“Burino sost. m. s. Sinonimi: bifolco, buzzurro, cafone, contadino, maleducato, tanghero, villano, zotico || Vedi anche: ignorante, rozzo, zoticone, barbone, beduino, campagnolo, cavernicolo, pescivendolo, screanzato, selvaggio, straccione, villanzone, bovaro, incivile, ineducato, scaricatore Contrari: gentiluomo, signore”. Questo è quanto recita alla voce “Burino” uno dei milioni di dizionari on-line disponibili sulla Rete.
Qui vogliamo invece avventurarci in qualcosa di più complesso: analizzare una figura simile ma ben distinta, perché fondamentalmente unica; anzi, più che unica direi “Speciale”, “Special One”… il BURINHO.
Il Burinho arriva in Italia come ennesimo esemplare di una categoria ben nota al popolo pallonaio, quella degli allenatori bravissimi. Dove per bravissimi non si deve intendere bravissimi ad allenare, o bravissimi ad interpretare le partite, bensì bravissimi a scegliersi la squadra migliore ed a strappare contratti faraonici. In questa “Hall of Fame” non possiamo certo dimenticare Arrigone Sacchi e Fabio “ci vediamo al ritiro” Capello.
Appena arrivato in Italia, il nostro soggetto si dimostra, a dir la verità, davvero “speciale”. Infatti, a differenza del 99% dei suoi colleghi del mondo pallonaro, non si mette a recitare il solito salmo trito e ritrito del “fin da bambino ho sempre ammirato questa squadra”, o “essere qui all’XY è il sogno di tutta la mia carriera”. No. Lui no. Lui molto semplicemente ci tiene a far sapere a giornalisti e lettori che lui, in perfetto slang meneghino “Non è un Pirla!”.
Standing Ovation da parte della platea, e tutti giù alla Pinetina a vedere gli allenamenti, con occhi bramosi di carpire i segreti del Guru del calcio mondiale, gli schemi, le tattiche, la zona, la bi-zona, il 5-5-5…
E infatti gli esperti vengono deliziati dalle innovazioni tattiche portate dal nostro eroe: lo schema “tutti dietro, lancio lungo e speriamo che Ibra combini qualcosa” non tarda ad entrare nella storia del Calcio Italiano, così come il raffinato e sperimentale “sullo 0 a 1 ficco dentro 5 punte e che Dio me la mandi buona”.
Ovviamente qualcosa manca ancora, e come il topo-chef Remy nel cartone Ratatouille (ricetta che prevede un miscuglio di verdure cotte in padella, e che perciò ben si adatta a rappresentare la formazione dell’Iter) il nostro Guru individua subito l’ingrediente mancante. Qualcuno che con cross illuminanti serva le punte. Meglio se con stile e classe.
E così eccolo a bussare agli uffici di Via Durini chiedendo l’acquisto di tale Quaresma, soprannominato “la Trivela”. Che deve essere una forma dialettale portoghese per “il vetraio”, dato che –come si scoprirà presto- i presunti cross liftati del nuovo acquisto hanno provocato la rottura di tutte le finestre delle palazzine che affacciano sul campo dell’Inter.
Grazie comunque agli schemi illuminanti del Guru portoghese, e navigando a vista tra errori ed orrori arbitrali, la Corazzata Inter viaggia comunque a gonfie vele (e non dite che di corazzate a vela non ne avete mai viste… d’altro canto neppure l’Inter è una corazzata, checché ne dica Coboldi!!) verso fulgidi traguardi.
Ma si sa, i giornalisti sono una razza incontentabile, e per giunta, da che mondo è mondo, ce l’hanno con l’Inter a prescindere. E così il solito giornalista prezzolato da Moggi (Moggi? Ma non l’avevano mandato in esilio? E comanda ancora? Mah…), in una conferenza stampa pone al nostro Special One interrogativi piccanti su presunte carenze di gioco dell’Inter.
E qui, lasciatemelo dire, per una volta io sono davvero tentato di andare ad abbracciare il nuovo Genio del Calcio. Già, perché è il primo nella storia a dare ad un giornalista la risposta che dai tempi di Orsi e Meazza tutti avrebbero dovuto ma nessuno ha mai osato dare: “MA SE SEI COSI’ BRAVO, PERCHE’ NON VIENI TU AD ALLENARE AL POSTO MIO?”
Roba da Premio Nobel. Peccato che poi, come un calciatore che fa il coast-to-coast scartando 10 uomini più il portiere e alla fine spara fuori, anche il nostro eroe rovina quanto di buono ha appena fatto: il giornalista gli risponde che –allora- vuole essere pagato 11 milioni di Euro come lui, e lo Special One risponde seccato che i milioni non sono 11 ma 14.
Da Masaniello calcistico a Re dei Parvenu in meno di 10 secondi. Non lo abbraccio più. Se ne farà una ragione.
Ma il destino è in agguato: complice un’assonanza cromatica, l’arbitro designato per Atalanta – Inter va in confusione, non sa a chi deve fischiare rigori inesistenti e amenità varie, e così nel dubbio si astiene. Risultato: la Corazzata torna a casa con tre pappine sul groppone. E qui la cronaca lascia il passo alla leggenda: radio-spogliatoio dice che, dopo la partita, si sia sentita detonare, all’interno dello Stadio, questa frase: “Il primo scudetto ve l’hanno portato in segreteria, il secondo l’avete vinto giocando contro nessuno ed il terzo all’ultimo secondo… siete una squadra di M…” dove M evidentemente non sta per Meraviglie.
Non so e non posso giurare che la frase sia vera. Di sicuro so una cosa: se è vera, allora è vero anche che il Guru non è un pirla. Lui almeno l’ha capito, i suoi tifosi no.
Ovviamente, come spesso avviene, un colloquio padre-figlio con il presidente li riconcilia, grazie anche ad una amorevole carezza paterna e alla promessa di una possibile promozione istantanea a lavorare nelle miniere di sale di Sassu Scriptu.
Anzi, con l’occasione, il presidente più onesto e l’allenatore più geniale concordano anche le linee guida per il proseguo della stagione…
…e così, alla prima occasione in cui l’arbitro non riesce proprio a fischiare il solito rigore di default, ecco il Guru versione 2.0: “…stanno succedendo cose un po’ strane…” dice con quella sua faccia da “non fatemi parlare se no viene su un casino”.
Orpo, se accadono cose strane.
Infatti dalla settimana dopo avviene uno scisma tra la F.I.G.C. e l’International Board che manco ai tempi di Martin Lutero: il sacro testo delle regole del giuoco del calcio viene buttato nella raccolta carta e sulla porta di Via Durini vengono appese le “nuove regole” che prevedono, tra l’altro, la non punibilità del “fuorigioco di massa” e l’introduzione del “gioco di mano, gioco da Adriano”.
Come in tutte le grandi rivoluzioni,c’è sempre qualche reazionario che non ci sta e si oppone al “nuovo che avanza” e così tale Carletto “Babe maialino coraggioso” Ancelotti critica le nuove regole e la loro applicazione (come in tutte le importanti novità, prima di essere introdotte ufficialmente devono essere testate a campione, e, in quanto Campione d’Itaglia, la squadra scelta per la sperimentazione è l’Inter…).
Con il consueto piglio deciso, il nostro Special One replica: “Ma che crede? Che siamo tutti pirla??”. E riecco la parolina magica. Che perlomeno non è il classico “Pizza” e “Spaghetti” che tutti gli stranieri imparano non appena arrivano in Italia.
…già, ma fammi pensare… come l’ochetta Martina gli stranieri imparano “Pizza” e “Spaghetti” perché è la prima cosa che vedono in Italia.
Lui invece ha imparato “Pirla”.
Beh, appena arrivato sarà andato a firmare il contratto con Mor…
…ah, ecco, ora ho capito tutto…
Comunque, com’è, come non è, la Corazzata Inter è arrivata anche agli Ottavi di Champions’ League, travolgendo in partite memorabili squadroni come l’Anorthosis Famagosta, che nella sua storia ha vinto… beh, ha vinto… oh, adesso non mi viene in mente, ma qualcosa l’avrà vinto di sicuro!
Comunque, agli ottavi, l’appuntamento è di quelli tosti. Come desiderato dal Condottiero, ecco arrivare il Manchester United di Cristiano Ronaldo. Roba da far tremare i polsi a chiunque.
Ma non a Milano.
Anzi, lì si cominciano lotterie nei bar con in palio cestini con cotechino e bottiglia di vino per chi indovina con quante pappine tornerà a casa la squadra inglese.
Dopotutto sono Campioni d’Itaglia, no?
Ma ecco l’imprevisto. Anche qui la lunga mano di Moggi torna a colpire dal Limbo dove fu rinchiuso: il Male, il Grande Cthulhu del calcio possiede il Presidente dell’Uefa, l’innocente Platini, e utilizzando il suo corpo ordina all’arbitro di maltrattare l’Inter.
Uno, due, tre rigori negati, fuorigiochi inesistenti, rimesse invertite e persino –a seguito di uno starnuto- l’arbitro non dice nemmeno “salute!”.
Uno scandalo.
Tanto è vero che dopo la partita, conclusa 0 a 0 solo per la prova magistrale del portiere dell’Inter Julio Cesar (Portiere? Ma io me lo ricordavo in difesa… ed era pure più grosso e di carnagione scura… e giocava da noi… mah… sarà la memoria che mi fa strani scherzi…) il nostro eroe sbotta contro l’arbitro, facendo cascar giù dalla sedia per la sorpresa l’allenatore degli avversari, un certo Sir Alex Ferguson, 23 anni sulla panca più prestigiosa d’Inghilterra.
Mica pizza e fichi, insomma.
…e siamo solo poco oltre la metà stagione. Cosa ci regalerà ancora il nostro Campione?
Di certo mi pongo una domanda…
Sacerdote e discepolo del culto di sé… Borioso, maleducato e spocchioso fino all’inverosimile… Non sa dare un gioco alla squadra… Litiga con giornalisti, allenatori e giocatori… Ogni volta che apre bocca perde l’occasione per non dire una minchiata…
…ma dottor Moratti, non faceva prima a tenersi Mancini?????
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