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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 23/09/2011 07:39:42
Cosa vuole spiegarci ancora Palombo?

 

Riprendiamo l’ennesima provocazione firmata da Ruggiero Palombo per la Gazzetta dello Sport.
Questa volta il giornalista prende spunto da una lettera ricevuta da un suo lettore che si mostra stupito di come Andrea Agnelli abbia potuto rivendicare i 29 scudetti in occasione dell’inaugurazione dello stadio nuovo ed in presenza del Presidente Federale Abete, e si chiede come si possa «pretendere che i giocatori rispettino gli arbitri e i tifosi gli steward quando, ai massimi livelli, un presidente continua ad avversare la federazione senza che essa reagisca in qualche modo».

Ecco la risposta di Palombo: «Intorno allo scudetto 2006, e alla sua incerta destinazione, si sta facendo un po' troppa confusione. Andrea Agnelli, nel denunciarne l' illecita attribuzione all' Inter aveva cominciato bene, più di anno fa. Una separazione chiara con le vicende Juve, una richiesta di pari trattamento per l' Inter e i suoi dirigenti alla luce delle telefonate di calciopoli “sopraggiunte” solo in un secondo tempo. Tutto giusto, e sottoscritto dal procuratore federale Palazzi. Poi, forse tirato per la giacchetta, Agnelli ha preso con sempre maggiore frequenza a mischiare le due questioni, la revoca con la “riattribuzione” dello scudetto, anzi, visto che c' era, degli scudetti alla Juventus. Fino alla magica notte dell' inaugurazione del nuovo stadio, di fronte a un attonito presidente federale. Provocazione, polverone e confusione, cui Abete il Temporeggiatore non ha trovato di meglio che replicare, sbagliando come ci ricorda il nostro lettore, con la tiepida ammissione di “un certo disagio”.
Disagio un corno. La Juventus ha tutto il diritto di porre quesiti e ricorsi sullo scudetto all' Inter, che secondo questo giornale non avrebbe mai dovuto essere assegnato, e sul quale dopo il pilatesco Consiglio federale bisogna ora aspettare il Tnas del Coni. Ma non ha più alcun diritto sugli scudetti 2005 e 2006. Ci sono le sentenze della giustizia sportiva passate in giudicato a dirlo: le utenze telefoniche svizzere con le quali Moggi intratteneva rapporti «coperti» con Bergamo e Pairetto rappresentano, a prescindere da tutto il resto, condizione necessaria e sufficiente per non poterle rimettere in discussione. Caro Agnelli, si goda il suo fantastico stadio made in Giraudo e la bellissima squadra che sta prendendo forma, e lasci perdere quei due scudetti. Vinti sul campo ma persi in un tribunale sportivo dove, come le può raccontare l' avvocato Briamonte che quel giorno era lì insieme all' avvocato Zaccone, la Juventus, conscia dei peccati commessi dai suoi dirigenti, patteggiò la pena.»


La coperta di Palombo è troppo corta, e soprattutto sporca del marciume che lui stesso ha nascosto per anni.
Invocare ancora oggi quella sentenza sportiva e utilizzarla per giustificare agli occhi dei lettori una campagna mediatica di disinformazione lunga cinque anni, e che oggi si mostra ancora più imperdonabile di quella stessa sentenza, è vergognoso. Come è vergognoso tirare ancora in ballo schede svizzere e contatti riservati, quasi che due anni di processo a Napoli non ci siano mai stati.

Provocazioni inutili, che rendono ancora più evidente il ruolo (incarico?) assunto dalla Gazzetta in questi anni passati all’insegna del colpevolismo, invocato solo per giustificare il vandalismo della Giustizia Sportiva, e ancora oggi evocato per suggerire di "lasciare perdere quei due scudetti".
Il vizio è duro da debellare.
Il comportamento di oggi è proprio identico a quello del 2006, quando miracolosamente su quelle pagine rosa furono emessi i verdetti ed anticipate le sentenze .
Oggi siamo nel 2011, e sono in molti ad aver capito che Palombo e la Gazzetta non sono dei giudici. Eppure continuano a deliziarci giornalmente con moralismi di seconda mano.
Sarebbe ora di finirla, anche perché quello che un tempo poteva essere interpretato come un (ig)nobile tentativo di difendere qualcuno oggi comincia a risultare patetico.

Non si preoccupi il Signor Palombo.......la Juventus e chi nel 2006 la rappresentava e difendeva, sia nelle aule dei tribunali che nei salotti del potere, hanno colpe e responsabilità. E il popolo juventino lo sa perfettamente, né ha intenzione di dimenticarlo.

Ma ora basta!
Persino la Gazzetta dello Sport ha il dovere di portare rispetto verso un popolo civile, come quello juventino, che da cinque anni sopporta ogni genere di abuso.
Qualcuno fa finta di non capire che noi pretendiamo giustizia. E, se giustizia ci sarà, di riavere solo quello che è nostro.
A buon intenditor....

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