Cornuto e mazziato, intristito e vilipeso, quasi sempre il più debole, oppure il più onesto, oppure ancora, più semplicemente, il più estraneo al sistema. E’ questi il capro espiatorio, animale mitologico senza sesso ed ermafrodita non per scelta ma per inganno, giacché alla fine solo si ritrova.
Ci sono volte in cui l’ostracismo ai suoi danni è più che giustificato, e l’ingiustizia va intesa solamente nell’impunità di tutto il resto dei colpevoli, i quali finiscono con il farla franca, e che soventemente in queste occasioni sono i primi accusatori e richiedenti del povero capro, naturalmente esclusivamente pro domo propria.
Altre volte (di solito però non molte) il capro è addirittura innocente.
Più spesso, il tapino ha qualche colpa, ma certamente non è né l’imputato principale né certamente il solo. Ed è per comodità dei maggiori colpevoli e per propensione propria all’essere un po’ troppo in vista e quindi facile preda dei nemici (e degli amici nemici), che esso viene sacrificato.
La spasmodica ricerca ed individuazione del soggetto, per il quale tutti ci si improvvisa etologi, è una disciplina praticata in tutto il mondo, e viene esercitata sempre in concomitanza con gravi problemi, siano essi insuccessi, scandali, e via così.
Sul capro espiatorio vengono così riversate due forti correnti emotive. Da una parte chi, insofferente e angustiato dai problemi insorti, si lascia travolgere dell’emotività e sfoga tutta la sua frustrazione sul poveraccio. Dall’altra chi ne comprende la natura differente dal Male Assoluto, e per questo prova forte compassione, simpatia e tenerezza nei suoi confronti, perché vede nell’accanimento verso di esso una ingiustizia che non può accettare.
Immagino che sia chiaro a tutti a chi si sta facendo riferimento: si chiama Claudio Ranieri, è l’allenatore della Juventus (anche se non ne sono più sicuro nemmeno mentre sto scrivendo queste righe) dall’estate 2007.
Ha rilevato una squadra travolta l’estate prima da farsopoli, vittoriosa senza problemi del campionato cadetto sotto la guida di Deschamps, orgogliosamente dimessosi a due giornate dal termine dello stesso (che aveva affrontato nonostante il suo Amministratore Delegato gli avesse promesso che avrebbe fatto di tutto per lasciare la squadra in serie A, mentre poi un certo ricorso al Tar fu ritirato), poiché in contrasto con l’attuale politica societaria.
Il tecnico di testaccio sposò invece la nuova linea, accettandone i compromessi, e iniziando così a lavorare per il “progetto”.
Sappiamo tutti com’è andata in questi due anni e cosa sta accadendo in questi giorni.
Da tempo una parte dei tifosi della Juventus vuole la sua testa. Ora che la barca sta affondando e il “progetto” mostrando tutte le sue pochezze, ecco che l’a.d. Blanc pare pronto a scaricarlo…non prima però, almeno così dicono i pettegolezzi, di aver sondato la sua “disponibilità” a dimettersi (cosa che consentirebbe così alla società di non pagargli lo stipendio previsto dal contratto che lo lega ai colori bianconeri anche per la prossima stagione).
Ma perché mai il tecnico romano dovrebbe dimettersi? Gli è stato chiesto di centrare un piazzamento buono per la qualificazione Uefa l’anno passato, e un piazzamento buono per la zona Champions nell’anno in corso. E forse così non è stato? Forse Claudio Ranieri non ha raggiunto (anzi, fatto molto di più!) l’anno scorso, e quest’anno non ha ancora 7 punti di vantaggio a 4 giornate dal termine sulla quarta?
Allora cos’è?
Si voleva di più? E se si voleva di più, perché gli è stato posto un obiettivo inferiore? E se invece si doveva volere di più, in quanto siamo la juve… perché sono stati posti traguardi inadeguati, e conseguentemente tali sono stati assegnati all’allenatore? Come la si giri, il fallimento non è di Claudio Ranieri.
A questa redazione non è mai piaciuto. O meglio, è sempre stato considerato un allenatore non di prima fascia, non all’altezza del blasone della Juventus. Tante critiche gli sono state mosse, ma considerarlo l’unico colpevole, o anche solo il più colpevole della situazione attuale, è semplicemente ridicolo.
Chi non ha saputo comprendere la reale portata di questa juventus?
Chi non ha capito che l’ossatura era quella ancora di campioni, ai quali sarebbe bastato accostare un paio di acquisti azzeccati, per competere ancora ad altissimi livelli?
Chi non ha saputo fare questi acquisti?
Chi non ha compreso la reale portata di cosa significa avere l'onore di rappresentare la squadra più titolata d'Italia, il suo blasone, la sua storia, la sua essenza?
Chi non è stato in grado di valutare che, pur con gli errori commessi, l’orgoglio dei giocatori e la classe di alcuni di essi poteva essere sufficiente per porre obiettivi più competitivi all’allenatore?
Chi ora si trova nelle condizioni di doverlo esautorare dai suoi compiti, con evidente e inutile dispendio di denaro?
Chi non ha saputo tenere il polso di una squadra, creando un gruppo unito anche sul fronte delle comunicazioni (mai si erano sentite tante voci cantare, sempre stonate e ognuna per proprio conto)?
Chi evidentemente non è riuscito a creare una gerarchia di ruoli determinanti e carismatici per la corretta gestione di un gruppo?
E tornando alla fonte, chi non ha saputo difendere la Juventus in quel farsesco finto processo?
Chi non ha mai saputo dare spiegazioni in merito?
Chi non si è mai sentito in dovere di rassicurare i tifosi e cercarne il consenso?
La risposta a tutte queste domande NON è Claudio Ranieri.
Dimettendosi, il mister diverrebbe l’unico classico capro espiatorio. Anche se molti tifosi hanno già compreso che i problemi arrivano da un grado più alto di quello dell’allenatore, e anche se la stampa stessa sembra aver trovato un minimo di pudore per smettere di celare tale verità, presto tutto finirebbe così, lo sappiamo.
No mister, non si dimetta!
Il fallimento non è il suo. Il fallimento è di altri. Ci mettano la faccia e la mandino via loro, assumendosi le responsabilità dei loro errori.
Così dovrebbero fare. Anche da professionisti, ma soprattutto da uomini. Anche se sicuramente, anche in questo caso, faranno di tutto per lavarsi le mani.
Siamo pronti: Ranieri sarà il capro espiatorio, e chissà, se non basterà, daranno in pasto alla folla anche un Cobolli Gigli qualsiasi.
Pronti a ripartire.
Nuovo giro, nuovo regalo.
Poi qualcuno ci viene a dire che la gestione precedente aveva smarrito un certo “stile Juve”.
Perché questa invece? Ma andate a pescare il mare!
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