Traghettati dal n. 8 del giornale di Giulemanidallajuve da una settimana di caldo preludio a Milan Juventus a un’altra di coda ben più incandescente di detriti polemici a base di prove televisive e disposizioni disciplinari.
GLMDJNews propone una
riflessione dai toni ragionati, che si esalta in un confronto immancabile quanto propositivo tra le diverse realtà conosciute in questi anni di delitti e pene più o meno reali e potenziali.
Stili diversi e contrapposti si materializzano attraverso una serie di finestre che abbiamo “scenograficamente” aperto per voi dalle pagine del giornale per farvi gustare dalla voce diretta di alcuni protagonisti le sfumature delle diverse anime del calcio italiano.
“La faccia più deprimente dell’esercizio delle autorità”, sempre meno all’altezza di ricondurre all’ordine sportivo e ai pacifici risultati del campo il campionato di serie A, ma sempre più campione di “sfacciataggine, arroganza, fuga dalle decisioni, indifferenza, posizioni prone al potere, fino all’abuso e alla violazione o mancata applicazione delle norme in vigore”, in un’intervista esclusiva a
Umberto Pecchio, la cui vicenda appare quanto mai emblematica di un sistema.
Un sistema che ha potuto proliferare indisturbato a partire dal 2006 per
la resa incondizionata dei depositari dei destini della Juventus, che si sono piegati senza esercitare il diritto proprio alla difesa ad alcune decisioni ingiuste e frettolose che hanno segnato per sempre i destini del calcio italiano.
Voglia di rivincita in casa
FIAT. Vittorioso il round della sentenza di primo grado contro la RAI e Corrado Formigli. Con i danni d’immagine non si scherza più. Fu, anzi, sarà vera gloria?
Ritorna
l’appuntamento con la storia e mette il dito nelle rinnovate piaghe dell’Inter, alla sua settima sconfitta consecutiva, con un beffardo amarcord dell’ineffabile 5 maggio 2002. Ei fu. Rispolverando ancora scolastiche reminiscenze manzoniane.
Il sovvenir dei dì che furono non china i rai fulminei e non mantiene le braccia al sen conserte ai giovani
Primavera bianconeri, che per la sesta volta negli ultimi nove anni si aggiudicano La Viareggio Cup, mettendo in mostra forza e qualità, ma anche la vitalità e vivacità della Scuola Juve.
Si torna a segnare in
Prima Squadra e ne fa le spese un Catania in buona salute, organizzato da Montella e ispirato dal repentino guizzo di Barrientos. Dopo l’opaca prestazione di Parma brilla la stella di Pirlo, che pennella una delle sue punizioni in rete. Nemmeno il maestro Accardo se la sente ai microfoni di SKY di sottrargli la fama di novello Mozart. Con Quagliarella e Chiellini si chiude sul 3 a 1.
Incombe
San Siro. La sfida si carica di significati. Mancano molte giornate e non è forse così decisiva come i media insinuano. Ma è sul piano psicologico che potrebbe influire e su quello si gioca coi nervi rossoneri scoperti. L’indimenticabile Tagliavento dei quasi tre rigori contro la Juve in quel di Cagliari il 2 settembre 2007 si ripropone, coadiuvato mica male dal guardalinee Romagnoli, che non convalida un gol fantasma di Muntari, candidato a usurpare nei prossimi vent’anni il ruolo di indirizzatore del diffuso sentimento popolare nientemeno che al gol di Turone.
Per la cronaca nemmeno un gol per niente in fuorigioco di Matri, che non si lascia irretire. Finisce 1 a 1, ma la Juve stavolta è tornata davvero.
Se non sono complotti sono certamente bugie. Quelle che vi raccontiamo addirittura ultraterrene e arrivano dalla penna del compianto Cannavò, la summa del candido pensiero del quale il figlio ha raccolto in un libro.
Scatti colorati di magia dallo
Juventus Stadium. Ironia a gogò nelle
vignette di Whyborn, che in prima pagina ci regala la parodia di una celebre pubblicità dedicata al presidente della FIGC.
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La redazione di GLMDJ
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