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Farsopoli di N. REDAZIONE del 08/08/2011 07:21:09
I sommersi e i prescritti

 

Due amici milanisti confabulano tra loro.
Gente comune, padri di famiglia, persone che hanno cose più importanti a cui pensare e per cui il calcio è solo un passatempo.
Un po' di convenevoli, si parla del più e del meno e poi – finalmente – si arriva al punto cruciale.
Bastano solo due battute a sintetizzare il tutto:
- “Sì, ma quelli mica possono farla franca in questo modo...”
- “Ma infatti! Hanno fatto come e peggio degli altri, ci hanno guadagnato scudetti regalati e adesso con la scusa della prescrizione fanno finta di niente?”


Deciso che poteva bastare ho interrotto l'ascolto e mi sono allontanato pensando che alla fine, forse ma forse, Abete ha proprio ragione. Calciopoli è finita.

E' finita mediaticamente, perchè oramai il messaggio che i veri ladroni avevano la maglia nerazzurra è passato alla grande un po' a tutti i livelli.
All'onesta dei prescritti credono oramai solo i tifosi nerazzurri. E, caso più unico che raro, qualcuno di loro comincia persino a defezionare.
Da questo punto di vista mi permetto una considerazione: la controinformazione juventina ha vinto.
Se non è stato possibile estirpare l'atavica convinzione che la Juve fosse una squadra di ladri (questo mito è come il coccodrillo nelle fogne di Manhattan: non scomparirà mai), quanto meno si è potuta smascherare l'identità truffaldina di coloro che vincevano sì senza rubare, ma solo perchè tecnicamente si tratta di truffa.

Ma calciopoli è finita anche processualmente.
Basti pensare all'assurdità di un procedimento penale, quello di Napoli, in cui le difese degli imputati attaccano la pubblica accusa e la pubblica accusa è costretta a difendersi o – persino – a fuggire e chiedere asilo nella giunta municipale (precisamente nel Gabinetto, ça va sans dire).

In un certo senso è finita anche sportivamente, perchè se anche la seconda squadra di Milano riuscisse a farla franca (aspettiamo però, aspettiamo...), le sue magagne sono già uscite ufficialmente fuori e, asterischi o non asterischi, sappiamo oramai tutti quanto valgono certe toppe tricolori.

Quindi Calciopoli, il processo sportivo/penale/mediatico che ha condannato i vincenti e santificato i perdenti, non esiste più.
Adesso inizia qualcos'altro, qualcosa ancora senza nome.
Ne propongo uno.

Alla fine della Seconda Guerra i malvagi hanno perso. I morti non sono tornati in vita ma c'è stato il processo di Norimberga.
Ecco, è questo che ci vorrebbe (e che ci meritiamo): una Norimberga del calcio italiano.
Perchè i crimini contro l'umanità non cadono in prescrizione.

Di Dario (Juve 1897-2006)

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