La sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale di Napoli fino a quando non sarà depositata la motivazione rimane una sentenza a metà.
Solo allora sarà possibile comprendere quale sia la logica sottesa al convincimento dei giudici, e quali riscontri sono stati ritenuti esistenti per accuse che, almeno a noi, sembravano fondate sui sentito dire di chi era costituzionalmente abituato alla sconfitta (e che dopo qualche anno di pacchia sta tornando ad abituarcisi).
Dalla lettura della motivazione non si saprà cosa i giudici si siano detti nel segreto della camera di consiglio ; nell’ipotesi in cui un giudice non sia d’accordo coi colleghi può soltanto far verbalizzare il proprio dissenso in un atto separato che viene custodito in un plico sigillato depositato in cancelleria (a futura memoria e inaccessibile alle parti).
Sarà poi interessante capire perché la Juve sia stata graziosamente dispensata dai risarcimenti ; qui le ipotesi sono sostanzialmente due: o perché si è ritenuto che Moggi non abbia agito quale rappresentante legale della società (e allora c’è davvero poco da esultare, visto che in abbreviato è imputato Giraudo) , oppure perché le condotte ritenute provate non sono state ritenute connesse in alcun modo con gli interessi della Società bianconera (e in questo caso rimarrà un’amara soddisfazione).
Nell’attesa, il torpedone giudiziario prosegue la sua corsa lentamente.
La prossima tappa è l’appello di Giraudo, rinviato alle calende greche, giusto in tempo per conoscere le motivazioni che usciranno dall’Aula 216.
Qualche “giornalista” favoleggia sulla possibilità che le parti civili del giudizio ordinario si costituiscano in appello nell’abbreviato per chiedere i danni anche alla Juve (visto che lì c’è Giraudo che aveva potere di firma); c’è poi chi si interroga sulla possibilità di introdurre le telefonate “scoperte” da Penta.
Per quanto riguarda la possibilità di costituirsi parte civile in appello la questione è fuori discussione: i “danneggiati” avrebbero dovuto costituirsi all’udienza preliminare accettando il rito abbreviato, oppure scegliere - come è stato fatto - di restare fuori dal processo penale, fatta salva, in questo caso, la possibilità di procedere in un separato giudizio civile per chiedere i danni agli imputati condannati e alle rispettive società (che risponderebbero in sede civile del fatto dei loro dipendenti); e questa ultima ipotesi, se verrà confermata la condanna di Giraudo, è possibile anche per la Juve.
Per le telefonate tirate fuori nel giudizio ordinario, poiché si tratta di prove già acquisite agli atti del processo, la Corte di appello dell’abbreviato potrà tenerne conto. O almeno si spera.

Di Francesco (Francejuve)

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