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Farsopoli di N. REDAZIONE del 15/04/2011 21:00:20
Processo calciopoli: caduta la ‘riservatezza’

 

Il Re è nudo

L’iniziativa del presidente del Tribunale di Napoli di inviare una nota al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, per segnalare il contenuto di alcune frasi pronunciate dalla d.ssa Casoria e dalla d.ssa Pandolfi innanzi la sezione disciplinare del CSM nel corso dell’udienza dello scorso 8 aprile, rende ancora più originale un processo di per sé “ irripetibile” (speriamo bene).

Non ho la minima idea di quante volte un magistrato abbia segnalato condotte che, in teoria, potrebbero ritorcersi contro di lui, come del resto evidenziato dallo stesso interessato: nel caso in cui, cioè, fossero vere le dichiarazioni rese dalla d.ssa Casoria e dalla d.ssa Pandolfi.

Una simile iniziativa, nelle intenzioni del presidente Alemi, dovrebbe servire a salvaguardare il prestigio del Tribunale di Napoli, di cui in verità nessuno fino ad oggi ha mai dubitato; né credo che possano esserci rischi concreti per il processo di Napoli di Calciopoli, trattandosi anche qui di fatti estranei al merito del giudizio.

Il problema è semmai un altro, ed è legato a quelle dichiarazioni del dott. Alemi, riportate dal Corriere del Mezzogiorno , secondo cui il procuratore della Repubblica aveva inviato una lettera riservata con la quale, partendo dal presupposto che era in corso un procedimento disciplinare, chiedeva al presidente del Tribunale quali fossero le sue determinazioni in merito.
Sennonché, non c’era alcuna iniziativa che il presidente Alemi potesse assumere “perché l’astensione è una decisione del giudice, non gli può essere chiesta”.
Però, anziché fermarsi a questo, il dott. Alemi ha ritenuto opportuno girare la lettera alla d.ssa Casoria (e dunque questa circostanza, prima smentita, è confermata) , la quale rispose nei termini che conosciamo.

Se questi sono i fatti, emerge, a mio modo di vedere, un’anomalia grave, perché il Procuratore della Repubblica rappresenta un Ufficio (la Procura della Repubblica, per l’appunto) che è parte in un processo dinanzi ad un giudice terzo e, come tale, non dovrebbe prendere carta penna e calamaio per chiedere (riservatamente) al diretto superiore del giudice innanzi al quale si celebra il processo di “trovare soluzioni” per fare astenere il giudice notoriamente non gradito (visto che, per inciso, era stata sollevata già un’istanza di ricusazione rigettata).

Inoltre, il Procuratore capo della Repubblica non è esattamente il vigile urbano che ti fa la multa sotto casa, ed una simile iniziativa assume contorni preoccupanti perché il giudice destinatario di una tale richiesta, laddove riterrà di non doversi astenere (come è avvenuto), si troverà poi in una situazione di disagio nel prosieguo del processo.

Inaspettatamente per la Procura, però, hanno trovato un Giudice (la d.ssa Casoria) che ha saputo rispondere da par suo; e il Re, caduta la “riservatezza”, adesso è nudo.

di Francejuve

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