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Farsopoli di F. ZAGARI del 30/04/2009 13:17:50
Chiusa una porta se ne apre un’altra

 

Facciamo un riassuntino tanto per capire.

Le accuse: falso in bilancio dal 2001 al 2006, infedeltà patrimoniale, fatture false «per rappresentare una redditività superiore a quella effettiva». Si basano su 13 operazioni di mercato (Mutu, Maresca, Zidane per l’intermediazione di Zavaglia, Miccoli, Brighi, Criscito, Iachini, Beretta, Pederzoli, Volpe, Piccolo, Cingolani e Elyamany). Plus e minusvalenze, per l’accusa.

A novembre 2007, ad Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega (rispettivamente ex amministratore delegato, direttore generale e vicepresidente della Juventus periodo 1994-2006) furono emessi 3 avvisi di garanzia, in relazione all'inchiesta di "doping amministrativo", nata dopo gli accertamenti a tappeto della guardia di finanza su tutte le squadre di serie A. Uno degli aspetti da chiarire furono le cosiddette plusvalenze realizzate sulla compravendita di calciatori. Indagine che non portò al rinvenimento di nulla di eclatante tanto da spingere il pm a chiedere a Cobolli Gigli di fare una denuncia di infedeltà patrimoniale per poter visionare tutti i bilanci dell'era Giraudo-Moggi.

Successivamente alla firma della querela, la società viene chiamata in causa come 'persona giuridica' e, in caso di riconoscimento di responsabilità, potrà essere condannata a una pena pecuniaria. L’Avvocato Zaccone, nel rispetto della tradizione post 2006, ha chiesto, nel corso dell'udienza preliminare, di patteggiare una pena pecunaria. Se il gup Cibinel la accoglierà, il club pagherà una pena che si aggirerà sui 70 mila euro (invece di 500 mila euro di sanzione).

Situazione imbarazzante: senza la firma della querela di parte rilasciata da Cobolli Gigli, il pm non avrebbe potuto procedere nelle indagini che, altrimenti, non sarebbero state possibili. A fronte della richiesta di patteggiamento della società, prosegue invece la battaglia dei tre imputanti.
Ricordiamo inoltre che per la stessa ipotesi di reato, Inter, Milan, Roma e Lazio, non hanno subito conseguenze. Società che hanno usufruito del decreto salva calcio per poter spalmare le rispettive perdite su più esercizi che le salvò da una brutta situazione creata proprio con finte plusvalenze.
La Juventus, esempio di gestione ottimale, non solo dal lato sportivo, fu una delle poche società che non usufruì della legge e oggi per assurdo potrebbe essere l'unica a dover pagare.

In data 16 dicembre 2008, l’avvocato Galasso, legale di Antonio Giraudo, a seguito del deposito di perizie di esperti, precisa quanto segue, dalle pagine di Tuttosport: “ .. consulenze di seri e prestigiosi professionisti hanno incenerito le conclusioni delle consulenze conferite dai pm e depositate nel corso delle laboriosissime indagini. Non si riesce dunque a comprendere come a fronte di accuse prive di un minimo di fondamento si possa affermare che “ l’unica via d’uscita sta nel patteggiamento”, frase che ricorda le affermazioni di chi, all’epoca dello scoppio di calciopoli, sosteneva che l’unica via d’uscita per la Juve era richiedere la serie B “

Il 20 aprile scorso, è ripresa a Torino l'udienza preliminare per l'inchiesta sui conti della vecchia gestione della Juventus, con l'audizione del procuratore sportivo Franco Zavaglia. La deposizione dello stesso procuratore (che ha parlato di aspetti legati alle trattative per l'acquisto, la cessione o la valutazione di tre bianconeri, Zidane, Maresca e Miccoli), è stata giudicata "soddisfacente" dai legali degli ex dirigenti, questi ultimi orientati a chiedere il rito abbreviato.

E' notizia di poche ore fa (29/04 ndr) che il processo per i bilanci della vecchia gestione della Juventus si terrà a luglio, con il rito abbreviato. I difensori dei tre imputati (Giraudo, Moggi e Bettega) hanno chiesto il rito alternativo che si tiene a porte chiuse e che, nel caso di condanna, prevede lo sconto di 1/3 della pena.
Ma la deposizione di Zavaglia ha fatto maturare ai legali la possibilità del rito abbreviato che, sempre secondo gli avvocati, permetterà addirittura l'assoluzione piena.

A distanza di tre estati, quella maledetta del 2006, un altro capitolo si sta per chiudere. Favorevolmente. Non entriamo nei particolari del processo, arrivati a questo punto non serve più, quello che deve farci ancora riflettere è come, carte alla mano, la più grande dirigenza sportiva calcistica sia vicina all'assoluzione piena, perché difesa.
Di fronte a questo, apprendiamo che la società Juventus (quella che per le plusvalenze chiese il patteggiamento) ha presentato ricorso d'urgenza all'Alta Corte di Giustizia Sportiva chiedendo la sospensione della decisione relativa alla partita a porte chiuse con il Lecce, in programma il 3 maggio. Per difendere la storia non si mosse un dito, chiudendo anche la porta in faccia a chi, per meriti, quella storia la stava rendendo leggendaria.
Ora, altri, invece, per l'onore stanno per essere assolti, a porte chiuse, mentre quella "difesa", d'urgenza, si batte per una porta da lasciare aperta, dimenticandosi della storia.

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