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Editoriale di E. LOFFREDO del 14/11/2011 16:47:59
Juventus: (ir)responsabile civile

 

Dal 2006 ad oggi la storia juventina è come solcata da un vomere in grado di scavare solchi sempre più profondi, l'ultimo segno è stato tirato dalla sentenza che martedì scorso ha visto condannato severamente Moggi. Il sette maggio 2006, quasi a mo' di solco primigenio, fu delineato il primo di quei segni: «Siamo vicini alla squadra e all'allenatore»; ricordate? Martedì sera, con i coltelli della giustizia che ancora vibravano i fendenti di pesanti verdetti, è stata di nuovo la Juventus a dividere il territorio, da una parte il colpevole Moggi e dall'altra la società bianconera.

La scomposta quanto inopportuna esultanza dell'avvocato della Juventus è stata per tutti i tifosi bianconeri un antipatico insulto alla storia della società e di chi le vuole bene. Non è stato niente comunque in confronto a quanto sarebbe venuto da lì a pochi minuti, la ufficiale di commento alla sentenza apparso sul sito internet del club bianconero. La «totale estraneità» di cui si compiacciono in corso Ferraris a Torino è accompagnata dal freddo disinteresse per le sorti processuali dell'ex Dg juventino. La nota si chiude con la rassicurazione che «Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento».

La domanda da porsi a questo punto è se sia giustificata tanta fiducia da parte della società guidata da Andrea Agnelli. Non è stato proprio il presidente juventino a dichiarare più volte che si sarebbe agito come chiedevano i molti tifosi rancorosi solo "qualora il processo avesse dimostrato la correttezza dell'allora dirigenza"? Oggi a dispositivo pronunciato è vero che la Juventus non è stata ritenuta responsabile per i fatti ascritti al suo ex dirigente Moggi, ma è anche vero che la premessa più volte ribadita, "innocenza di Moggi e Giraudo", è allo stato venuta meno. E quindi?

C'è poi un altro elemento che rema contro i propositi juventini, si riassume nella tesi che l'ordinamento sportivo è diverso da quello ordinario. Qui vigono regole un po' particolari, a volte più superficiali e grezze (eccessiva celerità dei processi), altre più totalitarie, vedasi ad esempio la responsabilità oggettiva delle società. Quindi chi ha rassicurato Andrea Agnelli che quella responsabilità oggettiva non ravvisata dal collegio giudicante napoletano non sia invece sussistente per gli organi sportivi?

Di certo l'unico risultato di cui può essere soddisfatta la Juve è il non dover risarcire le parti civili che si erano costituite contro di essa. Per le battaglie in ambito di giustizia sportiva invece dovrebbe avvedersi che la sentenza napoletana non lascia molti spiragli alle istanze di riottenimento di quanto sottratto nel 2006. Avendo imparato a conoscere procura e corti della FIGC, è ben difficile che queste si ricredano perché la società viene dichiarata “non responsabile” restando invece colpevole il suo ex dirigente nonché principale accusato.

Se quanto abbiamo fin qui esposto ha un qualche fondamento, conviene alla famiglia Elkann-Agnelli continuare a segnare limiti e confini per volersi distinguere da Moggi? Oltre a voler legittimamente evitare conseguenze risarcitorie, la proprietà bianconera non avrebbe forse fatto cosa più proficua (anche in prospettiva di rivalse sportive) a coadiuvare con la propria condotta processuale il suo ex dirigente? Non è stato fatto, ci si è concentrati esclusivamente a negare qualsiasi coinvolgimento per le eventuali malefatte di Moggi . Tutto legittimo, ognuno si difende (o patteggia) come meglio crede. In questo caso si è salvaguardato il portafogli, ed è una scelta che si può capire pur non condividendola. Non si enfatizzino però le azioni per ottenere la parità di trattamento. Il risultato massimo pare essere stato raggiunto.

Andrea Agnelli e John Elkann esultino pure insieme all'avvocato Vitiello, ne hanno motivo, la sentenza della nona sezione penale di Napoli ha sancito la «totale estraneità» di questa società con quella del periodo 1994-2006.


 
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