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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. VIGHI del 26/03/2009 20:24:42
Resta di stucco, è un barbatrucco

 

Il 22 aprile 2006, dalle colonne del quotidiano sportivo rosa, Ruggero Palombo scriveva: “Il quesito è il seguente: che cosa potrebbe accadere se invece, magari a campionato concluso, nella quiete che precede la grande kermesse dei Mondiali, spuntassero fuori dei bei fascicoloni che ci raccontano di questa e quella telefonata, di come il calcio viveva la sua quotidianità, non il secolo scorso ma appena un anno fa?” .
…e i fascicoloni vennero fuori, e il signore sopra citato insieme al suo degno maestro ed ai suoi altrettanto degni compagni, non ci pensò due volte prima di dossierare e pubblicare le intercettazioni sulla propria carta stampata, sebbene ancora il tutto coperto dal segreto istruttorio.
Violata la costituzione, infranto il codice deontologico dei giornalisti.
Ma che importa? Era in arrivo il premio come scoop dell’anno…
Del resto, che fiuto perbacco! Non si può dire che non ci avesse azzeccato! Avrà spifferato tutto la maga di Moratti, oppure sarà stato solo un caso?
Sempre Palombo, sempre nello stesso editoriale, chiosava: “Sia chiaro, non si tratta necessariamente di scoperchiare chissà quale pentola maleodorante, di scoprire veri e propri reati sportivi. Uno «spaccato» di un certo mondo di vivere il calcio tra prestigiosi addetti ai lavori potrebbe anche bastare (e avanzare)”. Ohibò, proprio così è andata.
Un mago. Ma no, deve essere un altro caso.
“Nel dubbio, suggeriamo alla Federcalcio e al Coni di attrezzarsi per ogni evenienza”. Diavolo: ma cosa ha dato, degli ordini? Ma no, impossibile. Eppure ci ha preso anche qui…perbacco.
Sarà ancora un caso?
Stesso quotidiano, stesso giornalista (!?), pochi giorni dopo: “Per quel che riguarda il resto, c' è di tutto e di più. «Cose estremamente brutte» ci viene confessato in via riservata. Cose con le quali, pur nel rispetto dei tempi della magistratura ordinaria, bisognerà il più presto possibile fare i conti. Non abbiamo motivo di dubitare delle indiscrezioni federali e non abbiamo simpatia per l'uso (e l'eventuale abuso) dell intercettazione telefonica, pratica assai diffusa nel nostro Paese”.
Allora non è un caso…glielo dicono in via riservata…ed io che credevo che un giornalista dovesse per correttezza riportare sempre le fonti…
L’11 maggio 2006 il suo maestro, “candidamente” da par suo, mostrerà poi di non essere meno preveggente: “Tra suggestioni prepotenti e dovere di cautela, ho un parere del tutto personale: stavolta per vie normali non ne veniamo fuori..”. Ce ne siamo accorti. Vie per nulla normali. Non un passo è stato fatto rispettando il normale iter giuridico, manco della giustizia sportiva. Persino l’abolizione di un grado di giudizio. Avrà mica predetto anche quello?? … “È un circuito chiuso che si è alimentato di compromessi, di favori reciproci, dove nessuno ha osato, tra l' altro, infilare il bisturi in quella sorta di conventicola che ha tolto credibilità al primo grado di giustizia: l' arbitraggio”.
Mi inchino di fronte a tanta grandezza: due mesi prima di nominare nuove giurie, sostituirne i presidenti, nominare Guido Rossi…mi arrendo, non può essere un caso!
Del resto, Leon Bloy diceva che “non esiste il caso, perché il caso è la Provvidenza degli imbecilli, e la Giustizia vuole che gli imbecilli non abbiano Provvidenza”.
Fortunatamente non mi sento un imbecille.
Pardon, mi correggo: sfortunatamente.
Perché mi capita di leggere un’intervista al Palombo, chiamato in causa da Eurocalcio , mensile sportivo, edizione del mese di marzo.
A domanda – crede che il processo di Napoli possa rimettere in discussione le sentenze sportive? – così risponde: ci sono dei "fatti incontrovertibili" su cui si basano le sentenze della giustizia sportiva, che - non bisogna dimenticare- è tutt'altra cosa dalla giustizia penale. Per questo, su Napoli non faccio previsioni ma non sarei sorpreso se "l'associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva", il reato ipotizzato dall'accusa, non venisse confermata in sede di sentenza.
Le tessere telefoniche svizzere "coperte" distribuite da Moggi ai designatori Bergamo e Pairetto (prova certa, mentre per alcuni arbitri la questione sarà oggetto di dibattito tra accusa e difesa) rappresentano una condizione sufficiente a giustificare le sentenze della giustizia sportiva. Per quella penale, invece, è probabile che possano non bastare".

Dunque il giochetto sta tutto lì.
Consapevoli dell’inconsistenza delle prove a carico degli imputati, la strategia per mantenere in piedi i verdetti sportivi potrebbe essere quella di separare completamente l’ambito amministrativo da quello sportivo in ogni suo punto di congiunzione, affinchè anche una eventuale completa contraddizione tra i due esiti finali, non debba giustificare una revisione dell’altro ambito.
Posto che tecnicamente ciò sia possibile e non lo credo, ma non essendo un esperto in materia e vivendo solo di approfondimenti dove posso attingere non mi permetto di giudicare, sarà davvero così che andranno le cose?
Nel frattempo, si alzi l’eco dell’ode alla preveggenza.
Si sognano i faldoni, e i falconi compaiono.
Si auspica a Coni e Federcalcio di attrezzarsi, e puntualmente accade.
Si presume non se ne esca per vie normali, e puntualmente accade.
Si dichiara ormai privo di credibilità un grado di giustizia, e questo viene soppresso per l’occasione.
Non dimenticando che “Juve in B con penalizzazione”, quell’appendice del gruppo rcs lo predisse prima dell’avvenuta sentenza.
Ora è arrivato il momento di riprendere il processo, e candido come il suo maestro di penna, Palombo insiste sulla separazione completa della giustizia in ambito sportivo rispetto a quello amministrativo.
E arrivò così il 24 marzo 2009 con le prime indicazioni del Tribunale: escono dal processo la Juve, tutte le società calcistiche che avevano proposto la costituzione di parte civile,
l' Avvocatura dello Stato e la Figc.
Resta di stucco…è un barbatrucco?

L'articolo di Palombo

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