Di mestiere non faccio il giornalista.
Sono un appassionato Juventino che impegna il proprio tempo libero (o meglio il tempo che riesco a liberare dagli impegni) per la mia squadra del cuore, quella vera che qualcuno ha tentato di distruggere nel 2006.
Questo “qualcuno” ha messo in atto tutta una serie di azioni che hanno portato all’onta che tutti i veri Juventini hanno dovuto subire e che mai avrebbero pensato accadesse: l’onta della serie B.
Gli scopi della manovra sono tuttora poco chiari, anche se si intravede (e si intravedeva fin dall’inizio) uno scopo che va ben oltre il calcio giocato.
Con le manovre del 2006 il team di gestione, che fino ad allora aveva portato tanti successi senza intaccare i bilanci come invece molte altre società concorrenti avevano fatto, è stato messo alla porta (meglio dire “alla gogna”) e sono stati incaricati altri professionisti sedicenti juventini allo scopo di raggiungere nuovi obiettivi.
Fin dall’inizio, si è sentito parecchio parlare di “progetto”.
Progetto di nuova organizzazione societaria, progetto di nuova squadra, progetto di tornare alla vittoria in cinque anni.
Contemporaneamente si è parlato di “progetto” del nuovo stadio: a sentire la proprietà e i relativi osannatori (Lega in primis), un’opera destinata a lasciare il segno sia come riuscita dell’impianto anche dal punto di vista dello spettatore (finalmente, si potrebbe dire, visti i problemi del “Delle Alpi” costruito sotto l’egida di un certo Montezemolo) sia come gestione economica e degli introiti.
Dicevo che di mestiere non faccio il giornalista: sono un libero professionista che si occupa di edilizia, quindi di “progetti” ne vedo e ne produco tutti i giorni.
Tempo fa parlavo al telefono con un amico di Torino, professionista anche lui, che esprimeva tutti i suoi dubbi sul “progetto” del nuovo stadio soprattutto dopo aver visionato la documentazione. Da tecnico non potevo che concordare.
Invece l’altro progetto, quello del programma di rinforzo e di crescita della squadra, fino ad oggi ci pareva molto oscuro, fumoso direi.
Parole senza seguito, visto che negli anni scorsi il programma di rinforzo della squadra si è tramutato in una serie di acquisti di calciatori che hanno di fatto dilapidato una grande quantità di risorse.
Andrade, Almiron, Tiago, Knezevic, Poulsen.... soldi gettati al vento sia per l’acquisto che per i contratti. Oltre al danno, anche la beffa: non si riuscirà a rivendere bene questi giocatori proprio per via dei loro altissimi emolumenti.
D’altra parte, anche gli obiettivi posti da dirigenza e proprietà appaiono e apparivano incomprensibili per una società del calibro della Juventus: per il primo anno di A, l’obiettivo era un
piazzamento UEFA. L’ha candidamente confessato Mister Ranieri, in una intervista di non troppo tempo fa, glorificandosi per aver invece conquistato i preliminari di Champions League.
Per il campionato in corso, nonostante i proclami di rito, l’obiettivo è sempre stato il
miglioramento del piazzamento dell’anno passato.
Quindi al tifoso viene sventolato un progetto a scadenza quinquennale, ove si proclama di tornare ad essere competitivi su tutti i fronti, mentre
nel frattempo ci si deve accontentare di piazzamenti e, non si sa mai, «se le squadre davanti dovessero cedere».... parole del Presidente Cobolli Gigli, che non sa che davanti alla Juve c’è solo una squadra, quella che vince gli scudetti in segreteria.
Dicevo che questo “progetto” ci è parso fumoso fino ad oggi.
Oggi invece è tutto più chiaro.
Come al solito, ci ha pensato Mr. Ranieri a chiarire tutto.
Ha chiarito su mercato, obiettivi, avversari.
Sul mercato: arriverà un grosso campione. A domanda, in cui il giornalista chiede se basterà, Ranieri risponde che «Basta per quello che sono i progetti della Juve». Ovvero:
accontentatevi, anche il prossimo anno sarà di transizione visto che sarebbe il quarto del quinquennio previsto.
Sugli obiettivi: Ranieri dice di lavorare per vincere lo scudetto, ma non sa dire quanto tempo ci vorrà (allora il quinquennio dov’è?). Dice anche che
non si devono fare paragoni con la Juve di tre anni fa, non si riuscirà a riavere una Juve come quella di Capello perché
«Forse neanche cent’anni basterebbero. Ormai quella Juve bisogna dimenticarsela. Stiamo ricostruendo, con le possibilità che abbiamo adesso. »
E ancora: «Dobbiamo dirlo chiaro, senza per questo voler mettere le mani avanti:
non siamo la Juve di tre anni fa. »
In altre parole:
scordatevi una Juve stellare come quella della Triade. E qui ti volevo!
Qui sta tutta la dimensione del “progetto” tanto sbandierato: non c’è nessuna ambizione di riportare la Juve ai fasti di un tempo. Si costruirà una squadra di qualità medio/alta, capace sì di mettere paura a tutti ma incapace di dominare, come invece succedeva prima di Farsopoli.
Alla faccia del progetto! Bisognerà chiedere di istituire un premio speciale per questa proprietà/dirigenza:
hanno creato una Juve perdente per definizione! Una vera novità per il calcio italiano.
Non solo: hanno creato una Juventus succube della seconda squadra di Milano.
Non bastavano le parole senza senso di Cobolli Gigli in merito al 5 Maggio («conosco solo quello di Manzoni», ricordate?), adesso ci si mette anche Ranieri che, nella stessa intervista, afferma che a suo giudizio Mourinho ha fallito perché avrebbe dovuto vincere in Europa. Queste le sue parole:
«Era stato preso per vincere la Champions, perché il campionato l’hanno sempre vinto».
Ma Mister, lei ci è o ci fa?Quali campionati avrebbero vinto, scusi?
Quelli che, secondo le parole di Mourinho, sono stati assegnati in segreteria?
Non si vergogna neanche un pò, di prendere in giro in questo modo i tifosi Juventini?
Si ricordi, Mister, le parole di uno che sui “progetti” ci lavora tutti i giorni:
l’unica squadra che vincerà in Europa è quella di Giulemanidallajuve. E ricordi anche che questa vittoria farà piazza pulita di tutto quanto Lei, i dirigenti e i proprietari avete combinato in questi sciagurati tre anni.
Ve lo faremo vedere noi, IL progetto. In chiusura, voglio abbozzare un'ipotesi su cui riflettere:
dicevo prima che non sappiamo quali siano i reali motivi che hanno mosso i fatti del 2006, e non sappiamo quale sia veramente lo scopo degli attuali proprietari.
Non so se effettivamente vogliono tenere la Juventus e i propri tifosi "a bada", magari vincendo una Coppa Italia che, sì, manca da tanto tempo ma che non può essere una surroga delle vere vittorie.
Io penso che arrivare ad un passo dalle vittorie senza raggiungerle porta danari ma non comporta il pagamento di premi. Mi sbaglierò ma....
Commenta l'articolo sul nostro forum!