28 giugno 2011. Il diario di calciopoli si arricchisce di una nuova pagina. Prevista per ieri la decisione della Corte di Appello di Napoli in merito alla terza ricusazione nei confronti della giudice Teresa Casoria. Rimandata alla fine della settimana in corso o al più all’inizio della prossima, dovrebbe aversi in tempo utile, entro lunedì, per non strappare un'altra giornata di udienze al processo. Avvolti dalla nebbia i motivi per i quali la decisione è ulteriormente slittata di qualche giorno, more solito.
Un breve riepilogo delle vicende che hanno visto coinvolta la giudice Teresa Casoria in questo processo, ci racconta ancora una volta le strane vicissitudini attraverso le quali passa la giustizia nel nostro paese. Il ritratto emerso della signora Casoria è quello di una giudice abituata ad atteggiamenti sbrigativi, che hanno innescato una serie di provvedimenti aventi come unico fine quello di andare in direzione opposta e contraria alle parole da lei stessa pronunciate in apertura di processo: “sbrighiamoci, qui abbiamo cose serie su cui lavorare”. Parte così la prima richiesta di ricusazione in merito alla primitiva decisione della giudice di escludere le parti civili, poi riammesse. Rigettata. Ci pensano allora i pm. Rigettata anche la seconda, si innesta un procedimento di censura da parte del CSM contro la giudice per aver offeso i colleghi con violazione dei doveri generali di correttezza, riserbo ed equilibrio e di rispetto della dignità delle persone. L’8 aprile una nota di biasimo scongiura il pericolo della sospensione della signora Casoria dalle sue funzioni. La decisione in merito alla ricusazione slitta al 20 maggio, mentre il processo continua. Si conclude la fase dibattimentale e iniziano le requisitorie dei pm, con il loro carico di dichiarazioni superate dai fatti emersi nel processo e dalle testimonianze dei testi convocati. Il 20 maggio non si approda a nulla, a causa delle ferie del relatore, ma la fase, considerando la vicenda calciopoli non solamente circoscritta a Napoli, appare calda.
La FIGC ha deciso di risolvere la questione della radiazione definitiva di Luciano Moggi e Antonio Giraudo, nonché di Innocenzo Mazzini. Mentre la decisione da prendere per quanto riguarda la ricusazione della giudice Casoria viene spostata al 28 giugno, Luciano Moggi tenta di ricusare il giudice Artico e un paio di suoi collaboratori che già avevano preso parte al procedimento della giustizia sportiva del 2008 relativo alle sim svizzere. Più veloce della luce arriva il rigetto della richiesta di ricusazione, bastano 24 ore. E viene giudicato inammissibile il ricorso presentato da Mazzini a causa del cambiamento dell’iter della radiazione dai tempi dei fatti e della riluttanza a sottoporsi nuovamente a giudizio di un ente che aveva già emesso condanna per gli stessi fatti. Ma proprio gli stessi, malgrado le giustificazioni di Palazzi, che radia e glissa sopra le dimostrazioni di buona condotta di Giraudo e l’arringa difensiva di Prioreschi, autentica summa delle incongruenze del processo del 2006 e delle novità emerse a Napoli che hanno cambiato scenari e humus sui quali si erano innestate le decisioni e le condanne del 2006.
Ignorato il dato essenziale secondo il quale la Juventus non può più essere considerata in un ruolo di rapporti esclusivi e privilegiati con i designatori. Ancora sotto esame la posizione di altre squadre platealmente coinvolte. Oggi come allora. Tutto ciò ci riporta alla scadenza dei termini previsti per l’altra decisione attesa: la revoca dello scudetto 2005/2006 all’Inter, prevista, il “forse” è diventato d’obbligo, per domani.
Ritornando al presente e al già compiuto, le prime notizie della mattinata raccontano del tentativo di un’ulteriore richiesta di rinvio e sempre per lo stesso motivo: assenza del relatore. L’atmosfera si surriscalda. Trofino non ci sta. Le prime voci risalirebbero invero a martedì scorso, quando l’avvocato della Juventus pronunciò la difesa contro la richiesta relativa ai risarcimenti. Sembrerebbe che Giandomenico Lepore, procuratore capo a Napoli, si sia premurato di far sapere proprio a Vitiello che la giudice Casoria non verrà ricusata. Lepore, quello che avrebbe sollecitato il presidente del tribunale di Napoli, Carlo Alemi, a liberarsi della giudice Casoria, che ne parlò durante il procedimento di fronte al CSM, l’8 aprile, dichiarando di aver firmato una lettera ad Alemi con la quale lo rassicurava che non si sarebbe astenuta dal celebrare il processo. Sottolineando che non avrebbe avuto alcun motivo per farlo e che svolgere i processi è un dovere.
I fatti odierni ci dicono che, come ha scritto, Tuttostport, “Il procuratore generale Villari, che in questa udienza camerale sostiene l'accusa e le tesi della procura napoletana contro la Casoria, ha chiesto lui stesso l'inammissibilità o - comunque - il rigetto dell'istanza di ricusazione. Insomma: è come se il pm a processo chiedesse l'assoluzione dell'imputato”. Assenti Narducci, neoassessore a Napoli e Capuano, il pg avrebbe tentato, sempre secondo Tuttosport, “di far ammettere - su richiesta dei pm - il verbale dell'interrogatorio di Nucini del 15 marzo, quando la Casoria ammonì l'ex arbitro e cavallo di Troia interista nella Can perché la sua deposizione strampalata lo «stava screditando come teste»", ma gli avvocati delle difese si sarebbero fatti sentire.
L’epilogo dovrebbe consistere nella presa d’atto di nessun condizionamento dei pm, testimoni contro la Casoria al Csm. Non ci sarebbe spazio per la ricusazione, eliminate le cause di diritto, giustificata da semplici attriti tra colleghe nel collegio.
Di fatto la ricusazione avrebbe posto e potrebbe ancora porre seri problemi al processo, allungandone i tempi in seguito alla sostituzione della giudice. Di certo il processo andrà avanti, anche se incombe la pausa estiva e dovremo attendere mesi per arrivare a sentenza. La tela è sotto i vostri occhi. L’impressione è che cominci ad assomigliare a quella di Penelope. Tessuta di giorno e scucita di notte. Ulisse è di là dall’orizzonte. Domani potrebbe intervenire un nuovo gioco astuto degli dei. La rimozione del cartone. Le scommesse sono aperte. |