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Attualità di R. GAMBELLI del 23/02/2009 07:45:18
Prestigiatori e conigli

 

“Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”.
Molti di voi avranno assistito ad una delle ultime puntate di “Striscia la notizia”, nella quale abbiamo potuto ammirare uno dei tanti “burloni”, che fanno parte della trasmissione, bloccare Paparesta e chiedergli cosa si prova ad essere rinchiusi in uno spogliatoio. Chiaramente non poteva mancare, sullo sfondo, la foto del Direttore con il suo immancabile telefonino.
L’ex giacchetta nera ha risposto seccamente che “non è mai stato rinchiuso dentro uno spogliatoio”. La stessa frase che ripete da sempre, confermata persino durante l’interrogatorio eseguito dall’Ufficio Indagini della FIGC, in data 7 giugno 2006. Qualcuno ha parlato di clamorosa ritrattazione da parte dell’arbitro pugliese: in realtà non ha mai ritrattato niente, mantenendo un perfetto equilibrio e coerenza nelle sue affermazioni. No, signori, Paparesta non ha bisogno di utilizzare gli stabilizzanti dell’umore, in quanto è perfettamente sano di mente. Ricordo, per i non addetti ai lavori, che i farmaci stabilizzanti dell’umore vengono utilizzati dai medici psichiatri per salvaguardare i propri pazienti dalle fasi “up” e dalle fasi “down”. Un caso clamoroso, gridò Mentana, durante una trasmissione di Matrix, che, di fatto, retrocesse la Juve in B. “Sequestro di persona”, fu definito dai giornalisti malandrini, tanto che l’anonima sequestri faceva ridere in confronto a Moggi e Giraudo. Fu una storiella manipolata ad arte dai media, divenendo un succoso chicco d’uva che andava a completare il grappolo delle accuse, montate divinamente dall’Italia antijuventina ed antimoggi, per distruggere una squadra imbattibile e liquidare un grande dirigente, che vinceva spendendo poco.
Certamente Paparesta non è un chierichetto, fedele assistente del parroco del paesello, infatti, nasconde nel suo armadio uno scheletro talmente grande che forse apparteneva ad un pivot del campionato NBA. Sentite cosa afferma: “Telefonai a Meani per il mio lavoro di revisore dei conti, per una possibile procedura d’infrazione contro l’Italia da parte dell’Unione Europea, per violazione delle norme del protocollo di Kyoto, in relazione alle energie alternative. Ne parlai con Meani, visto che il presidente del Milan era anche il nostro Premier”. Telefonata che lascia aperti molti interrogativi. La punizione per il grande Milan fu quella di giocare la Champions, vincendola addirittura, mentre un altro glorioso club andava a giocare a Frosinone, rotolandosi nel fango della B, perché i suoi dirigenti erano a capo di un’associazione a delinquere (barzelletta della sera) e dell’anonima sequestri (di arbitri). Per la gioia smisurata del mondo antijuventino, con gli eterni perdenti in testa.
Paparesta, sempre a “Striscia la notizia”, ha dichiarato che altri arbitri, coinvolti in farsopoli, continuano ad arbitrare, mentre lui ne è fuori. Ricordo, all’ex arbitro pugliese, che anche molti dirigenti, attori di farsopoli, continuano ad essere al loro posto, presentandosi in Tv con i loro faccioni sorridenti, mentre altri (due) sono stati messi alla gogna, cercando di farli scomparire definitivamente, come fu fatto con Craxi ai tempi di Tangentopoli. La storia ricorda: Craxi, scomparso come un coniglio nel cappello del prestigiatore, mentre altri politici “birichini” hanno continuato e continuano ad imperversare nel letamaio della politica italiana. Ma il capro espiatorio era stato trovato. La storia attuale sarà diversa: il capro espiatorio non sparirà nel cappello del prestigiatore e molti accusatori dovranno fuggire dalla vergogna.
Quindi, consiglio a Paparesta di non meravigliarsi: questa è l’Italia.
Il vero scandalo è che Paparesta è stato giudicato ed escluso definitivamente da Collina, un altro coniglio che doveva, per somma giustizia, scomparire nel cappello del prestigiatore e che invece ha assunto il ruolo del mago stesso.
L’uomo Opel ha licenziato definitivamente Paparesta dai ranghi arbitrali perché, versione ufficiale, “non ha potuto seguire i corsi di aggiornamento per più di una stagione”.
Come dimenticare le cene tra Galliani e Collina nel ristorante dell’alabardiere Meani? Come dimenticare che entravano nel ristorante dalla porta di servizio per non farsi riconoscere?
Come dimenticare le telefonate chilometriche di Collina con Meani?
Eppure signore e signori, Collina ha assunto il ruolo del prestigiatore, con il potere d’infilare nel suo enorme cappello chi desidera, sotto lo sguardo soddisfatto di Abete, altro mago che dovrebbe diventare coniglio.
Il tutto avvolto da un silenzio assordante, come è assordante il silenzio che è calato sull’inchiesta di un pm di Milano su alcune telefonate della Moratti’s band ed il famoso sarto di Appiano Gentile, come è assordante il silenzio che è calato sul colpo di “bagher” di Adriano (termine pallavolistico: colpo difensivo, mentre per l’attaccante interista si è trattato di un colpo furbissimo e determinante in fase di attacco), come è calato il silenzio su tutti i favori arbitrali verso gli eterni perdenti, e potrei continuare a scrivere per un mese elencando tutto il mutismo che sta avvolgendo il calcio e le malefatte dell’Inter in questi ultimi tre anni.
Quindi caro Paparesta, questa è l’Italia: peccato che non puoi sospendere Collina!

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