a Gastaldello, che contro il Milan, l’attaccante brasiliano è stato ancora una volta decisivo, sbloccando il risultato con un gol palesemente da annullare. Dovesse essere nuovamente squalificato (3 turni per il pugno) il risultato algebrico (non quello di Gussoni) farebbe sempre e comunque sei punti per l’Inter, nonostante due clamorose sviste arbitrali che hanno condizionato il risultato finale. “Episodi come questo sono sempre capitati, ma la buona fede degli arbitri non è in discussione” ha dichiarato sulle pagine di Tuttosport Gigi Buffon. Alla faccia del miglioramento della classe arbitrale, e di quando, in tempi meno recenti, proprio contro la squadra del portierone toscano, venivano usate parole con toni nettamente opposti, e dove nessuno, Buffon compreso, intervenne usando l’espressione “buona fede” .
A Torino - come a Milano sponda rossonera – questi non possono essere comunque alibi per difendere una stagione che fino ad ora ha evidenziato una costante: la mancanza di continuità.
Morale: la Juventus non è attrezzata per vincere un campionato, e di questo bisogna prenderne atto. Tra poco più di una settimana riprenderà il cammino continentale, così tra un pugno ed una mano, che hanno scavato una voragine nel massimo campionato nazionale, non rimane che sperare in un colpo di reni nella massima competizione europea per club, come quello che Mario Cipollini esplodeva negli ultimi metri di una Milano-Sanremo.

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