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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Editoriale di I. SCALISE del 21/04/2009 23:46:27
Da dove siamo partiti?

 

Siamo un po' stufi di sentirlo ripetere, diciamolo. Quel «dobbiamo ricordarci da dove siamo partiti» è un tormentone lungo due anni che, senza dubbio alcuno, verrà riproposto anche negli anni a venire.
Bene, da dov'è che siamo o, per meglio dire, sono partiti?


John Elkann e questa dirigenza hanno preso le redini della società nel giugno 2006.
La Juventus ha vinto il suo ventinovesimo scudetto, è pronta a dominare le stagioni successive, i bilanci non hanno buchi da centinaia di milioni di euro e con qualche intervento sul mercato si sarebbe portata a casa la Champions. Un mese dopo, a Berlino, otto tesserati della Juventus saranno Campioni e Vicecampioni del Mondo, senza dimenticare Marcello Lippi e Ciro Ferrara. Questo è il punto da cui sono partiti ed hanno ragione a dire che bisogna ricordarlo sempre.


Poi le sentenze di calciopoli, i teoremi accusatori basati sul nulla e il lasciar correre, l'accettare la serie B senza nemmeno tentare di ricorrere all'ultimo grado della giustizia sportiva, quel TAS di Losanna che l'anno prima aveva mostrato un due di picche al CONI: «In ambito sportivo non si può sanzionare l'uso di sostanze non espressamente vietate dalla normativa antidoping», già la Juve non era punibile neanche sotto il profilo sportivo, saranno costretti a vederla vincere ancora un altro anno.
Le svendite di alcuni tesserati: « non potevamo trattenerli », con Zebina, Camoranesi, Trezeguet ed altri che invece giuravano di esser stati trattenuti. La cessione-regalo di Ibrahimovic, concessa, nel giro di una notte, alla squadra che ha fatto dell'onestà il suo punto di forza, quant'è vero che Oriali è incensurato, che Recoba è italiano, che le “stampelle” citate in celebri telefonate erano quelle usate per i vestiti, etc. Con tanto di pubblici ringraziamenti di Cobolli Gigli a Moratti per aver acquistato il talento svedese.
Le dichiarazioni battagliere: «Senza arroganza – disse Blanc – sosteniamo che la sanzione inflitta alla Juventus sia troppo pesante rispetto a quella delle altre squadre ed è la ragione per la quale diciamo che la prossima stagione dobbiamo giocare in serie A. Siamo combattivi, determinati e ciò che vogliamo fare è spiegare al Coni tutti i nostri argomenti perché vogliamo tornare in serie A, ovviamente rispettando tutte le squadre di B. Se poi il nostro dossier presentato al Coni non dovesse essere sufficiente, ricorreremo al Tar. La Juve sta lavorando per presentare una documentazione precisa che esclude e cancelli qualsiasi tipo di combine e che ci dovrebbe offrire la A magari con penalizzazione».
Poi il ritiro del ricorso e la retrocessione. Tutto questo è stato gestito dall'attuale dirigenza e dall'attuale azionista di maggioranza, non stiamo parlando di “eredità”. Partiti da 29 scudetti se ne sono fatti scippare 2, la qualificazione alla Champions, la serie A e sono pronti a patteggiare pure un falso in bilancio che non esiste. Complimenti.


Passiamo a Ranieri, da dov'è che è partito? Ranieri è partito dalla serie A con una squadra che nell'anno precedente aveva a disposizione: Buffon, Chiellini, Balzaretti, Zebina, Legrottaglie, Zanetti, Nedved, Marchisio, Camoranesi, Marchionni, De Ceglie, Giovinco, Bojinov, Palladino, Del Piero, Trezeguet, Zalayeta... e che vedeva il rientro di Nocerino e Criscito, insomma gran parte della rosa presente quando abbiamo vinto il ventinovesimo scudetto. Stiamo forse parlando della tipica formazione da serie B? Il caro mister ha inoltre avuto la fortuna di partire in contemporanea col celebre “progetto di 5 anni” ed una ricapitalizzazione di oltre 100 milioni di euro che, seguendo le dichiarazioni di Blanc, sarebbero stati investiti soprattutto sul mercato. Come sono stati spesi questi soldi?


Prima di fare due conti, è utile ricordare che:
1. i debiti, causati dal loro stesso lassismo, erano già coperti dalle cessioni dell'anno prima
2. ci sono stati più consigli di amministrazione per ogni acquisto, quindi ogni acquisto è stato effettuato non solo col benestare di Ranieri ma anche col benestare di tutto il cda, rappresentanti dell'azionista di maggioranza compresi.


2007-2008


Andrade 10,5M
Molinaro 2,5M
Gastaldello 650m
Almiron 9M
Nocerino 3.7M
Tiago 13,65M
Iaquinta 11,25M
Volpe 1M
Grygera 0
Salihamidzic 0
Sissoko 11M


2008-2009


Manninger 680m
De Ceglie 3,5M
Knezevic 750m (prestito)
Ekdal 600m ( possibile incremento di 1.4M)
Poulsen 9,75M
Amauri 22.8M
Volpato 400m
Mellberg 0
Yago 0 (possibile incremento di 2.5M)
Kirev 550m


Ed ecco che svaniscono anche commenti del tipo: “non collezioniamo figurine” o “non c'erano i soldi” o, ancora, quello fatto sabato sera da Lapo: «E’ bello vedere la Juve operaia dare del filo da torcere all’In­ter dei milioni» (avrà visto quanto ha speso l'inter negli ultimi due anni?). Senza prendere in mano la calcolatrice e lasciando ad altra sede l'approfondimento dei bilanci, sono oltre 100 i milioni di euro spesi in due anni, solo di cartellino, a cui vanno ad aggiungersi i premi e i lauti stipendi.
Spese compensate anche dalle numerose cessioni, oltre 40 milioni di euro, quindi siamo tutt'altro che al verde. Quando mai la Juventus ha avuto così tanto denaro da spendere grazie ad una ricapitalizzazione? È indubbio che questi signori abbiano goduto di un vantaggio gestionale enorme rispetto a chi li ha preceduti, l'hanno saputo sfruttare?


Allora Ranieri, John Elkann, Blanc, Cobolli Gigli... da dov'è che siete partiti e quali risultati avete raggiunto per meritare ancora di occupare dei ruoli di così grande prestigio?


Citando il grande e compianto Presidente Chiusano: «Da questo momento in avanti sarebbe bene che le parole lasciassero spazio ai fatti, che sono l' unica cosa che conta».
 
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