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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Attualità di I. SCALISE del 14/05/2009 22:40:56
Il gioco delle tre carte

 

Venghino siori, venghino! Carta vince, carta perde... dov'è l'allenatore della Juventus?

Come ogni provinciale allo sbando che si rispetti, anche la prossima campagna acquisti la seguiremo puntualmente sui giornali di casa FIAT. Tanti, troppi nomi, saranno tutti tirati a casaccio? Non proprio. Come negli scorsi anni, i nomi sui giornali sono di giocatori realmente sondaggiati dalla società, il fatto che siano tanti lascia trasparire solo la confusione interna oltre ad un'imbarazzante assenza di discrezionalità da parte di tutti, dai giocatori al magazziniere.
I giocatori ad un passo dal vestire la maglia bianconera sono tanti, ma tutto dipenderà, com'è ovvio, dall'allenatore che siederà sulla nostra panchina il prossimo anno. E qui il discorso sembra restringersi a tre nomi: Prandelli, Spalletti, Conte. Tutti e tre ben voluti da frange del tifo bianconero, ma siamo sicuri che siano tutti e tre da Juventus?

Prandelli, da calciatore, ha vinto molto nella Juve, tre Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e una Champions. Da allenatore ha portato a casa un Torneo di Viareggio nel '93 (Atalanta) e un primo posto in B ('98/'99 Verona). Nel 2004 fu vicinissimo alla panchina della Juventus, dove poi approdò Fabio Capello. La versione di Prandelli è che non voleva avere nulla a che fare con la gestione Bettega-Giraudo-Moggi.
Dal 2005 Prandelli siede sulla panchina della Fiorentina, raccogliendo piazzamenti ottimi per una provinciale ma spendendo più di una provinciale. Sono circa 150 i milioni di euro spesi in 4 anni, tanti i giovani “bruciati”: Mazuch, Vanden Borre, Lupoli, Gulan, Jefferson, da Costa, Hable, Osvaldo, Pazzini... giusto per citare gli ultimi. Sempre guardando alle ultime stagioni, non mancano gli ingaggi inspiegabili: Potenza, Vieri, Almiron, Comotto, Bonazzoli. 50 sono i milioni di euro spesi durante l'ultima campagna acquisti, l'obiettivo era il quarto posto, conteso dal Genoa di Gasperini (oltre 40 milioni gli euro spesi), oggi guarda con malizia al terzo. Se Prandelli è ancora apprezzato dai Della Valle, difficilmente lascerà la Fiorentina per la Juventus, parola di Luca Luca, e molto dipenderà proprio dalla qualificazione alla prossima Champions League.

Da tifoso:
PRO: sa cos'è la Juve; ha occhio per i giovani, ma...
CONTRO: ...spesso li brucia; fa bene finché si è provinciali ma si scioglie quando la competizione diventa importante. 150 milioni di euro per vincere cosa?

Da attuale dirigenza:
PRO: ha sparlato dei vecchi dirigenti; prende poco; si adatta; tiene buoni i tifosi; gli basta sedersi sulla panchina
CONTRO: può mancare il via libera di Montezemolo/Della Valle

Luciano Spalletti comincia la carriera da allenatore nel '93, portando l'Empoli dalla zona retrocessione della C1 alla serie A in 4 anni. Poi una retrocessione con la Sampdoria (nona la stagione precedente), altri due esoneri, la salvezza con l'Ancona e infine i tre anni a Udine, dove arrivò a portare l'Udinese alla sua prima storica qualificazione alla Champions. A Roma dal 2005, ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa. In campionato conquistò un quinto posto nella prima stagione, il secondo in quella senza Juve e le altre penalizzate, ancora un secondo posto lo scorso anno e quest'anno si gioca il sesto posto col Palermo. Anche Spalletti non ha un buon rapporto con i giovani, ricordiamo: Okaka, Bovo, Rosi, Defendi, Faty.
Non mancano i bidoni: Nonda, Alvarez, Kuffour, Wilhelmsson, Giuly, Cicinho, Baptista...
Per quanto riguarda la gestione dello spogliatoio, può fare a gara con l'inter e vincere. Da Cassano a Mancini e Panucci, fino a giungere agli eventi delle ultime settimane, non si può dire che sia lui a comandare lì dentro.
Ai posteri ha regalato il siparietto con Ranieri, quando Spalletti disse: «Facciamo tacere alcuni tesserati, perchè sennò chi sta zitto passa per coglione» e il nostro caro mister, con orgoglio, rispose: «Caro Luciano, i coglioni viaggiano sempre in coppia».
Agli juventini invece i suoi commenti su calciopoli, la Juve ladrona e quel: «altre squadre in passato hanno pagato di più per colpe meno gravi», sicuramente non parlava di Rolex.

Da tifoso:
PRO: non ne vedo, in ottica di scudetto e champions
CONTRO: problemi con i giovani, nella gestione dello spogliatoio, acquisti spesso sbagliati.

Da attuale dirigenza:
PRO: si adatta; il terzo posto è assicurato;
CONTRO: potrebbe avere problemi con alcuni senatori, ci toccherà venderli

Antonio Conte veste la maglia bianconera nel '91, l'ultimo scudetto era giunto solo nell'86 e dovrà attendere l'arrivo di Marcello Lippi, nel '94/'95, per festeggiare il primo in bianconero. Con la Juve vince 5 Scudetti, 5 coppe in Italia, 4 in Europa e 1 Intercontinentale. Ha già visto una Juve sperperona e con “zero tituli” ma ha anche partecipato alla sua rinascita, avendo modo di imparare come si gestisce una squadra, una società. Nel 2004 conclude alla Juventus la sua carriera di calciatore e passa al Siena come vice di De Canio. La stagione successiva comincia dalla B con l'Arezzo, esonerato ad ottobre, viene subito richiamato a marzo dove i suoi risultati positivi non bastano a salvare l'Arezzo dalla retrocessione, condannato proprio dalla sconfitta contro la sua Juventus. A dicembre del 2007 prende il posto di Materazzi senior sulla calda panchina del Bari. Calda sia per il rischio retrocessione che per le contestazioni: i tifosi baresi non vogliono un leccese sulla loro panchina. L'obiettivo stagionale è la salvezza, la situazione societaria è critica, ma con Conte il Bari vola e termina la stagione all'undicesimo posto. In pieno stile Juve, Conte aveva risposto ai suoi contestatori sul campo, i tifosi lo apprezzano, ne tessono le lodi e ricominciano a sognare, proprio come accadde anni prima con un celebre dirigente granata alla Juve. L'obiettivo della stagione in corso era quello della qualificazione ai play-off e Conte non si smentisce, andando ben oltre i pronostici e terminando la stagione in testa alla classifica, senza sprechi e valorizzando giovani come: Ranocchia e Rivas (entrambi con lui già all'Arezzo), Guberti e l'ex Juve Masiello.

Da tifoso:
PRO: ha dimostrato di saper vincere anche senza una società solida alle spalle; ha la Juve nel cuore e non si accontenta di sedersi sulla panchina, vuole anche vincere
CONTRO: troverebbe una Juve completamente diversa da quella che ha lasciato; sarà davvero un Guardiola per la Juve?

Da attuale dirigenza:
PRO: costa poco; tifoseria entusiasta
CONTRO: non rinnega il passato; se sbagliamo ci sputtana; già in B non ha detto belle cose su di noi

Aldilà della confusione, sono però già stati fatti due acquisti importanti. Il primo, Cannavaro, che può essere stato scelto direttamente da Blanc per una, rischiosa, campagna di marketing alla Beckham. Il secondo, Diego, giovane campione brasiliano di origini italiane, che mette in evidenza una scelta tecnica. Diego ha delle qualità precise, qualità che si manifestano in determinate condizioni tattiche. Questo cosa vuol dire? Le opzioni sono due: o è stato preso senza cognizione di causa, oltre 20 milioni spesi solo per tenere a bada i tifosi, o un uccellino gli ha riferito che un allenatore lo ufficializzi in un giorno e puoi scenderci a patti anche settimane o mesi prima (vedi primo Lippi), e propenderei per questa seconda ipotesi.

Lo abbiamo citato, tanto vale parlarne, Marcello Lippi...
Il Marcello, dopo aver accusato la GEA, quindi il figlio di Moggi, quindi Moggi stesso, quindi la Juve, ha cominciato ad occuparsi nuovamente della Juventus e degli affari della Juventus. La cena con Blanc avrebbe significato poco se non fosse stata fatta a favor di giornalisti, avrebbe significato poco se lo stesso Lippi avesse evitato di commentare le vicende juventine, avrebbe significato poco senza quel: “la stagione è in linea con gli obiettivi”, il ché significa che Lippi conosce bene gli obiettivi e il progetto Juventus, perché dovrebbe essere al corrente di tutto ciò?

Dei tre allenatori citati sopra, nessuno accetterebbe di sottostare alle volontà di un Marcello Lippi direttore tecnico, così anche la scelta dell'allenatore diventa fondamentale per comprendere dove siederà Lippi. E qui il gioco delle tre carte potrebbe essere stato portato avanti da un baro.
Lippi direttore tecnico significherebbe avere ancora Ranieri o prendere Gasperini (regalando qualche giocatore a Preziosi), perché sono gli unici due pronti ad accettare un ridimensionamento.
Avere uno tra Conte, Prandelli e Spalletti significherebbe invece avere un Lippi defilato con un ruolo nel cda/comitato sportivo, in pratica un semplice consigliere di Blanc (Lippi si accontenta?).

Fatto sta che chi doveva decidere ha già deciso da tempo chi allenerà la Juventus il prossimo anno e poco importa se non tutti, nella società stessa, lo sanno.

Venghino siori, venghino! Carta vince, carta perde... ma guai a guardare sotto il banco!

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