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Editoriale di G. BELVISO del 19/09/2006 19:11:14
Agnelli vs Elkann

 

IL DEBUTTO casalingo della Juventus in serie B si portava dietro non poche curiosità che vanno oltre la prestazione della squadra bianconera e il suo difficile ambientamento nella sua nuova dimensione. C’erano e ci sono da capire molte cose sul futuro della società e sulle intenzioni degli Agnelli.

Un’occhiata alla tribuna d’onore del nuovo stadio Olimpico, l’ex Comunale, ha permesso di verificare che non tutto è chiaro e il presunto riavvicinamento tra le due anime della Famiglia in realtà non c’è stato.

I seggiolini lasciati vuoti da donna Allegra, vedova del dottor Umberto, e del figlio Andrea Agnelli, sono lì a testimoniare che le divergenze con i fratelli Lapo e John Elkann, gli eredi dell’Avvocato, restano ancora profonde. Chi aveva annunciato una grande festa nel nome della Juve, un «volemose bene» e un ricompattamento proprio in occasione del ritorno nel mitico stadio di tanti scudetti, ha completamente sbagliato le previsioni.

Ma cosa è successo? Cosa divide gli Agnelli? E l’armonia perduta quanto può incidere sulla difficile rincorsa alla serie A e sulle strategie future?

Donna Allegra e il figlio Andrea non avrebbero condiviso la linea adottata dall’altra parte della famiglia dopo l’uscita delle prime intercettazioni e l’inchiesta della magistratura che ha messo al centro di Calciopoli Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

Secondo voci e indiscrezioni gli eredi del dottor Umberto avrebbero preteso una difesa ad oltranza di fronte ad accuse tutte da provare e al cospetto di un teorema accusatorio (la cupola etc) che poi è crollato anche al cospetto della magistratura sportiva.

Ammettere la colpa, chiedere la retrocessione in serie B quando tutto era ancora da chiarire e buttare a mare la Triade prima dei procedimenti penali e sportivi, sarebbe sembrato a donna Allegra e al figlio un autentico autogol. Una decisione che ha facilitato l’assalto al patrimonio dei giocatori della Juventus e agevolato l’operato dei giudici.

Una diversa strategia avrebbe forse consentito alla Juventus di restare in A con qualche penalizzazione, l’ammissione di colpa ha pure tagliato a Moggi e Giraudo parecchie possibilità di difesa e addossato ai due dirigenti responsabilità che nessuno poi ha saputo dimostrare.

Non basta. Donna Allegra e il figlio Andrea non avrebbero condiviso neppure la scelta di alcuni dirigenti e le decisioni tecniche, prima fra tutte quella di vendere i giocatori più importanti.

E il futuro è ancora tutto da scrivere. Voci per altro seccamente smentite da Lapo parlano di una concreta ipotesi di cessione o quantomeno di disimpegno degli Agnelli ramo-Avvocato che non avrebbero alcuna intenzione di investire sulla Juventus. Nettamente contraria alla vendita è donna Allegra. Nel caso in cui la parte della Famiglia attualmente maggioritaria decidesse di uscire dalla Juve sarebbe pronta a rilevarne le quote. Il candidato alla presidenza, naturalmente, sarebbe in quel caso proprio il trentunenne Andrea definito da Moggi in tempi non sospetti «l’unico Agnelli che capisce di calcio».

Da questo quadro resta fuori Luca Cordero di Montezemolo perchè la Fiat non ha più alcuna partecipazione della Juventus che è di esclusiva proprietà dell’Ifil, la finanziaria di famiglia.

Come si vede la storia della Juventus dopo Calciopoli e ancora tutta da scrivere.

Enzo Bucchioni (vice direttore QN)
 
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