Col senno di poi, a sentenza calciopoli pronunciata, molti hanno
criticato la linea difensiva di Moggi e dei suoi avvocati. Strategia difensiva sbagliata si è detto; accusare anche gli altri non significa proclamare la propria innocenza.
Premesso che tutti gli juventini debbono solo essere grati alla difesa Moggi di aver svelato le telefonate nascoste (non fosse altro per aver ristabilito un po' di dignità rispetto ad onesti accusatori), sarebbe il caso di non cadere in una troppo comoda semplificazione. Proporre l'equazione "linea difensiva di Moggi=così facevan tutti" è sbagliato e fuorviante.
Moggi è stato accusato di esser a capo di un sistema che in via esclusiva sovrastava il mondo del pallone, a quel punto è stato giusto evidenziare che non si stagliava affatto sul calcio italiano come un capocupola. Se l'incolpazione è di condizionare e controllare gli arbitri, bene fa l'imputato a evidenziare che quelle cose non gli appartengono e che invece sono proprie di altri soggetti.
Spiego meglio. Se il pm accusa di avere un
rapporto esclusivo con i designatori e con gli arbitri, è corretto che l'imputato non solo evidenzi che una parte dell'accusa non solo non è vera, ma che addirittura non può essere considerata un'accusa. Ci riferiamo ai contatti con i designatori, non erano vietati, anzi erano incoraggiati dalla FIGC, e soprattutto non erano esclusivi: tutti parlavano con Bergamo e Pairetto. Così come penso sia corretto sottolineare che quando si diceva o si tramava qualcosa di scorretto questo fosse fatto dagli altri a danno dell'accusato e non certo a suo favore! Per quanto riguarda la restante parte dell'accusa, il contatto con gli arbitri, è condivisibile sottolineare che quei contatti non ci sono mai stati oltre le forme consentite dal regolamento (incontro a fine partita) a differenza di quello che facevano gli altri, i quali facevano illecite pressioni su assistenti e direttori di gara prima e durante le partite.
Volendo si potrebbe anche ricordare che qualche capo d'accusa è stato smontato grazie al solo controesame dei testi dell'accusa. Per le presunte irregolarità dei sorteggi arbitrali è sufficiente porre mente alla sola testimonianza di Manfredi Martino. E per l'addebito di aver conosciuto gli esiti del sorteggio alle 11:53 quando prima delle 11:30 già l'ANSA l'aveva comunicato via web. Poi potremmo dedicarci a seguire tutti i rivoli dell'accusa e concentrarci ad esempio sulle singole frodi sportive, una a caso Udinese-Brescia, ma per quello aspettiamo le motivazioni.
Che altro doveva fare Moggi per dimostrare che semmai ci fosse un sistema lui lo subiva e non lo comandava? La strategia difensiva è scaturita anche dal metodo d'indagine adottato, se gli inquirenti vogliono per forza di cose trovare un colpevole è giusto lamentare il pervicace accanimento in una sola direzione.
Forse il sistema ha voluto evitare anche che l'assoluzione di Moggi fosse al contempo una condanna per carabinieri e pm. Commenta l'articolo sul nostro forum!