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Il Fatto di N. REDAZIONE del 26/05/2012 08:03:19
Cosa scrivevano nel 1994 ? A. Giraudo

 

Generazione 2000 di Gianni Giacone

Nasce, è nata, la Juventus della seconda generazione. La società che ha vinto più di tutte, che, è la più amata in Italia e nel mondo, che è a un passo dal compimento del primo secolo di vita, volta pagina e si immerge nel futuro per essere all’altezza del suo inimitabile passato.Di più, per fare se possibile ancora meglio.
La Juventus della seconda generazione nasce all’insegna di valori essenziali, per nulla sibillini: la trasparenza, la gioventù, la determinazione.
Sono i valori in cui crede da sempre l’Amministratore Delegato, il dottor Antonio Giraudo. E’ lui, dal 9 maggio, il vertice operativo di un team che ha nel presidente Vittorio Chiusano e nel vicepresidente operativo Roberto Bettega i responsabili massimi.
Il dottor Giraudo compirà 48 anni il prossimo 2 settembre . Sposato, padre di un figlio di 4 anni e mezzo, laureato in economia e commercio, nel Gruppo Fiat dal 1980, ha all’attivo una carriera di manager, culminata nel brillantissimo risultato raggiunto in qualità di Amministratore Delegato della Sestrieres s.p.a., del cui rilancio mondiale è stato negli anni scorsi l’artefice principale.

Trasparenza, chiarezza, sincerità che valgono per tutto. Anche per spiegare ai tifosi che per amministrare la Juve e riportarla ai vertici nazionali e continentali non è strettamente necessario esserne sempre stati tifosi o addirittura campioni rappresentativi. Inoltre con l’evoluzione sempre più professionistica del mondo del calcio, la garanzia della “juventinità” è rappresentata dalla famiglia Agnelli, non certamente dai manager, il cui requisito fondamentale è saper gestire.
“I casi di campioni come Boniperti o Bettega” esordisce il dotto Giraudo “che hanno sempre vestito la maglia bianconera e che poi sono arrivati alla scrivania dirigenziale sono più unici che rari. E’ quasi impossibile , in un mondo professionistico, che un giocatore o un allenatore militino nella squadra per cui hanno fatto il tifo, figurarsi un dirigente. Non svelo segreti dicendo che Galliani è stato tifoso juventino, che Calleri ha avuto a cuore il Genoa, che Zoff non è nato tifoso della Lazio, e che Piero Bianco, che alla Juventus è stato per anni ottimo dirigente è stretto collaboratore di Boniperti, ha sempre simpatizzato per il Torino. Non ho mai nascosto di aver avuto anch’io simpatie per i cugini granata, così co9me credo fermamente che la Juventus sia adesso , dopo la mia famiglia, la cosa più importante della mia vita. Quando ci si occupa del calcio come professione, si fa naturalmente il tifo per la squadra che si segue. E’ il lavoro, alla fine quello che paga. E io credo nel lavoro, nell’importanza di avere dei collaboratori validi. Un gruppo che funziona è garanzia di successo , in qualunque campo. Il fatto che, ripeto, la Juventus sia oggi per me la cosa più importante è nei fatti: mio figlio, di 4 anni e mezzo, fa il tifo per la Juve. E anche mia moglie è supertifosa juventina. Non è cosa da poco, mi sembra”.

Ma che cosa cambia, che cosa è cambiato, rispetto alla Juve di ieri?
“E’ sbagliato, oltre che impossibile, fare dei confronti tra la Juve di ieri e quella di oggi. C’è stato, lo dice la carta d’identità, un cambio generazionale, e ogni generazione porta valori diversi. Noi cerchiamo di creare una società che, oltre a produrre calcio vincente, sviluppi altri settori collegati; oggi siamo convinti che non basti acquistare giocatori e sperare che la squadra allestita vinca, ci vogliono tante altre cose. Una società di calcio è un grande veicolo promozionale, e va valorizzato. C’è gente giovane , in società, ma con esperienza importante all’attivo nei rispettivi campi. Ci vuole, del resto, un gruppo omogeneo e determinato, formato dal presidente, dai giocatori, dai tecnici, fino all’ultimo addetto.
Se riusciremo davvero a realizzare questo, saremo vincenti”.


La serenità e la trasparenza del dottor Giraudo iniziano dia rapporti di vertice. Il nuovo team già funziona alla perfezione: “L’avvocato Chiusano è un presidente ideale, perché è vicino a tutti i nostri problemi, e sui temi più importanti ci ha già dato e ci darà consigli fondamentali. Quanto a Roberto Bettega, lo conoscevo già prima per la sua attività professionale collegata alla Fiat. E’ un ragazzo straordinario, che ha saputo applicare al lavoro la stessa intelligenza, determinazione che aveva con la maglia della Juventus. Così come ha saputo unire alla discutibile e innata capacità sportiva dati di comunicazione e grande sensibilità ai problemi economici, che sono alla base di ogni attività, calcio incluso. Normale che abbia di lui una grande stima, e che speri di essere sempre in sintonia con lui come lo sono oggi”.

Il nuovo organigramma societario, dunque, è delineato. Al Presidente avvocato Chiusano e al vicepresidente operativo Roberto Bettega, è affiancato il dottor Giraudo in qualità di Amministratore Delegato in larghissima parte anche le altre funzioni-chiave.
“Dal vertice operativo dipende tre settori. Il primo, di amministratore e gestione del personale, è diretto con grande professionalità dalla signora Teresa Gastaldo, vero “mastino” di numeri. Il secondo, di relazioni esterne e rapporti commerciali , è affidato a Romy Gai, ed è il settore più nuovo, il più vivace dal punto di vista operativo, quello che dovrà dare un importante valore aggiunto allo sviluppo societario. Il terzo settore, quello dell’attività sportiva della prima squadra e del settore giovanile, non ha ancora un responsabile, ma è per il resto completamente strutturato. A parte ovviamente, lo staff della prima squadra. Orlandini è il capo degli osservatori, mentre il responsabile del settore giovanile è il ragionier Sergio Secco. A dire il vero, Secco è molto più per noi, è colui che conosce meglio di chiunque la vera essenza di una società di calcio, è il preziosissimo consigliere che ci prende per mano e ci insegna tante cose. Una persona straordinaria, che siamo davvero lieti di aver riportato in società. Sempre al servizio dell’attività sportiva c’è lo staff medico, a capo del quale abbiamo valorizzato la grande competenza ed esperienza del dottor Riccardo Agricola che si avvalora della preziosa collaborazione dei colleghi Verzini e Tencone oltre che della consulenza del Dottor Zamperone”.

A proposito di trasparenza, il dotto Giraudo non esita a definire estremamente importante l’eventuale ritorno alla Juventus di Luciano Moggi : “E’ un mio amico da tantissimi anni, ed è un ottimo professionista. E’ stato per 16 anni alla Juventus, che è l’unica squadra che gli è rimasta nel cuore e dove ha sempre sognato di tornare, un giorno, a lavorare. Ha due figli juventini, uno laureato in Economia e Commercio che lavora al credito italiano e l’altro laureato in Giurisprudenza. E’ cresciuto nel settore osservatori della Juventus, all’ombra di Italo Allodi, all’epoca delle prime grandi vittorie della Juve di Boniperti. Ha portato alla Juventus dei ragazzi che si chiamano Paolo Rossi, Causio e Gentile. Ha fatto una gavetta importante nel mondo del calcio, ottenuto risultati positivi ovunque ha lavorato. A cominciare proprio dalla Juventus. Ultimamente ha avuto un’immagine non proprio brillante, perché oggi la gente semplifica, vede in personaggi pubblici delle responsabilità che non hanno. Moggi in tutte le società per cui ha lavorato, non ha mai avuto responsabilità amministrative , non si è mai occupato di bilanci, ma soltanto di rapporti commerciali e di gestione di gruppo. Sono sicuro che chiarirà la sua posizione in tutte le sedi”.

Trasparenza nelle funzioni, chiarezza estrema negli obiettivi. Il dottor Giraudo è pienamente consapevole delle speranze che milioni di tifosi riversano sul nuovo corso e delle attese economiche degli azionisti.
“La nostra ambizione è di vincere, il campionato in primis, e poi l’anno dopo la Coppa dei Campioni. Vincere il più possibile, con i bilanci più sani possibili. Saremo giudicati su entrambi i fronti: se faremo bene sull’uno e sull’altro , potremo continuare, in caso contrario sarà giusto cedere il posto ad altri. La Juventus non può avere altro obiettivo che vincere, a livello di prima squadra e di settore giovanile. Quest’ultimo avrà per noi una importanza fondamentale, dovendo non solo ottenere risultati sportivi, ma anche essere fucina di campioni. Un’ultima ambizione: vorremmo riprendere il posto che compete alla Juventus nei vari organismi nazionali e d internazionali, dalla Lega alla federazione, all’UEFA . Un ruolo di guida su progetti specifici”.

La Juventus della seconda generazione, sulla soglia dei cento anni di vita, è più giovane e determinate che mai. Parola di Amministratore Delegato. Con la forza di un grande passato e la voglia di un futuro altrettanto radioso. Che, intanto, si annuncia concretamente, con la conquista , dopo oltre vent’anni, del titolo Primavera.
Si ricomincia da 22 scudetti e da tutte le coppe. Senza porre limiti alla Provvidenza.

La redazione ringrazia Gilberto, che ha segnalato e inviato questo articolo.
 
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