Episodio n.1Sulla vicenda “calciopoli” si procede come l’ubriaco fra due file di lampioni: rimbalzando ora da una parte ed ora dall’altra, senza sapere dove andare. Sono anni che, con le intercettazioni diffuse, l’opinione pubblica
sparla di quella o di questa vicenda senza conoscerne i contenuti. Penso che i giornalisti specializzati nel fare i copisti ed i velinari delle procure dovrebbero essere additati al pubblico disprezzo. Buffoni senza neanche la corte.
Con le intercettazioni sbattute nere su bianco nell’estate del 2006 (quella maledetta), venne sparsa benzina sul fuoco alla peggior cultura: quella del sospetto. Si varò un alibi, buono per tutti coloro che finalmente poterono esprimere:
“Io l’ho sempre detto” . Bella roba. Quando vennero pubblicate le intercettazioni si intrapresero due linee:
la vendita e la manipolazione. Nel primo caso fu adottato il sistema a scaffale: titolone ad altezza occhi; particolari nelle vicinanze del pavimento. Per il secondo fu sufficiente entrare in qualunque bar. Penso, è assurdo che la notizia di un’intercettazione venga divulgata con l’intenzione di creare un giudizio da parte dell’opinione pubblica, soprattutto quando si sta svolgendo un processo. Ma si è andati oltre. Dato che la notizia di un’inchiesta giudiziaria si diffonde comunque, modello partita di calcio clandestinamente ascoltata da Fantozzi e colleghi, è paradossale che si legga di un’intercettazione (quella dei 50 occhi!) dopo oltre un anno dalla sua archiviazione.
Nella fattispecie la Procura della Repubblica di Torino, in data 19 luglio 2005, osservò, nell’evoluzione delle indagini a carico di Moggi, Pairetto e Dondarini, che in quelle intercettazioni non vi furono mai state richieste del Moggi a Pairetto di designare un arbitro specificamente individuato, né in particolare Dondarini.
Ma è questione deontologica. Marco Travaglio, in data 5 maggio 2006, titolò su
“la Repubblica Sport”: Tutti agli ordini di Moggi. "Ci arbitra Dondarini? Lo so già". La lunga serie di citazioni che il Travaglio taglia e ritaglia a suo piacimento, fanno inequivocabilmente saltare all’occhio del lettore la
mostrificazione. di un sistema da parte di un ex dipendente delle Ferrovie dello Stato. L’autore del “pezzo”, però, aggiunge tra parentesi: “L’arbitro era stato pure candidato da Pairetto ad internazionale”. Rivelazione. Nella sentenza di richiesta di archiviazione si legge testualmente: “la dimostrazione che l'oggetto della conversazione è
“esclusivamente ” l'inserimento del Dondarini nell'elenco degli arbitri internazionali per il successivo anno solare la si ottiene dalle ulteriori raccomandazioni di "non dire niente a nessuno": raccomandazioni che hanno un senso se rapportate ad una designazione (ad arbitro internazionale) che era stata richiesta ma non ancora effettuata (dalla FIFA) ma non ne avrebbero alcuno per una designazione ad arbitrare una partita per la quale non vi era nessun mistero da nascondere. E quindi si tratta di conversazione assolutamente... innocua (anche nell'ottica della peggior cultura del sospetto) perché di Sampdoria - Juventus non si parla proprio e, men che meno, si parla o si accenna ad un arbitraggio di favore per la Juventus”.
Con le intercettazioni si sono scritte innumerevoli pagine di giornale, a volte raccontando il vero, spesso
alterando il contenuto dei documenti ufficiali, come nel caso sopraccitato. In queste settimane un amico ha scritto sulla giustizia, che per essere tale deve tutelare la persona.
Oggi scrivo che
una persona andrebbe tutelata anche quando legge una notizia, altrimenti chi si informa rischia di essere visto come un replicante venuto da chissà quale extramondo. L’archetipo è un film: Blade Runner. “Ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”.
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