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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 23/03/2009 21:35:22
Calciopoli: si riparte da Napoli

 

L’aula bunker di Poggio Reale ospiterà il dibattimento della prima udienza di calciopoli, dopo lo slittamento di gennaio a causa di un difetto di notifica.
Oltre a Moggi, sono imputati Marcello Ambrosino, Paolo Bergamo, Paolo Bertini, Enrico Ceniccola, Antonio Dattilo, Massimo De Santis, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Mariano Fabiani, Maria Grazia Fazi, Pasquale Foti, Silvio Gemignani, Claudio Lotito, Gennaro Mazzei, Innocenzo Mazzini, Leonardo Meani, Sandro Mencucci, Pierluigi Pairetto, Claudio Puglisi, Salvatore Racalbuto, Pasquale Rodomonti, Ignazio Scardina e Stefano Titomanlio.
Si procederà alla costituzione delle parti civili e dovranno essere prese decisioni sulle intercettazioni e sugli innumerevoli testimoni citati dalla difesa e dall’accusa. I legali di L. Moggi hanno preannunciato la richiesta di un'eccezione di competenza territoriale.
Anche la Juventus entrerà nel processo, presenterà una memoria difensiva, chiamata a rispondere per responsabilità civili degli effetti del sistema “Moggi”. Qualora il comportamento di L. Moggi venisse reputato colpevole con atti compiuti per conto del club bianconero, potrebbe configurarsi una responsabilità civile della società piemontese costretta, quindi, a pagare. Se, viceversa, Moggi verrà assolto, cadrà automaticamente la responsabilità civile della Juventus.
Nel procedimento risultano costituite parti civili oltre alla Federazione Italiana Gioco Calcio,anche le società Brescia, Bologna (sia quella attuale, sia la società dichiarata fallita negli anni scorsi), Atalanta, Lecce, Roma e la società fallita della Salernitana. Si sono costituite parti civile anche alcune associazioni di consumatori. Istanze sono state presentate anche da privati cittadini. Anche la società editrice EdiGamma si è costituita parte civile: chiede i danni per la mancata assegnazione del titolo alla Juventus avendo stampato 1 milione di figurine della Juventus campione d'Italia.
Richieste di risarcimenti danni anche dal ministero delle Finanze e dal ministero delle Politiche giovanili (nel 2006 guidato da Giovanna Melandri), l'avvocatura e i monopoli di Stato e la Rai.
Le tesi dell’accusa : Il «cuore» del processo, per quanto riguarda l'accusa, è rappresentato da migliaia di intercettazioni telefoniche che dovrebbero documentare, tra l'altro, contatti tra Moggi e i designatori arbitrali nonchè dalla schede sim segrete che sarebbero state da Moggi fornite ad alcuni arbitri per comunicazioni riservate. I pm Beatrice e Narducci presenteranno una lista testimoni composta da 108 persone. Luciano Moggi sceglieva gli arbitri delle partite, attraverso pressioni sui designatori e intervenendo sulle griglie di sorteggio. Questo comportamento viene equiparato dai pm all’aggiustare le sentenze di un processo e presupporrebbe «l’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva».La mancanza di “prove” di questa corruzione (elargizione di denaro o simili) viene aggirata dai pm con la dimostrazione che chi, fra gli arbitri, faceva parte del gruppo di potere aveva maggiore possibilità di carriera (e quindi guadagnava di più), gli altri arbitravano meno partite e meno importanti. Alla tesi del «così facevano tutti», i pm rispondono: «Che piaccia o no agli imputati, non ci sono mai state telefonate tra Moratti, Sensi, Campedelli o altri presidenti e i due designatori Bergamo e Pairetto».
La difesa : Non c’è stata associazione a delinquere perché non c’è stato un complotto con altri per fare qualcosa. I fatti di cui si parla sono avvenuti ma non rappresentavano un illecito perché i contatti con gli esponenti arbitrali erano diffusi e condivisi tra i dirigenti di club. Nelle telefonate acquisite non c’era l’atteggiamento tipico di chi vuole commettere un illecito, non ci sono richieste di favori. Si chiederà la trascrizione di tutte le telefonate, non solo quelle utili al teorema accusatorio, ma le migliaia in cui questo potrebbe essere smontato.
La difesa risponde che l'accusa di associazione a delinquere è basata sulle intercettazioni, ma è stata già smontata a Roma e auspicano un "processo normale" che non subisca le pressioni mediatiche che hanno accompagnato e caratterizzato calciopoli.
L. Moggi ha presentato una lista di 498 esponenti del mondo del calcio chiamati come testimoni.

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