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Attualità di P. CICCONOFRI del 21/03/2011 16:18:33
Tardelli vuole dimenticare calciopoli

 

Non c’è ombra di dubbio che dimenticare calciopoli sia oggi l’unica aspirazione del mondo sportivo e lo è per diverse ragioni, tutte più o meno legate ad interessi personali.

I media stentano ad individuare qualcosa di sportivo da raccontare, finendo per celebrare quel poco che offre qualche polemico “ex”, finendo per vendere chiacchiere da bar al tifoso con i paraocchi e tirando a campare alla meno peggio.

L’unica linea comune che unisce tutto il salotto buono, è soltanto quella di denigrare la Juventus, ed in questo spazio tutti trovano posto, anzi spintonano per prendere le prime posizioni e godere di quella poca popolarità che così gli viene offerta.

Anche campioni del passato bianconero, che una volta appese le scarpette al chiodo, smettono anche di essere “uomini” di sport. Leggevo prima l’ennesima critica stizzita di Tardelli (il doppio ex), che ci ricorda di “esistere” con il rancore tipico dell’ antijuventino: «Bisogna finirla con questa storia! Calciopoli non c'entra nulla con le vittorie recenti dell'Inter: l'Inter ha vinto meritando sul campo, perché ha avuto la rosa più competitiva. I successi nerazzurri sono tutti meritati e Calciopoli non c'entra proprio nulla». Non è una novità e non è nemmeno la prima volta che si esprime in queste termini; prima di Juventus – Inter aveva ribadito il suo pensiero sulla farsa: «Basta parlare di Calciopoli, visto che comunque c’è stato un processo sportivo. E lo dico per proteggere il nostro calcio, visto che ci sono ben altri problemi da affrontare».

Il messaggio non così sottile che ogni giorno viene ripetuto, è quello di uno sport a cui piace o ha la convenienza, a celebrare successi costruiti con accordi sottobanco, compromessi, interessi (perché questo è) e lo fa anche attraverso gli stessi uomini che hanno contribuito a renderlo grande, proprio come Tardelli.

Non so a voi, a me sta venendo la nausea a forza di ascoltare chi si offre per uno spettacolo ancora più deprimente di quello costruito con calciopoli. Non si “salva niente” continuando a dare fiato al trombe, ma si continua a “distruggere”, anche consapevolmente, cercando in ogni modo di insabbiare la farsa del 2006.

Per far rinascere il nostro calcio, più che di ex campioni abbiamo bisogno di veri uomini di sport. Basterebbe una parola, un gesto di coraggio, una presa posizione capace di approntare un piccolo ma significativo passo avanti, anche solo per avere la speranza di un futuro sportivo diverso. Invece continuano a sfilare vecchie glorie che accettano una farsa, consacrano vittorie a tavolino e spingono per sminuire il valore di conquiste fatte sul campo. Tutto per preservare lo status quo, che fa ancora comodo a troppi.

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