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Attualità di N. REDAZIONE del 07/09/2011 07:43:09
Amaro Juventus

 

Amauri e Gattuso che cos’hanno in comune a parte la poca dimestichezza con la lingua italiana ?
Niente. Uno ha fatto carte (ci auguriamo non false ma autentiche e non dovrebbe essere in discussione) per giocare nella Nazionale Azzurra, un altro ci ha giocato per diritto di nascita. Entrambi, stando alla strettissima attualità, potrebbero giocare nel Milan a partire dal prossimo campionato se non dal prossimo gennaio. Nient’altro.
Anzi si, sono due calciatori, ognuno nel suo ruolo, qualunque.
Ma con una differenza: l’italo-brasiliano è stato pagato e continua ad essere stipendiato come un fuoriclasse pur essendo considerato dalla sua squadra di appartenenza un ferrovecchio, un ingombro e una sicura minusvalenza contabilmente parlando, l’altro, pagato quattro vasi di conserva di peperoni e due corone d’aglio con gli anni si è preso la fascia da capitano, la Nazionale e una coppetta del mondo.
Dov’è la differenza allora visto che, al di là di ogni personale opinione (rispettabile quanto, al contempo, opinabile) sono il primo un attaccante come tanti, il secondo un centrocampista come tanti ?
Se Gattuso entra sulle gambe di un avversario a centrocampo è una diga, un irriducibile, un mastino che al massimo merita il cartellino giallo (... per eccesso di generosità), se lo stesso fallo lo commette lo stesso giocatore azzannato alle gambe è un vendicativo, un antisportivo, un criminale che dev’essere allontanato dai campi di gioco e che merita una sanzione esemplare (...perchè i giovani ci osservano, cosicchè finalmente ci si rende conto del ruolo sociale dei giovani: osservare le porcherie degli adulti).
Incitalo oggi, esaltalo domani, santificalo domani l’altro Gattuso è diventato quello che è diventato: un simbolo del calcio di oggi.
Penso a Beppe Furino, che nella Nazionale di oggi potrebbe giocare indistintamente con le maglie numero 4, 7, 8 e 10, penso a Romeo Benetti, un monumento di tecnica e cattiveria, penso ad Edgar Davids che ha solo cinque anni più di Ringhio, nessuno di questi è mai stato celebrato come Gattuso, ci penso e mi dico: che cos’è diventato il calcio oggi ?
Anche ad Amauri ci mancherebbe altro i media dedicano spazio e considerazione, ma in negativo: un giorno non si sente bene, un altro è in Brasile, una domenica è fuori forma e un venerdì è rientrato tardi, un giorno è l’erede di Trezeguet e un paio di mesi dopo va in prestito (con la formula della disperazione) a Parma.
Gattuso da buon italiano tutto Anema & Core con tre parole di calabrese, uno strillo e una pacca sulla spalla tiene insieme una squadra di buttafuori nigeriani, timidi bresciani e freddi ucraini, potere della piazza ( e della retorica di cui siamo maestri).
Amauri invece spacca lo spogliatoio perchè è scontroso, svogliato, lunatico e frequenta le mogli dei compagni di squadra (quando passerà, se passerà, al Milan sarà lo stesso ?).
Dove sta la differenza a questo punto mi sembra chiaro.
Se non lo fosse aggiungo una personalissima osservazione: un utente medio, che mediamente si informa sui Tg Rai – Mediaset - La7 e sui giornali altrettanto medi, che ne sa del nuovo stadio della Juve ?
Nulla, ve lo garantisco.
In quest’estate non siamo mai passati, nemmeno due minuti fra un servizio sulle code al casello di Milano Sud e la sagra del fico di Poggibonsi.
Ieri però su Mediaset ci hanno tenuto a sottolineare che già la Reggiana, una quindicina di anni fà, è stata la prima società italiana ad avere uno stadio di proprietà, e in epoche lontane, chi altro se non il Milan?
(Nei primi anni ’20 persino il presidente della squadra della mia città costituì una s.p.a. per la costruzione di un campo di calcio, ma questo ovviamente non interessa a nessuno).
Noi, amici, non ci siamo più.
C’è un pool di avvocati stretti intorno a un ex dirigente ultrasettantenne e radiato dal calcio che cerca di difendere la sua personale storia e, insieme, quella della Juventus. C’è un gruppo di appassionati e azionisti, di gente che è stata derubata ma che tuttavia ci crede ancora, di sportivi veri riuniti in un’associazione che difende l’onore della Juve. Nient’altro.
In quello stadio che, ci dicono, ci porta avanti di 5-6 anni rispetto a tutti gli altri ma che è già periferia del mondo mediatico domani sera fatevi sentire.
Sbracciatevi, urlate rabbia e passione, fate rumore, confusione e tifo più che potete.
Perchè non esistete più
.

Luisito Monti (Francesco)

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