Calciopoli, udienza processo di Napoli del 12.07.11 Fiorentina – Bologna e le ammonizioni mirateCon riferimento a Fiorentina-Bologna
qua emerge un dato molto importante che lascia forti dubbi su come sono stati elaborati i capi di imputazione.
Ricordiamoci come qua il colonnello Auricchio disse che non era stato lui a fare i capi di imputazione ma il PM. Certo che non c’è dubbio che debba essere il PM a farli, ma qua abbiamo visto che
c’è una distonia assoluta fra i risultati indiziari e il contenuto dei capi di imputazione, con riferimento a quella attività di indagine riferita ad ogni singolo incontro.
Qua ovviamente emerge quello che era stato prospettato a Facchetti, e poi tramandato da Facchetti al figlio, e poi passato per altri mani.........quello che era
il teorema delle ammonizioni mirate. Teorema che, ripeto, non era il frutto di una approfondita attività di indagine ma era
un teorema che era stato semplicemente mutuato dai sospetti e pregiudizi che erano stati manifestati da Nucini, e poi avvalorati da Facchetti, in epoca precedente.
Quelle informative relative a quell’incontro, e questo rende chiarezza della distorsione valutativa effettuata, dice che quella
telefonata, ritenuta sintomatica della frode sportiva...ed è una telefonata postuma, quindi dalla telefonata viene desunta una frode sportiva in riferimento a Fiorentina-Bologna...perché evidentemente in assenza di alcun indizio sintomatico di un accordo fraudolento su quella partita viene utilizzata questa
telefonata successiva all’incontro, fra un giornalista sportivo e Moggi, per inserire una frode sportiva
consistente nella ammonizione di Nastase e Petruzzi del Bologna che la domenica successiva avrebbe dovuto incontrare la Juventus. Vantaggi indiretti verso la Juventus ad opera del De Santis.
Condotta del De Santis che si andrebbe a sommare a quella dell’arbitro
Pieri, arbitro di Bologna-Juventus, colpevole di aver assegnato un calcio di punizione alla Juventus, che avrebbe determinato la vittoria della Juventus.
In tale telefonata gli interlocutori parlano di “
delitto perfetto” e si riferirebbero alla ammonizione mirata di due giocatori del Bologna, addirittura si parla di tre giocatori.
E questo è sintomatico dell’estraneità dei soggetti interessati, laddove in realtà il Damascielli crede che sia diffidato anche Gamberini, e
Moggi addirittura mostra la mancanza assoluta di conoscenza che il Bologna avesse questi giocatori diffidati. Tale elemento dimostra l’assenza di qualunque condotta fraudolenta attribuibile al De Santis.
In una telefonata fra De Santis e Coppetelli, De Santis dice di aver detto a Marocchi che lui non sapeva i giocatori diffidati. Ed in senso ironico diceva a Marocchi di scrivere sulla maglietta invece del nome, “diffidati”.
Quanto alla fraudolenza dell’atto, credo sia molto facile che in una squadra con nove diffidati, ammonendone due, possano essere ammoniti due diffidati. Gamberini non era comunque diffidato.
Lo erano Nastase e Petruzzi, che avevano poche presenze e che erano molto fallosi con molte ammonizioni subite.
Sempre con riferimento a questa partita, nella telefonata fra Corsari e Pairetto,
Corsari, l’osservatore della partita, dice che De Santis ha fatto una buona partita. Non viene mosso alcun rilievo all’arbitraggio di De Santis.
E anche con riferimento alla telefonata catturata di rimbalzo, quella “ambientale”, di cui ha parlato la Pubblica Accusa, e mi riferisco alla Moggi-Garufi, non è mai stato evidenziato che il terzo interlocutore sia De Santis e non Racalbuto. De Santis non andava ad arbitrare il Milan ma il Bologna. E badate bene che in quella partita De Santis ha ammonito due giocatori della Fiorentina, uno dei due Miccoli andò in diffida per la partita successiva con il Milan.
Questo anche in considerazione del fatto che il momento genetico della operazione salvataggio Fiorentina, quello degli arbitraggi a svantaggio poi trasformatisi in arbitraggi a vantaggio, dopo il 22 aprile 2004, anche in una tale condotta arbitrale il De Santis si sarebbe comportato in contrasto con lo schema accusatorio delle finalità associative, favorendo la Fiorentina.
Fra i criteri adottati per individuare i possessori delle sim svizzere è stato utilizzato anche quello della sovrapposizione di dati, in questo caso dall’ascolto di telefonate in chiaro e anche da telefonate cosiddette indirette, ma fra tali interlocutori indiretti mai è comparso
De Santis, che è stato l’unico arbitro ad essere stato intercettato. E anche questo la dice lunga sul metodo utilizzato anche per l’attribuzione delle sim svizzere. Con riferimento sempre a Fiorentina-Bologna evidenzio la prova dichiarativa di
Gazzoni Frascara che qui
ha evidenziato che quando è stato sentito nelle dichiarazioni sommarie, nella fase antecedente all’interrogatorio, ha detto
che gli sono state fatte sentire delle telefonate. E gli è stato detto, e questo si chiama condizionamento e suggestione del teste, che da tali telefonate emergeva con chiarezza l’alterazione della partita Fiorentina-Bologna.
Questa è stata anche la metodologia utilizzata dalla Pubblica Accusa, che poi accusa l’atteggiamento omertoso dei testi....
Queste intercettazioni sono state pubblicate sui giornali, a ragion veduta, prima di essere utilizzate per indirizzare in un certo modo le sommarie informazioni testimoniali di persone che erano fra l’altro diretti interessati, non terzi testimoni, diretti interessati che poi si sono presentati con le richieste di risarcimento danni come parti civili.
Poi vedremo che paradossalmente, come ha sottolineato l’avvocato Picca, vedremo che il De Santis in quella partita avrebbe indirettamente favorito il Bologna che poi è parte civile nei suoi confronti.
Questo dimostra gli slalom investigativi che sono stati fatti per contestargli le accuse che gli sono state mosse.
Gli indizi dovrebbero non essere valutati singolarmente, ma valutati nel loro complesso...ma questa metodologia non è mai stata utilizzata dalla Pubblica Accusa, che si è invece limitata a mettere in fila solo quegli indizi che potevano confermare la sua ipotesi accusatoria, e scartare quelli che non solo non confermavano ma che facevano anche naufragare la tesi dell’accusa. Reggina – Cagliari e CellinoCon riferimento al periodo in cui De Santis sarebbe stato attivo nel contesto associativo vi è
Reggina-Cagliari del 12 dicembre 2004.
La particolarità di questa contestazione sta nel fatto che,
nonostante in quell’epoca De Santis fosse sodale a tutti gli effetti, addirittura era organizzatore,
non veniva designato per la Juventus, a parte la partita di Lecce, si dilettava nel farsi designare in partite per raggiungere finalità personali, in questo caso per vendicarsi contro Cellino, per vendicarsi di alcune dichiarazioni contro la Combriccola Romana.
Badate bene che della Combriccola Romana se ne parlava sui giornali già nel luglio 2004....addirittura si contestava al De Santis di avere domandato all’arbitro Gabriele, suo amico, come erano andati gli interrogatori a cui era stato sottoposto, in una indagine in cui De Santis non era coinvolto.
Solo per aver essersi informato con un arbitro amico della sua stessa sezione arbitrale è stato accusato di avere, all’interno dell’associazione, compiti di raccolta di informazioni sui procedimenti in corso per garantire la sopravvivenza dell’organizzazione.
Ma non è mai emersa una qualsivoglia divulgazione da parte del De Santis di queste informazioni ad altri presunti associati.
Quindi il De Santis si sarebbe sdoganato da questa associazione senza informare i suoi sodali,
Quindi più entriamo nel cuore di questo processo, più entriamo nell’indizio...più vediamo che tale indizio non gira neanche su se stesso, non conduce a nessuna prova.
Quindi Reggina-Cagliari è caratterizzata anche qui dall’omissione di una telefonata rilevante ai fini della caratterizzazione del personaggio Cellino, e anche alla dinamiche del sorteggio arbitrale relativo a questa partita.
Si è solo evidenziato che Cellino non gradisse De Santis. Poi Cellino avrebbe addirittura capito che l’arbitraggio contrario di De Santis era riferito alle dichiarazione da lui rese sulla famosa Combriccola Romana.
Però si
è omesso di evidenziare il contenuto di una telefonata dove, nel momento in cui Cellino venne informato della designazione di Rosetti (poi sostituito da De Santis per ragioni personali), si è omessa la telefonata del 10 dicembre del 2004, ore 11.33, il Cellino era a conoscenza di Rosetti come arbitro.
Telefonata scartata dall’accusa ma determinante per dimostrare l’atteggiamento del Cellino anche nei confronti del Rosetti, arbitro al di sopra di ogni sospetto.....come tutti gli arbitri non coinvolti.
Cellino parla con Ghirelli... sta parlando con il segretario della FIGC
con il quale userà espressioni poco edificanti nei confronti di un tesserato, un arbitro internazionale (Rosetti) . Moggi definiva il De Santis un “figlio di...” mentre parlava con un giornalista. Qui il Cellino lo fa con il segretario della FIGC...io non voglio invadere la posizione difensiva di Moggi, ma è inevitabile per me passare da qui....perché questo è dimostrativo che il De Santis non può non essere stato utilizzato in questo processo come il grimaldello per raggiungere Moggi.
E queste circostanze sono indicative di quello che sto affermando. Queste affermazioni trovano riscontro anche negli stessi fatti, evidenziati in modo parziale e deformato, portati dalla Pubblica Accusa.
Non si poteva non conoscere questa telefonata. Non si poteva non sottolineare il
disprezzo di Cellino nell’apprendere la designazione di Rosetti.....immaginate se al posto di Cellino ci fosse stato Moggi!! Hanno detto che hanno ascoltato queste telefonate....ovviamente noi crediamo agli inquirenti, ma
l’ascolto in remoto delle telefonate serve proprio a svolgere delle indagini a riscontro di quello che ascoltano nelle intercettazioni. Questo non è stato fatto...come non è stato fatto nella telefonata Collina-Meani che vi ho ricordato...ma se fosse stato De Santis al posto di Collina??? Avrebbero fatto o no un servizio di osservazione al ristorante di Meani a Lodi? Solo De Santis è stato intercettato....e fra l’altro gli attribuiscono una scheda svizzera ma abbiamo visto che
parlava tranquillamente prima e dopo le partite con le utenze monitorate, e abbiamo visto la quantità. E’ chiaro che poi qualche PM, che non è più sul banco dell’accusa, rilascia un intervista al Corriere dello Sport dicendo che lui non sapeva niente di queste telefonate.
Ma non sono io a dirvelo, lo sapete voi prima di me, che
il PM è responsabile dell’attività di intercettazione, dell’attività di selezione ed elaborazione dei dati, che sono emerse dalle intercettazioni.
E quindi
non si può dire “ma noi non sapevamo niente..”, dopo soprattutto che ci sono state delle forti opposizioni alle richieste di trascrizione che poi sono state effettuate grazie all’abilità tecnica dei consulenti della difesa Moggi. In questo caso di può parlare di rapporto privilegiato fra Moggi e De santis, perché grazie a Moggi De Santis si poté difendere per quella lettera di scuse che dovette mandare alla famiglia Facchetti, perché si permise di dire che veniva chiamato non da Moggi ma da Facchetti.
Non è paradossale che De Santis non ha mai ricevuto una telefonata da Moggi, e si ritrova in questo processo, e riceveva telefonate da Facchetti ed è stato querelato??? Questo è veramente allarmante, non è solo una alternativa ricostruzione degli elementi indiziari che sto cercando di fornirvi...ma una totale visione di
tutte le gravi omissioni commesse durante le indagini, e la cui conseguenza inevitabile.....ma forse qualcuno pensava che potesse essere evitata perché non è stato neanche facile arrivare all’integrazione del materiale telefonico che vi ha consentito di allargare il perimetro valutativo, e quindi è assolutamente allarmante che non sia stato allargato lo spettro valutativo.
Questo viene affermato da Auricchio che parla di ripicca di De Santis nei confronti di Cellino, che dimostra il suo collegamento con Moggi....ritorniamo sempre al solito schema. Quindi in questo caso anche non si dimostra alcuna condotta fraudolenta e si ripiega sulla ripicca, ma sempre indirettamente collegata con Moggi per i riferimenti alla Combriccola Romana, che poi, a domanda di Narducci se questa combriccola avesse un radicamento territoriale, si rispose che il radicamento era deciso dall’AIA indicando dove dovessero svolgere gli allenamenti gli arbitri di quella sezione.
De Santis, che avrebbe avuto questa voglia di vendicarsi di Cellino, non ha arbitrato nessun’altra partita del Cagliari in quel campionato. E’ stato qui sentito il teste Stagnoli che ha detto che le proteste di quella partita dipendevano dalle scelte degli assistenti e non da quelle di De Santis e abbiamo sentito che De Santis espulse un giocatore della Reggina, non del Cagliari, addirittura nello spogliatoio...come fra l’altro fece sempre De Santis nel famoso Lecce-Parma.
Non emerge alcun atto fraudolento per danneggiare Cellino. Ma la sua estraneità emerge anche dalla telefonate fra Cellino e Ghirelli.
E allora dobbiamo anche fare un
riferimento alla famosa Reggina-Juventus, in cui si fece riferimento al mancato referto dell’arbitro Paparesta per quanto accaduto nello spogliatoio, mentre in questo altro caso viene addebitato al De Santis il fatto di aver riportato fedelmente nel suo referto la condotta irrispettosa del Cellino. Però qui Cellino è vittima, in quell’altro caso Moggi è carnefice. Ma il De Santis non doveva riportare nel referto quanto fatto da Cellino???
Ricordiamoci che sia Cellino che Moggi, in diverse telefonate, riferiscono che De Santis è
“un figlio di....” , figuriamoci di che associazione stiamo parlando......
Il De Santis, in tutti questi casi...anche con Vignaroli, si comporta così. Perché i PM non hanno incrociato questi dati come hanno fatto con le schede svizzere??
Le cose dette da Cellino, insieme alle cose dette da Spinelli e a quelle dette da Dal Cin hanno portato il De Santis sul banco degli imputati.
Perché di
elementi di condotte compatibili con quanto riportato nei capi di imputazione, non solo sono scarsi, ma addirittura vi sono elementi contrari... che è quello che è successo a Torino, quando vennero rigettate le richieste di intercettazione...e forse da lì è partito questo
tentativo di arrivare a Moggi attraverso De Santis, forse perché questi teoremi mirati non avevano incontrato a Milano e a Torino. A Milano Nucini non confermava, e
a Torino, dove sono andati a cercare i riscontri, hanno cercato di studiare il sistema delle preclusioni, che era l’unico in astratto, non il sorteggio con le palline scolorite, che poteva far arrivare dal segmento dirigenziale al segmento arbitrale. E Torino è andato addirittura andato a prendere tutti i preclusi, relativo alle partite della Juvetnus, perché non è che si è allargato il campo alle altre società, anche con riferimento al campionato 2003/2004.
Anche in relazione a Dondarini per Sampdoria-Juventus, Torino è andato a cercare i riscontri della contentezza di Dondarini. Ed è stato chiarito che era contento perché era diventato internazionale.
Io credo che Napoli si sarebbe fermata solo al dato telefonico, oppure si sarebbe fermati solo ai ipotesi accusatoria, che ripeto ha origini più lontane del campionato 2004/2005.
Ed allora vi devo citare questa
telefonata del 12 dicembre del 2004 fra Ghirelli e Cellino...in cui Cellino insulta De Santis e poi dice che voterà per Carraro quando poi invece voterà Della Valle. Credo che queste cose vadano valutate per l’attendibilità del teste, che forse è una persona che è interessata solo a ciò che gli conviene, e che poi lancia sospetti a destra e sinistra solo per finalità personali, e non perché voleva migliorare il calcio. Nella telefonata con Ghirelli, Cellino se la prende con De Santis per valutazioni che in realtà avevano fatto gli assistenti di linea....e queste cose sono sfuggite all’accusa. Cellino parla addirittura di un calcio d’angolo che non c’era...e vi ricordo che proprio da un calcio d’angolo che non c’era, Juventus-Parma del 2000, nascono tutti i problemi di De Santis..
Cellino dice a Ghirelli su De Santis
“Che vada ad arbitrare sempre la Juve..” . Ora Cellino non è stato un buon profeta perché De Santis arbitrò la Juve 5 partite e la Juve fece 7 punti, senza considerare la SuperCoppa Italia, dove arbitrò proprio De Santi, dove ci fu un gol annullato ingiustamente a Trezeguet, e dove anche in quel caso De Santis non mosse al guardialinee responsabile alcun appunto.
E quindi è errato quello che dice l’accusa che non vanno guardati i risultati, perché qui ci troviamo davanti ad una struttura associativa, ad un programma criminoso, e non si può non sottolineare che uno dei fini era favorire la Juventus.
E quindi anche le condotte del De Santis non possono non essere considerate.
Sempre su Reggina-Cagliari, telefonata Pairetto-Flacconio (osservatore).
La progressione in carriera è stata considerata un vantaggio, un elemento sintomatico dell’associazione. Io vi ho ricordato l’assoluta consistenza di tale dato con riferimento al numero di partite arbitrate. E non
sono mai emersi nella attività investigativa dei compensi economici, e quindi in questo caso il vantaggio è stato trasformato in vantaggio indiretto.
Ma abbiamo visto come questo vantaggio può anche essere assicurato attraverso il giudizio degli osservatori, ma nessun osservatore è stato raggiunto da elementi di sospetto.
Flacconio parla a Bergamo dell’espulsione di Franceschini della Reggina e racconta della tensione in campo. Dice che De Santis ha comunicato l’espulsione al giocatore negli spogliatoi. Flacconio dice che l’espulsione dell’allenatore del Cagliari Arrigoni era sacrosanta.
Sempre il 12 dicembre
telefonata fra Bergamo e De Santis, in cui De Santis racconta in maniera tranquilla e sovrapponibile con quello che è successo realmente. Lui riferisce a tutti i suoi interlocutori, anche ripetendo le stesse cose, quello che è successo. Racconta dell’espulsione di Franceschini.
Anche il discorso sanzionatorio emerge, ed è un dato sfuggito......perchè anche nella
telefonata fra Palanca e De Santis, portata alla vostra attenzione dall’accusa, seppur in modo parziale, e dove si parla della partita Bologna-Juventus, partita contestata a De Santis addirittura quasi come spettatore televisivo, e
De Santis dà dei suggerimenti e di richiamo alla massima severità. Lui dice a Palanca che quello che, si può anche sbagliare un rigore, ma la cosa che non si può mai sbagliare è quella relativa al rispetto verso l’arbitro. Quindi questo richiamo è da riferire anche ad altri incontri....quando è sovrapponibile ed è rilevante, ma l’accusa non lo fa.
De Santis racconta dell’espulsione e dice che ha dovuto scrivere di Cellino. Forse se ci fosse stato Paparesta avrebbe telefonato il girono dopo scusandosi....Paparesta che è stato archiviato, perché si è affermato non avrebbe portato alcun elemento causale all’associazione per delinquere, inizialmente contestatagli.
De Santis continua a raccontare della tensione e dell’espulsione necessaria per placare gli animi. E racconta anche delle pacche sulla spalla di Cellino che lo prendeva in giro dicendogli che era stato il più bravo.
Questa espulsione del giocatore Franceschini comminata negli spogliatoi a fine partita va anche riferita a quell’altra espulsione, che poi fu ammonizione, di Morfeo in Lecce-Parma. E lì la sanzione non arrivò a fine partita ma qualche secondo prima.
Il dato è rilevante perché anche su questo non è stato fatto approfondimento, perché anche se fosse vero che la sanzione di Morfeo arrivò a fine partita l’arbitro lo può fare anche negli spogliatoi, cosa assolutamente prevista dal regolamento di gioco.
E poi De Santis dice che ha scritto tutto nel rapporto....anche qui vedete la fedeltà di De Santis al rapporto di gara. Anche qui di disse che Vignaroli avrebbe detto che De Santis aveva la coscienza sporca, per una presunta frase sulla cui esistenza non vi è alcun elemento.
Gallinelli, difesa De Santis/1Gallinelli, difesa De Santis/2Gallinelli, difesa De Santis/3Gallinelli, difesa De Santis/4