Niente giri di parole.
Stavolta il Presidente pro-tempore della Juventus, incaricato (non nel mio nome) dall'attuale proprietà dopo i fatti del 2006, l'ha detta grossa, più grossa delle altre volte.
E non posso stare zitto, passarla in cavalleria, solo perché sono abituato alle sue uscite.
Ci ricordiamo tutti degli applausi elargiti alla premiazione dello scudetto di cartone assegnato
all’ Inter nel 2006, ci ricordiamo tutti dell'improbabile definizione del vincitore del Pallone d'Oro
"Mi inorridisce sentire definire truffatori dei giocatori, alcuni dei quali hanno anche vinto la Coppa europea come Campioni dell'anno", roba da far rabbrividire gli appassionati di calcio (quello vero), ci ricordiamo tutti del consiglio datogli da Vocalelli per il ritiro del ricorso al TAR, e così via.
Ma stavolta siamo andati troppo oltre.
Siamo all'insulto rivolto ai tifosi bianconeri.
Il 13 Marzo 2009, il sito Realsports.it pubblica una intervista a Giovanni Cobolli Gigli durante la quale, su precisa domanda relativa all'auspicio che si possa verificare un altro 5 maggio 2002 con sorpasso sull'Inter all'ultima giornata, l'emerito ha l'ardore di affermare:
“Un altro 5 maggio? Per me il 5 maggio è solo quello di Manzoni".
Beh, caro Presidente “non nel mio nome”, per me e per gli altri tifosi juventini il 5 maggio 2002 ha evidentemente tutt'altro significato rispetto a quello che Lei gli attribuisce.
Lei è Presidente di una squadra per la quale, evidentemente, non fa il tifo, visto che per la totalità dei tifosi Juventini il 5 maggio 2002 è una data storica che rimarrà scolpita nelle loro menti, da tramandare alle successive generazioni insieme alle immagini di quegli splendidi momenti in cui a Udine c'era un tripudio di bandiere e sciarpe Juventine, mentre a Roma c'erano una moltitudine di maglie nerazzurre con facce lunghe, piagnistei, sceneggiate da film drammatico.
Una vittoria insperata, per di più sull'avversario da sempre più ostile nei nostri confronti e che non aveva mai risparmiato attacchi beceri e arroganti anche attraverso i giornali sportivi italiani.
Un tripudio, insomma.
Beh, questo per Lei non significa niente?
Per noi sì, tantissimo.
Io, però, ho capito per quale motivo Lei ha proferito quelle parole.
La sua bocca si è evidentemente sintonizzata con quella del suo amico Massimo Moratti, proprio quello che Lei ha applaudito quando ci ha scippato uno scudetto strameritato sul campo (lo disse anche Lei, ricorda?). Qualche tempo fa Moratti ebbe a dichiarare che l' Inter avrebbe meritato anche l'assegnazione dello scudetto del 2002, in quanto sottrattole da una “banda di malfattori”.
Ovviamente lo ha detto senza prove e, per inciso, senza che nessuno dei “signori” del calcio post-Triade lo rimproverasse per le dichiarazioni lesive e blabla.
Io penso che Lei, proprio Lei, Presidente del Club più titolato e rappresentativo del calcio italiano,
stia cercando di legittimare quelle parole di Moratti. Lei, che ha sempre cercato di spostare il limite tollerabile un passo più avanti, con quelle dichiarazioni citate all'inizio e con le tante altre che non riusciamo più a tenere a mente (siamo tifosi, mica esecutori di ordini...), non sta facendo altro che legittimare le assurde pretese di un Presidente che dovrebbe esserLe avversario, ma che invece sempre più spesso vediamo assumere il ruolo di Suo mentore. Al di là, ovviamente, delle Sue dichiarazioni di facciata che prontamente rilascia nell'imminenza dello scontro diretto.
Con la spiacevole conseguenza di spaccare ancor di più il popolo bianconero, tra chi continuerà per sempre ad essere fedele a questa maglia e chi invece non ne può più di Lei e dei suoi datori di lavoro. Conseguenza spiacevole ma calcolata, prevista, auspicata, no?
Perché, parliamoci chiaro, è molto più facile cercare di rimuovere con ogni mezzo le gesta della Triade dai “tifosi di Serie A”, i suoi preferiti (sempre stando alle Sue dichiarazioni), piuttosto che ammettere che
quella del 5 Maggio 2002 fu una grandissima vittoria della precedente gestione. Ma stia tranquillo, Presidente “non nel mio nome”,
quel ricordo rimarrà per sempre scolpito nei nostri cuori e fissato sulle nostre retine, insieme al gol di Ravanelli a Roma, al gol di Del Piero a Tokyo e a tutti, e sottolineo
TUTTI, i trofei vinti nei 12 anni della “parentesi triste della storia della Juventus” come l'ha definita il suo capo 4 anni dopo quell'indimenticabile Lazio-Inter 4-2.
La saluto, egregio Presidente, con l'ultima considerazione che mi viene dal profondo del cuore.
Voglio dirLe apertamente che una frase come quella che Lei ha detto ha tante altre implicazioni oltre quelle che Le ho detto in precedenza; Lei forse non se ne rende conto, ma La voglio aiutare in questo.
Se Lei ritiene veramente che il 5 maggio 2002 sia solo una delle tante date in cui si è giocata l'ultima giornata di campionato, vuol dire che non ha compreso la portata della domanda che il giornalista Le ha posto.
Se Lei non ritiene che sia auspicabile un'altra debacle dell'Inter come quella del 2002, vuol dire che non vuole realmente vincere lo scudetto 2008/09.
Ergo, Lei non crede alle parole che ha detto: “cercare di competere fino all'ultimo”, ricorda?
Allora ci faccia un piacere, Presidente:
si dimetta. Noi non vogliamo tifosi interisti al vertice della Juventus F.C.
E neanche nel C.D.A., se è per questo.
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