Si è tenuta a Roma, presso l’hotel Parco dei Principi, l’udienza del procedimento voluto dalla FIGC e istruito da Palazzi in merito alla risoluzione della proposta di radiazione pendente dal 2006 su Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini, nonostante gli avvocati dei radiandi avessero richiesto un rinvio motivato dalla decisione dell’Alta Corte del Coni di deliberare il 23, tra 4 giorni, in merito all’istanza di legittimità della norma ad hoc introdotta il 3 marzo, presentata dall’ex vicepresidente della FIGC. A 5 anni esatti dalle dimissioni come dirigente della Juventus, sotto l’occhio vigile delle telecamere richieste e motivate dai casi di illecito sportivo, solo Moggi si presenta davanti ai giudici, con i suoi legali e una richiesta di ricusazione non solo nei confronti del presidente della Disciplinare Sergio Artico, presidente della CDN che lo aveva condannato nel processo sportivo del 2008 relativo alle sim svizzere, ma anche nei riguardi degli avvocati Gianfranco Tobia e Riccardo Andriani, allora suoi colleghi, la presenza dei quali non era nota fino a stamattina agli avvocati dell’ex dg bianconero.

Poco dopo mezzogiorno la Commissione Disciplinare, udite le parti, accoglie l'istanza, nonostante Palazzi la giudichi inammissibile, e sospende il procedimento trasmettendo gli atti ad altro collegio per la decisione sulla radiazione di Moggi.

Il procuratore Palazzi inizia la requisitoria contro Giraudo e ne chiede la radiazione, con riferimento alle memorie presentate da Moggi, incurante del fatto che nel frattempo il suo giudizio è stato sospeso: “Le sue difese hanno voluto dimostrare la differenza di Giraudo da Moggi, ma le cose non stanno così e lo dice la Corte federale. E allora chiedo la preclusione (radiazone, ndr) del dottor Giraudo. Con Moggi ha condizionato l'intero campionato 2004-2005, condizionandone la parità di trattamento. I fatti nuovi e successivi non possono essere valutati”.

A difesa di Giraudo parla l’avvocato Massimo Krogh, promotore di una linea difensiva che farà certamente discutere. Il legale si adegua alla linea di Palazzi, di disconoscimento dei fatti nuovi e delle nuove prove emerse nel corso del processo di Napoli e dichiara non rivedibile il giudizio sportivo, appellandosi alla buona condotta del suo assistito. Giraudo si è trasferito in Inghilterra e ha imparato la lezione, così si potrebbe riassumere la sua arringa: “La sentenza ha avuto su di lui un effetto, gli ha detto, cerca di non ricadere in quei comportamenti per cui ti hanno condannato”. Il suo comportamento da allora è stato irreprensibile e “il diritto europeo non consente una sanzione a cinque anni dal processo”. Sulle schede svizzere afferma: “La pena non è proporzionata perché Giraudo è totalmente al di fuori dal discorso delle schede preso in considerazione”. Le schede svizzere vengono abitualmente usate dagli industriali che temono la concorrenza, ma “c’è stata sentenza in cui lui non c’era”. La conseguenza è che viene respinta la richiesta di radiazione. Andrea Galasso, l’altro legale di Giraudo, lancia a Palazzi la pesante accusa di aver devastato il diritto e di non avere dimostrato civiltà giuridica, a 4 giorni dalla decisione dell’Alta Corte del Coni che deve legittimare l’attuale procedimento. Aggiunge: “Grande lealtà da parte di Giraudo nei confronti della istituzione calcistica, riproporre la preclusione qui significa mancanza di buonsenso e di scarsa moralità della giustizia”. Palazzi risponde respingendo le accuse, ma afferma: “ho sottolineato che non c'era automatismo”, riguardo alla proposta di radiazione. L’avvocato Krogh rimarca: “Bene, anche Palazzi dunque respinge il concetto di automatismo”. Potrà giocarsi su questa dichiarazione la decisione in merito alla radiazione di Giraudo, che dovrebbe essere emessa tra quindici giorni dalla Disciplinare.

Innocenzo Mazzini è assente come Giraudo, ma l’avvocato Flavia Tortorella insiste sull’istanza della norma sul processo di radiazione e chiede la sospensione e il rinvio del procedimento fino al 23, quando l’Alta Corte del Coni si pronuncerà in merito: “Il rilievo di legittimità è fondamentale: la Procura non si doveva opporre, l'atto è improcedibile o illegittimo perché il deferimento parte in un momento antecedente all'approvazione del Coni. Ha violato lo statuto della Figc, articolo 27”. E non perde l’occasione di mettere il dito in alcune piaghe ben note di calciopoli: “La Corte federale non può riformare in peggio senza impugnazione della Procura: assorbente nel merito. Quella richiesta di radiazione è stata fatta illegittimamente. E qui si giudica su 'sentenze rese'. Si doveva attendere l'accertamento del fatto: ci può essere il proscioglimento in sede penale, la rilevanza di quella condotta può essere diversa, ma il fatto lo può accertare solo il giudice penale. Le sentenze rese sono di condanna già per la gravità del fatto: che stiamo decidendo, allora? Decidiamo se le condotte di allora col metro di oggi siano o meno gravi? Davvero atipico, fantasioso... Non posso che sperare che l'Alta Corte dia traiettorie a questa delibera, ricordando a Palazzi che l'atto può essere immediatamente lesivo: Mazzini è stato già leso, perché è sottoposto ad un nuovo procedimento. Un nuovo dramma processuale: è già una lesione dei diritti di Mazzini. Ci sono i giornalisti, ci sono pagine di giornali sportivi: se poi l'Alta Corte ci rimanda a casa non sarà certo una bella figura. Non una cosa di cui andare fieri. Chiedo che il deferimento sia dichiarato inammissibile, chiedo che siano date motivazioni del mancato rinvio e che ovviamente non sia disposta nei confronti di Mazzini la preclusione». Palazzi si oppone a entrambe le richieste.

Non è ancora finita. Domani si torna a respirare l’aria napoletana, che di questi tempi è piuttosto malsana. Tocca alla giudice Teresa Casoria e alla sua terza richiesta di ricusazione.

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