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Attualità di R. GAMBELLI del 04/03/2009 23:15:32
Cronaca di una trasmissione annunciata

 

Domenica sera è andata in onda la trentaquattresima puntata della fiction televisiva “Il Campionato più buffo del mondo”, che va in onda sulle emittenti pubbliche Rete4 e Rai 2 ad orario unificato, e sul canale a pagamento Sky, ad orario quasi continuato.
Riassunto della puntata precedente: Adriano colpisce di braccio nell’area felsinea, liberando Cambiasso, che segna una rete decisiva. Il braccio è sempre lo stesso: il destro, con il quale aveva segnato una rete, altrettanto determinante, al Milan.
Iniziano le trasmissioni con i vari ospiti ed opinionisti. Come di solito ogni emittente cerca sempre di far sedere sulle proprie poltroncine i personaggi più prestigiosi: l’audience ormai è vita. Il colpo grosso è della Rai, che presenta Oriali.
Ecco che De Luca sembra uno di quei “lustrascarpe” tanto cari a Sergio Leone nel suo meraviglioso film “C’era una volta in America”, talmente è riverente e generoso in complimenti verso il dirigente Eterno Perdente. Manca solo qualcuno che si presenti con uno sgabello, dove appoggiare i piedi del buon Lele. Iniziano, dunque, le domande di rito, che portano la totalità dei presenti in sala a sentenziare che il fallo di braccio del brasiliano era involontario, così come quello della puntata precedente, un vero e proprio colpo pallavolistico.
Tutti sperano che Teocoli chieda al ds. nerazzurro: “Scusi sig. Oriali, visto che lei è così bravo a falsificare i passaporti perché non dà una mano a Lippi per risolvere la questione di Amauri?”. Ma, chiaramente, questo non avviene.
Riassunto dell’ultima puntata: l’Inter sta facendo una delle solite figuracce di fronte ad una Roma bella e viva, quando “Scalpo Bizzarro” Balotelli imita Klaus Dibiasi in un carpiato con coefficiente di difficoltà 7,5. L’arbitro Rizzoli assegna il rigore decisivo agli Eterni perdenti. “Scalpo Bizzarro” va sul dischetto e segna, esibendosi anche in uno sfottò verso i nostalgici di Turone.
Ecco che tutto il movimento nazional-popolare del calcio attende con ansia le trasmissioni televisive, per assistere ai commenti sul rigore inesistente concesso agli Eterni Perdenti. I tifosi juventini scelgono Controcampo, è arrivato Mister Ranieri.
Ad un tratto tutti in piedi: viene inquadrato lo Special One, con una faccia da “Balla coi lupi 2”, che grida allo scandalo, perché sulla terza rete della Roma, secondo lui, c’è un fallo evidente di Battista su Cambiasso, confermando il rigore netto su Balotelli.
Nessuno dei presenti in sala contraddice Mou, che, nonostante ciò, abbandona la trasmissione quasi risentito. Il tutto dà vita ad un dibattito tra i presenti in trasmissione. Il mondo juventino è sicuro: stavolta, finalmente, Ranieri andrà giù di brutto, gridando ai quattro venti lo scandalo che sta sommergendo il calcio italiano. Ecco che ricorderà gli ultimi tre anni, che hanno visto la squadra di Moratti compiere furti a destra e sinistra, con reti in fuorigioco, colpi di mano, rigori inesistenti, rigori non concessi alle squadre avversarie, e che più ne ha più ne metta.
Tutto questo, purtroppo, non avviene. Dopo che Mughini, un urlo nel silenzio, richiama Luciano a gran voce, ecco che il nostro allenatore, timidamente, da brava persona qual è, si lascia sfuggire: “sono un coglione che viaggia in coppia”, riferendosi alla precedente uscita di Spalletti, in diretta da Milano, per poi scatenarsi quando inizia a parlare del calcio inglese.
Mi scusi Mister, ma chi se ne frega del calcio inglese? I tifosi juventini esigono che qualcuno della società, finalmente, esca allo scoperto, contro la dittatura politico-calcistica del petroliere, contro il silenzio assurdo e colpevole della domenica sera, quando ogni amante della Juve e della giustizia va a coricarsi con le ossa rotte, sperando che il Processo di Napoli inizi presto, perché quel match, nelle aule dei tribunali, sarà la partita più importante.
Mi scusi mister, ma quando ricapiterà un’occasione come questa: l’Inter che ruba un altro punto e lei che è presente in sala a Controcampo di fronte allo Special One?
Ci fosse stato Capello, con la sua mascella volitiva e gli occhialini da professorino di Cambridge, avrebbe rispedito a casa il portoghese nero di rabbia, per la gioia e l’orgoglio di tutti gli juventini. Qualcuno mi ricorda che, però, Capello, non faceva giocare Del Piero: naturale, mi viene da rispondere, aveva nelle sue file un certo Ibra da affiancare a Trezeguet! Ibra è l’unico giocatore al mondo che fa reparto da solo in avanti, spostando gli equilibri di una partita. Senza di lui l’Inter non balla e la conferma è arrivata, puntuale, domenica contro la Roma.
Qualcuno, in trasmissione, ci racconta di una dichiarazione di De Rossi, che, come l’anno scorso, è l’unico a gridare allo scandalo. Chiedo e prego nuovamente i lupacchiotti di non ricordarci mai più quel benedetto goal di Turone, e che, invece, si concentrino a reclamare per i furti subiti da parte dell’Inter in questi ultimi tempi, prima che qualcuno metta loro un bavaglio.
Storicamente la Juve è sempre stata poco presente nelle trasmissioni televisive, centellinando le interviste già dai tempi di Boniperti, che, addirittura, scappava alla fine del primo tempo non rilasciando dichiarazioni. Lo stesso presidente negò i giocatori bianconeri alla Rai per almeno due stagioni: erano i tempi delle schermaglie verbali tra lui e il presidente giallorosso Viola, con la televisione di Stato che proteggeva i capitolini a scapito di Madama. Ci pensava, comunque, l’Avvocato con le sue battute pungenti a zittire i giornalisti. Ogni frase di Giovanni Agnelli diventava subito una sentenza definitiva.
Poi arrivò la triade, con Giraudo grande comunicatore e Moggi che andava a mettere la propria faccia e prendersi le rogne, ogni lunedì, di fronte alle belve assetate di sangue bianconero, che si sedevano sulle poltroncine dell’Holiday Inn di Assiago, dove andava in onda il Processo di Biscardi. Mai come nei dodici anni della triade la Juve era mai stata così “televisiva”.
Ed eccoci arrivati ai giorni d’oggi con la “Goeba”, sconvolta da farsopoli e, dove, i nostri difensori televisivi, indottrinati dalla nuova società, proclamavano, perseverando, di un club nuovamente “pulito” e sano. Mi vengono in mente Tardelli e Montali, il tifoso viola con la pallavolo nel cuore.
Il presente è sotto gli occhi di tutti, il silenzio quotidiano della società è rumoroso , come canterebbe Lucio Battisti, un mutismo volontario figlio dell’antico stile Juve, dicono loro, che parte dai dirigenti per arrivare, incredibilmente, ai giocatori.
Un mutismo che permette ad un Presidente di confermare che anche senza i colpi di mano di Adriano la sua squadra avrebbe vinto lo stesso, che il rigore di Balotelli era netto e che se non fosse esistita una “banda di mascalzoni” la sua Inter avrebbe vinto molti scudetti di più.
A Torino nessuno risponde: staranno pensando di richiamare Idris?

questo succedeva domenica sera... ma le polemiche portano a nuovi sviluppi.. segue domani

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