“Nella prima Calciopoli fu fatta una buona inchiesta sia dal punto di vista penale, sia dal punto vista disciplinare, perché si interessò molto la disciplinare del calcio, aveva messo in evidenza alcuni sistemi sbagliati che portavano risultati fasulli. Dall’interno si cercava di manovrare il campionato per far vincere una determinata squadra o far retrocedere un’altra squadra.” (Giandomenico Lepore, Procuratore Capo di Napoli, giugno 2011)


Siamo oramai così abituati alle esternazioni dei magistrati che non ci facciamo nemmeno più caso.
Eppure io rimango convinto che un PM dovrebbe parlare solo nelle aule dei Tribunali, mai al di fuori e – soprattutto – mai in pubblica piazza.
Beninteso, non che la Procura di Napoli sia solita lesinare le parole, anzi direi che recentemente in qualche procedimento ('Calciopoli') ha parlato pure troppo, tanto da trasformarlo “nell'unico processo al mondo in cui l'accusa cerca la prescrizione e gli imputati vogliono la sentenza” (cit.).
Avremmo fatto quindi volentieri a meno di quest'ultima esternazione pallonara del Dr. Lepore, non solo per ragioni di mera estetica linguistica (farebbe impallidire il miglior Frassica) quanto per validi motivi di opportunità.

La domanda che mi viene spontanea è però la seguente: porqué? (cit.).
Sì, insomma, perchè dare in pasto alla pubblica opinione, proprio adesso, i pensierini sopra riportati?
Forse per cercare di mettere una toppa mediatica a un processo imbastito male e proseguito peggio?
Per rinfocolare, in vista delle imminenti scadenze (prima la ricusazione e poi, forse, la sentenza) un sentimento popolare mai sopito?
O solo per semplici manie di protagonismo, magari per preparare una futura discesa in politica? (è questa l'ultima moda, in quel di Napoli)

La risposta a queste domande la conosce solo il diretto interessato, anche se ognuno di noi è libero di farsi la propria idea.

Piuttosto, visto che il Procuratore è in vena di esternazioni, mi piacerebbe si soffermasse su di un altro punto.
Come è possibile che, mentre la sua Procura accusa Moggi di aver comprato gli arbitri pagandoli con magliette e cappellini (“nu jeans e 'na maglietta”, cit.), mentre i suoi sostituti si occupano di processi per associazione a delinquere ove il corpo del reato è una Fiat Panda (usata), come è possibile che, allo stesso tempo, i figli dei Boss camorristi possano assistere alle partite del Napoli direttamente da bordo campo, con tanto di tesserino personale e circondati da chissà quanti agenti in borghese?

Ecco, caro Dottor Lepore, se proprio ha voglia di parlare, ci parli un po' di questo.

di Dario (juve1897-2006)

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