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Farsopoli di G. FIORITO del 23/03/2011 07:19:36
Facchetti: memoriale o confessioni?

 

Dopo aver descritto un clima che sfugge alla sacralità di un tribunale ed essersi dilungato per tre quarti di articolo in un pittoresco esame ambientale, nel tentativo di delegittimare l’operato della giudice Casoria, Fulvio Bufi, all’indomani dell’udienza di martedì 15 marzo 2011, scrive che Gianfelice Facchetti, citato dai PM , si è presentato nell’aula 216 per deporre intorno a “ciò che gli raccontava il padre Giacinto circa i suoi sospetti sull´esistenza di un «sistema» che controllava il mondo del calcio, e soprattutto ciò che lo scomparso presidente dell´Inter scrisse dopo aver raccolto le confidenze dell´ex arbitro Danilo Nucini, che gli parlò del potere di Moggi e della Juventus. Potrebbe essere un momento importante perché è come se, attraverso Gianfelice, in questo processo entrasse la voce di Giacinto Facchetti, un monumento del calcio al di là di ogni sospetto” . Si rammarica nelle righe seguenti che il momento importante sfumi nella capacità degli avvocati (Gallinelli, De Falco e Messeri, nonché lo stesso avvocato della Juventus) di fare il loro mestiere, cioè presentare opposizione, accolta, rispetto all’acquisizione agli atti del memoriale e alla sua lettura in aula. Pur ammettendo che manca anche della firma.

Nella sua foga agiografica, Bufi dimentica di commentare ciò che è stato detto durante la deposizione. Oltre il procedimento in corso a Napoli, sul fronte della giustizia sportiva, in seguito all’esposto presentato il 10 maggio 2010 da Andrea Agnelli, il superprocuratore Palazzi ha aperto un fascicolo e ha eseguito una formale richiesta di convocazione per il 31 marzo del presidente dell’Inter Massimo Moratti. Vediamo se è possibile trarre dalla deposizione di Gianfelice Facchetti qualche indicazione utile anche in quest’ottica.

Lo stesso Bufi dice che “lo scomparso presidente dell´Inter scrisse (il memoriale)dopo aver raccolto le confidenze dell´ex arbitro Danilo Nucini”.Giacinto Facchetti intrattenne rapporti, intensi per durata e per caratteristiche, con un arbitro che all’epoca dei fatti era in attività (violazione dell'art. 1, causa: rapporto dirigente-arbitro vietato). Il PM Capuano chiede immediatamente, all’inizio della deposizione, chi fosse il padre del teste e cosa facesse e Gianfelice risponde: “È stato giocatore dell’Inter, poi presidente dell’Inter per due anni, fino al suo decesso; prima è stato dirigente in altri ruoli, curava le relazioni internazionali” . Vediamo nel dettaglio la carriera di dirigente intrapresa da Giacinto Facchetti nel 1978, dopo aver lasciato l’attività agonistica. Svolge il ruolo di dirigente accompagnatore della nazionale azzurra nel campionato mondiale di calcio che si disputa in Argentina, poi diviene rappresentante all’estero per l’Inter e quindi Vicepresidente dell’Atalanta. Rientra presso i nerazzurri durante la presidenza di Massimo Moratti, come Direttore Generale, diventando Vicepresidente dopo la scomparsa di Giuseppe Prisco (12 dicembre 2001) e Presidente il 19 Gennaio 2004, in seguito alle dimissioni dello stesso Massimo Moratti. E’ importante stabilire i ruoli e i tempi, perché nel corso della deposizione di Nucini si alluderà alla questione se Massimo Moratti fosse o no a conoscenza dei suoi rapporti con Facchetti ed è essenziale conoscere il ruolo di quest’ultimo rispetto all’Inter nel periodo di queste frequentazioni. La scappatoia già vista della mansione di “preservativo” potrebbe rivelarsi irriverente per un “un monumento del calcio al di là di ogni sospetto”.

PM Capuano: Nucini disse a suo padre di aver fatto parte dell’associazione?
Facchetti: Sì, un contatto di Nucini con l’associazione fu con De Santis e Fabiani, che era quello che forniva le schede telefoniche. Nucini disse a mio padre che il passo precedente fu la sua appartenenza all’associazione e gli fece presente di guardarsi Avellino - Messina del 2003-2004 arbitrata da lui, e suggerì a mio padre di leggersi le dichiarazioni sull’arbitro nelle gare da lui arbitrate. Il passo successivo fu la volontà di volersi togliere da questo rapporto, e raccontò queste cose.

Anche questo passo della deposizione è importante. Indica il tentativo dell’accusa di presentare il teste Nucini come una sorta di “pentito” del sistema denominato “cupola” o anche “moggiano”. Qui sembra essere confermato.

PM Capuano: Sa se Suo padre ha partecipato a cene con i designatori?
Facchetti: Sì, in occasione di un Livorno-Inter una cena a casa di Bergamo.

Lascia il tempo che trova. I rapporti con i designatori non erano proibiti. Ma ci si è ricamato sopra e ci si sono costruiti processi. Eppure anche Facchetti e Sacchi, come è emerso nell’udienza di giorno 1 marzo, avevano le stesse consuetudini contestate a Moggi e Giraudo.

Avv. Prioreschi: Ha chiesto Lei di essere sentito?
Facchetti: Sì, perché in quei giorni, seguendo quello che accadeva in questo processo, rimasi molto colpito da una intercettazione sbagliata di mio padre e partendo da quell’episodio…
Avv. Prioreschi: E come ha fatto?
Facchetti: Ho cercato un contatto con la Procura.
Avv. Prioreschi: Col telefono?
Facchetti: Sono venuto in Procura.
Avv. Prioreschi: Così, una mattina...
Facchetti: No, ho telefonato prima, dicendo che volevo parlare di queste carte di mio padre.
Avv. Prioreschi: E come mai a verbale non è stato dato atto che era stato lei…
Opposizione.
La Presidente Casoria accoglie.
Avv. Prioreschi: Davanti ai PM aveva appunti e li leggeva?
Facchetti: Sì.
Avv. Prioreschi: Quindi facevano le domande e lei rispondeva?
Facchetti: Non solo, ho fatto anche riferimento a cose che conoscevo.
Contestazione dell'Avv. Prioreschi che legge parti della deposizione in cui si rileva che essa è tutta una serie di letture degli appunti di Giacinto Facchetti.
Facchetti: È chiaro che le cose che sapevo non avevano alcun valore senza gli scritti di mio padre.
Avv. Prioreschi: Mi dice perché tra le letture che ha fatto non c’era il passaggio in cui suo padre scriveva “non c’erano però le prove”.
Facchetti: Non ho letto solo quello, ma è chiaro che si trattasse di impressioni che si sono scambiate.

Legittimo che per devozione filiale si faccia tutto il possibile per rispettare la memoria del genitore e tramandarla integra ai posteri. Anch’io ho perso mio padre all’età di dieci anni. Indossava una divisa, ma anche da semplice vigile urbano ha fatto in tempo a trasmettermi e insegnarmi i valori della sacralità laica dello stato. Tuttavia Prioreschi rileva il passaggio omesso dall’accusa: “non c’erano prove”, nemmeno a giudizio dello scrivente il memoriale. Per di più si discute ancora di impressioni.

Avv. Prioreschi: Rispondendo al PM lei ha detto anche le posizioni di suo padre sull’esistenza di una struttura di potere che era legata alla Juventus e a Moggi ma anche a Galliani e al Milan?
Facchetti: Confermo. Negli appunti c’era anche quel nome.

Nel memoriale si fa menzione di una struttura di potere legata alla Juventus e a Moggi, ma anche a Galliani e al Milan. Il flusso di intercettazioni che ancora deve essere consegnato nella trascrizione del perito Porto ne comprende una serie significativa anche rispetto alla posizione del Milan. Che non ha mai avuto la considerazione che probabilmente merita. Poco più avanti Gianfelice dice: “secondo mio padre il controllo non era solo sugli arbitri, ma anche sui guardalinee e gli osservatori”. E’ noto che Meani avesse un rapporto privilegiato proprio con i guardalinee, nelle intercettazioni si fa pure menzione di una “scuderia Milan” (intercettazione Puglisi – Meani del 10/04/05).

Avv. Prioreschi: Suo padre è stato eletto presidente dell'Inter nel gennaio 2004, sa se da quella data ha incontrato Nucini?
Facchetti: Non so, ma non credo.
Avv. Prioreschi: Sa se Nucini in quel periodo ha arbitrato l’Inter?
Facchetti: Una sola volta con l’Udinese.
Avv. Prioreschi: Sa se sua padre ha fatto esposti alla FIGC?
Facchetti:Mio padre non aveva alcuna fiducia nell’Ufficio Indagini della Federazione. Sapevo che dopo le testimonianze di Nucini gli dissero che se aveva voglia poteva andare.
Avv. Prioreschi: Lei sa che il codice prevede l’obbligo di denunciare?
Facchetti: Sì.

Nucini dunque ha arbitrato l’Inter. Giacinto Facchetti non aveva fiducia nell’Ufficio Indagini della Federazione. Non era come noi, che ancora siamo fiduciosi e ci attendiamo che gli errori e le omissioni di questi cinque anni possano trovare giustizia. Il codice prevede l’obbligo di denunciare(violazione dell'art. 6, comma 7, obbligo di denuncia, del Codice di Giustizia Sportiva). Danilo Nucini e Giacinto Facchetti lo hanno fatto? Noi lo facciamo da cinque anni. Non solo con il nostro impegno personale, ma attraverso l’operato di Giulemanidallajuve. Il signor Bufi non se ne rende conto. Palazzi giorno 31 ha l’ennesima opportunità di farlo.

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