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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Udienze Processi di M. BARBATO del 16/07/2011 14:13:22
Gallinelli, difesa De Santis/1

 

Calciopoli, udienza processo di Napoli del 12.07.11

Genesi di questo processo e combriccola romana

La difesa del De Santis impone di fare qualche passo indietro per spiegare l’origine e tutto quanto ne è conseguito.
L’origine non è frutto di una valutazione di fatti investigativi, ma deriva da fatti emersi in altre Procure della Repubblica. Questo emerge da quanto dichiarato da Giuliano Tavaroli a Milano, da cui è conseguito il processo Telecom.
In quell’interrogatorio ci sono elementi che sono poi stati copiati nei capi di imputazione che dobbiamo valutare.
In questo procedimento si è parlato della Combriccola Romana, di cui De Santis sarebbe stato il promotore. Io non posso credere al fatto che questa ipotesi accusatoria, questa aggravante, nel corso del dibattimento poi è stata esclusa. Tale presunta associazione, la Combriccola Romana, è servita ad integrare quel segmento arbitrale, ritenuto mancante nell’indagine della Procura di Torino, attraverso l’utilizzo in questa indagine di Napoli di Massimo De Santis. Utilizzo strumentale qui per arrivare ad accertare responsabilità di Moggi.
Nell’interrogatorio di Tavaroli troverete soprattutto elementi di racconto di quell’incontro avvenuto nel 2002 nella sede della SARAS fra Moratti, Facchetti e Tavaroli, in cui si decide di affidare un incarico illecito e cioè un attività di monitoraggio a carico di De Santis, Moggi ed altri soggetti.
E questo deve far riflettere sulla genesi di questo processo, avendo una rilevanza sostanziale perché dimostra tutte le distorsioni che sono state svolte in questo processo dove le indagini sono state svolte in modo mirato, e questo poi si è riflesso sull’attività di captazione telefonica.
Questi elementi di riferimento emergono anche quando in quell’interrogatorio Tavaroli disse che Nucini riferì di aver incontrato Moggi, e che questi gli chiese di favorire la Juventus negli arbitraggi, anche facendo in modo che le squadre che avessero incontrato la Juventus si presentassero prive di titolari.
Vedete quindi che questo segmento dell’ipotesi accusatoria, quello delle ammonizioni mirate, esisteva già nel processo Telecom.
Questo contenuti accusatori hanno trovato uno sviluppo, qui a Napoli, attraverso alcune intercettazioni telefoniche che sono state oggetto di questo processo, e mi riferisco in particolare alle telefonate di Meani, laddove si parlava di ammonizioni mirate.
Altro elemento che si è aggiunto che hanno contribuito a sostenere quei contenuti accusatori sono le telefonate intervenute fra alcuni giornalisti, e mi riferisco a Damascelli, e Moggi.
Quindi vedete che tale impostazione accusatoria non trova alcun riscontro in una attività investigativa neutra ed obiettiva.
E la posizione processuale del De Santis era una posizione fondamentale per costituire uno sviluppo all’insuccesso della indagine di Milano e poi quella di Torino, laddove il segmento arbitrale era diventato un elemento insostituibile per poter configurare i reati di frode sportiva e di associazione a delinquere, contestata anche ad alcuni degli imputati di questo processo dalla Procura di Torino, perché si è ritenuto che non potesse esistere una associazione formata solo da organizzatori e promotori senza che vi fossero coinvolti anche i cosiddetti intranei.
Vorrei far riferimento a quanto dichiarato da Nucini, Nucini che pervade in modo intenso tutto il percorso processuale di cui ci stiamo occupando, a proposito delle ammonizioni mirate, laddove Nucini distingueva fra ammonizioni soggettive (quelle che potevano essere date o non date) ed ammonizioni oggettive. Questo dato lo introdusse con riferimento a una mancata ammonizione, che venne contestata a Nucini dall’osservatore D’Addato e poi dai designatori arbitrali, mancata ammonizione al giocatore Di Biagio dell’Inter. Ricevette i complimenti di Facchetti.
Dopo questa partita, del febbraio 2001, Nucini disse che nacque l’amicizia con Facchetti... e vedremo quante versioni al riguardo in seguito rilascerà Nucini su questo rapporto per certi versi anche non legale. Quella manifestazione di apprezzamento di Facchetti fece nascere l’amicizia, questo raccontato dal Nucini in una intervista su Repubblica nel 2006, poi sappiamo che qui ci ha riferito che questo rapporto sarebbe invece iniziato nell’estate del 2002.
Questo argomento delle ammonizioni mirate verrà poi approfondito quando si parlerà dell’ultima partita, dove si sarebbero verificate una serie di ammonizioni in una catena scientifica o alfabetica, ma lo vedremo anche quando si parlerà di Meani.
Meani, oltre a parlare di ammonizioni mirate nelle sue conversazioni telefoniche, introduce anche un nuovo tipo ti ammonizioni, le ammonizioni strategiche. Ammonizioni che non erano comminate per creare vantaggi per la partita successiva, ma erano ammonizioni che servivano al Milan per evitare che i giocatori in diffida potessero correre il rischio di essere ammoniti, e quindi squalificati, nelle partite precedenti a partite importanti, e mi riferisco a Juventus-Milan. Alcuni giocatori del Milan erano indotti a farsi ammonire apposta (Milan-Parma).
La posizione appare fondamentale nel primo schema accusatorio, è questo è confermato dal primo interrogatorio del colonnello Auricchio.
L’ipotesi accusatoria della combriccola romana nasce nel luglio 2004, e nasce da un indagine sul calcio scommesse nei confronti degli arbitri Palanca e Gabriele, appartenenti alla stessa sezione arbitrale di De Santis che è la figura più rappresentativa dei tre.
In questa indagine si prospetta un collegamento fra i giocatori del Messina, la GEA e un gruppo di arbitri identificato come la Combriccola Romana. Questo sulla base di dichiarazioni rese da Dal Cin, presidente del Venezia, dichiarazioni che lo stesso Giudice De Gregorio ha definito dichiarazioni che non hanno alcuna valenza accusatoria e di significatività probatoria.
E quindi tale delega conferita ai carabinieri di Roma nel luglio 2004 ha prodotto una prima informativa nel settembre del 2004. Informativa a cui sono state allegate solo dichiarazioni testimoniali, quelle di Dal Cin, Cellino, Spinelli, che non hanno prodotto nessun profilo indiziario che potesse giustificare la successiva richiesta di intercettazione telefonica, che poi è stata ovviamente richiesta a Napoli.
Quindi questo fa trasparire la assoluta mancanza di elementi che potessero giustificare una concreta attività di indagine, con un concreto quadro indiziario, di cui parlò inizialmente Auricchio , e utilizzato dallo stesso per la richiesta di intercettazioni telefoniche, che poi lo stesso Auricchio smentì dicendo che non c’era nessun collegamento fra la Combriccola Romana e il sistema Moggi, e dicendo che un’indagine può nascere in un modo ma non è detto che debba morire nella stessa maniera in cui era nata. E questo lascia veramente perplessi in ordine alla neutralità ed obiettività della attività di indagine e della genesi di questo processo.
Napoli ha integrato le carenze rilevate dalla Procura di Torino, che aveva affermato, come epilogo nella richiesta di archiviazione, che non era possibile svolgere ulteriori indagini in presenza unicamente di un pregiudizio fondato sul suo passato.
 
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